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ANSFER FROM CA

1925

PREFAZIONE.

V

og.

uole l'ordinario coftume d' gidì, che l'Opere ch' efcono alla pub. blica luce, corredate vengano da una qualche Prefazione che, dando a diveder ne il merito, e la qualità delle materie, rapprefenti in brieve ciocchè non potreb befi conofcere fe non col tempo; e invogli per tal guifa gli Studiofi a farne l'intera lettura, e cosi guftare partita

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mente que frutti di erudizione e dottrina, de' quali n'ebbero in prima anticipa to un qualche faggio. Siffatto efempio noi pure intendiamo voler feguitare in quefta nuova Edizione del celebre Canzoniere di M. FRANCESCO PETRARCA, il quale viene al prefente offerto agli Amatori dell' Italiana Let

teratura.

Prima però che s'eftenda più innanzi il noftro ragionare, opportuna, anzi neceffaria cofa penfiamo il prevenire una obbiezione che per avventura ci potrebbe venir fatta da certi Letterati di nuova ftampa, e da certi troppo appaffionati amatori della novità. E non v'era forfe, dirà taluno, altro da pubblicare fuor chè il Petrarca? il Petrarca, di cui oggimai fon quafi fenza numero l' Edizioni? perchè non piuttosto qualche cofa o nuova, o non mai per lo avanti ufcita in luce? Ben ci ftarebbe, a vero dire, un rimprovero di tal forta, fe altro non vi

foffe al Mondo di buono, e bello, fe non quel ch'è nuovo; e la bontà, e bellezza, anzicchè effer propria di tutti i Secoli, riftretta fi foffe a rendere fortunato e felice folo il prefente. Non v'ha maniera di penfare si impropria, e si lontana dal vero, quanto il penfare a quefta foggia. Il Buono farà sempre buono, ed il Bello fempre farà bello: nè mai il tempo, o l'età farà per recarvi il menomo nocumento. In fimil guifa l' intrinfeca bellezza, e bontà che ritrovafi ne' claffici Autori, che in Profa, od in Verfi fcriffero, verrà ammirata da tutti i Secoli, in ogni tempo farà applaudita, perchè vera e reale bellezza, quale appunto fi è quella del maggiore Pianeta, o dir vogliamo, del Sole: laddove la paffeggiera ammirazione di un qualche Autore di merito non diftinto, viene in brieve a dileguarfi, e fparire a fomiglianza de' ftraordinarj Splendori, finti Soli che talora nel Cielo s'offervano: e ciò per effere la medefima de

in

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