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IV.

DANTE.

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Costumi e danze fiorentine del sec. XIV

(da un affresco di Andrea da Firenze nel Cappellone degli Spagnoli)

(pag. 148 e 155)

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Rinnovamenti edilizi, vicende di tempi, costumanze cittadine avremmo voluto che dall'oblio dei secoli tornassero alla fantasia dei lettori quasi a illuderli di una contemporaneità col Poeta. Ma a quel modo che, se fossimo vissuti con lui, a cavalcioni ai due secoli, noi non avremmo chiamato quei tempi più danteschi che nostri, perchè nessun uomo d' eccezione può vantarsi rappresentante esclusivo di un' epoca, nè moderatore onnipossente delle leggi storiche, così ora sapremo vincere l' inganno di una visione retrospettiva e, giunti in cospetto della grande personalità, per cui quel mondo rivive, ci guarderemo dall' errore di conferire ad essa importanza di protagonista. Se la Firenze di Dante ci apparirà più completa e più suggestiva rievocando la partecipazione del Poeta alla vita cittadina, ciò non significa che il quadro storico, che pur s' avviva di più luminosi colori con la presenza dantesca, soffra variazione di linee dal suo primo disegno.

La costituzione fiorentina, quale l'abbiamo conosciuta attraverso un faticoso processo formativo, non comporta l'azione soverchiatrice degli uomini di più grande sta

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