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PROPRIETA LETTERARIA

Roma, 1907

Forzani e C. tipografi del Senato.

4

ΑΙ ΜΙΕΙ

ADORATI GENITORI

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NORA le opere di Dante, il Canzoniere occupa senza dubbio uno dei primi posti,

come quello che ci dà la chiave per ben intendere le altre. Le opere d'arte sono preziose, quando rivelano l'animo dell'artista che le dettò, e quando sorsero, non per fini imposti e sotto preoccupazioni volute, ma per naturale bisogno. È per mezzo di esse che possiamo ricostruire la vita dell'artista e delineare l'uomo qual'era, coi suoi principii, colle sue passioni, coi suoi pregiudizi. Il Canzoniere di Dante è importantissimo, perchè, essendo dettato in varie epoche, a intervalli e in momenti diversi, rappresenta l'espressione più sentita e più vera di chi lo scrisse; è una biografia tracciata a larghe linee, senza l'intendimento d'ingannare. Occorre quindi studiarlo direttamente. E siccome lo studio di esso non può essere diviso da quello del testo, cioè da quello che riguarda la lezione genuina

delle rime, noi nel nostro lavoro ci proponemmo un doppio còmpito: sorprendere, quando ci era dato, la parte vera ed umana ch'esso racchiudeva; presentare agli studiosi il testo più corretto che c'era possibile ricostruire sulla scorta dei manoscritti.

Questo lavoro sul Canzoniere di Dante s'imponeva, perchè le edizioni già esistenti, oltre a non darci quel testo ragionato di cui abbiamo bisogno, nemmeno ci mostrano, per il disordine con cui son fatte, il nesso logico che lega tra loro i varj componimenti e ne dà la ragione. Le rime di Beatrice si trovano frammischiate a quelle della donna gentile, o a quelle della Pargoletta; le poesie dell'esilio a quelle scritte in patria; quelle d'indole amorosa alle altre d'indole filosofica o dottrinale. Ci voleva un po' più d'ordine nel raccoglierle e nel distribuirle. E ciò si rendeva necessario specialmente per le rime di questo volume, le quali, forse perchè poco studiate, rimasero meno comprese e più disordinate. Per queste non v'era, come per quelle di Beatrice, l'aiuto della Vita Nuova, che può servirci di guida più o meno sicura; l'unico aiuto si può dire che ci viene dal loro contenuto. La prosa del Convito, che potrebbe essere di dichiarazione per alcune di esse, è sospetta, e rispecchia motivi speciali che non rispondono al vero, quando Dante, come vedremo, si propose di alterare il senso primitivo della parola, e dare un nuovo aspetto alle cose. Ma questa

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