Al parer mio, che tutte l'altre avanzi. Già dal principio conoscente e chiaro Pur ne' tuoi contemplando i suoi begli occhi, Senno con libertà. Che se d'affetti E notte senza stelle a mezzo il verno, E conforto e vendetta è che su l'erba XXX. Sopra un basso rilievo ANTICO SEPOLCRALE DOVE UNA GIOVANE MORTA È RAPPRESENTATA IN ATTO DI PARTIRE ACCOMMIATANDOSI DAI SUOI Dove vai? chi ti chiama Lunge dai cari tuoi Bellissima donzella? Sola, peregrinando il patrio tetto Si per tempo abbandoni? a queste soglie Da quel tuo grave aspetto Mal s'indovina. Ahi ahi? nè già potria Fermare io stesso in me, nè forse al mondo S'intese ancor, se in disfavore al cielo, Se misera tu debbi o fortunata. Morte ti chiama; al cominciar del giorno L'ultimo istante. Al nido onde ti parti, Non tornerai. L'aspetto De' tuoi dolci parenti Lasci per sempre. Il loco, A cui movi, è sotterra: Ivi fia d'ogni tempo il tuo soggiorno. Era, credo, il meglio. Ma nata, al tempo Nelle membra e nel volto, Ed incomincia il mondo Versa lei di lontano ad atterrarsi; Appar felice, invade D'alta pietade ai più costanti il petto. Madre temuta e pianta Dal nascer già dell'animal famiglia, Immaturo perir, come il consenti Se ben, perchè funesta, A chi si parte, a chi rimane in vita, Misera onde si volga, ove ricorra, Piacqueti che delusa Fosse ancor della vita La speme giovanil, piena d'affanni Ponesti all'uman corso. Ah! perchè dopo Portiam sempre, vivendo, innanzi all'alma, Colei che i nostri danni Ebber solo conforto, Velar di neri panni, Cinger d'ombra sì trista, E spaventoso in vista Più d'ogni flutto dimostrarci il porto? Già se sventura è questo A tutti noi che senza colpa, ignari, Sente de' cari suoi. Che se nel vero, Il vivere è sventura, Grazia il morir, chi però mai potrebbe, Quel che pur si dovrebbe, Desiar de' suoi cari il giorno estremo, Per dover egli scemo Rimaner di sè stesso, Veder d'in su la soglia levar via La diletta persona Con chi passato avrà molt'anni insieme, E dire a quella addio, senz'altra speme Di riscontrarla ancora Per la mondana via; Poi solitario abbandonato in terra; Guardando attorno, all'ore, ai lochi usati Rimemorar la scorsa compagnia? Come, ahi! come, o natura, il cor ti soffre Di strappar dalle braccia All'amico l'amico, Al fratello il fratello La prole al genitore, All'amante l'amore: e l'uno estinto, |