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Al XIII, e qualcuna, chissà, anche più vecchia, appartengono con probabilità le torri che ci rimangono: nel secolo successivo il tipo casa-torre andò man mano in disuso. Smozzate, incorporate nei fabbricati successivi ne restano molte. Meno assai quelle il cui aspetto odierno rammenta da vicino il loro stato originario. Ne ricorderemo qualcuna delle più conservate, magari attraverso restauri la torre degli Amidei, in Por Santa Maria, « la casa di che nacque il vostro fleto », celebre per i fatti di storia che vi si riconnettono; le torri dei Girolami e dei Gherardini in via Lambertesca; quelle dei Baldovinetti e degli Acciaioli in borgo Santi Apostoli; quelle dei Foresi e dei Monaldi in' Porta Rossa; la torre dei Marsili in Borgo Sant' Jacopo, e dei Corbizzi al Mercatino di San Piero; e infine quella della Castagna presso la Badia, che fu la prima sede dei Priori delle Arti, avanti la costruzione di Palazzo, come ricorda Dino Compagni : « E chiamoronsi i Priori delle Arti e stettono rinchiusi nella torre della Castagna appresso la Badia, acciò non temessono le minaccie dei potenti >>.

Meno sicuri si può essere nell' indicare case di privati del secolo XIII. Tracce più o meno numerose, più o meno intatte ne rimangono, specie nei bozzati de' pianterreni, in alcune delle vecchie strade meno alterate dalle consunzioni e dai rigrumi di sei secoli di vita; borgo degli Albizzi, borgo Sant' Jacopo, borgo Santi Apostoli, via dei Bardi, via San Niccolò, via Guicciardini, Corso, via Condotta, Porta Rossa, via Calzaioli, Terma ecc.

Ed è probabile che fosse il duegento a veder venir su i piani terra di alcuni palazzi che sono anche oggi presso a poco integri: il palazzo dell' Arte della Lana, palazzo Davanzati, palazzo Spini (Ferroni), palazzo dei Giudici, palazzo dei Mozzi (in via de' Bardi), Bisdomini in via dell'Oche, Peruzzi (Bourbon del Monte) in borgo dei Greci e piazza Peruzzi, Alessandri in borgo degli Albizzi, Quaratesi in via Ghibellina, Bezzoli poi Martelli in via Cerretani, Cerchi in via Condotta, Benini-Formichi nel chiasso de' Baroncelli, Frescobaldi a ponte Santa Trinita, in cui alloggiò nel 1301 Carlo di Valois; e qualche altro. Ma almeno per alcuni l' incertezza è grande. Comunque il tipo architettonico assunto dalla città può, in linea di massima, esser ricostruito nella nostra fantasia avendo mente a quegli esemplari.

Dante in questa città nacque e visse la sua fanciullezza. Ma era poco più che un ragazzo quando, all' incirca un secolo dopo che la città era stata ingrandita, nei primi anni dell' ultimo quarto del '200, si ripresentarono un' altra volta gli stessi problemi. Gli edili del 1172 si erano sbagliati, e di molto, nei calcoli della crescita della città. Firenze aveva forse settantamila abitanti, che non stavano più neanche dentro la seconda cerchia di mura. Il fenomeno dei borghi fuori porta, con tutti i suoi inconvenienti, s'era riprodotto esattamente come cent' anni avanti. Bisognò pensare a un nuovo allargamento, che fu deciso nel 1284. E insieme, nello scorcio del secolo, il movimento edilizio di rinno

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Nel secondo piano (da sinistra): Santa Maria Novella, San Bartolomeo, la Badia (col campanile erroneamente quadro e di marmo), il Bargello, Palazzo Vecchio, Santa Croce (in costruzione).

vamento interno che aveva durato, abbiam visto, tutto il secolo XIII, ebbe la sua naturale conclusione nella costruzione dei grandi edifici pubblici e religiosi, che hanno dato poi nei secoli la fisonomia definitiva alla città, tramutandola completamente da quello che era nel duegento. Nel 1278 si fonda Santa Maria Novella, ancora fuori Porta; Santa Croce fuori Porta anch' essa, a cui si lavorucchiava fino dal 1252, fu di nuovo fondata nel 1294; nel 1294-96 si cominciava la nuova cattedrale; nel 1298 il Comune prese a fare il suo palazzo. Da allora fu un seguito. Conventi si allargarono, chiese si rifecero più grandi e più belle, veri e propri palazzi sostituirono o finiron di sostituire le torri e le case che avevano ospitato finora le famiglie, anche maggiori, della più « sobria e pudica » Firenze. Tutto questo fu deliberato, fondato, cominciato quando Dante era a Firenze, poeta della vita nuova e priore dell' arti. Ma di tutto questo in realtà che potè vedere? poche porte fondate nel 1284 (Porta al Prato, Porta a Faenza, Porta a San Gallo, Porta Santa Candida o alla Croce); il tratto di mura dall' Arno al Prato del 1298; qualcosa dell'interno di Santa Maria Novella, e forse di Santa Croce, o di Santa Maria Maggiore rifatta. Del resto nulla o scarni principii senza fisonomia. Potè avere le prime notizie di quel che si faceva nelle stazioni del suo vagabondaggio d'esilio. Ma per lui Firenze rimase sempre la Firenze del secondo cerchio e del secolo XIII.

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