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1. CHE COSA SI DEVE INTENDERE PER FIRENZE DI DANTE ».

Per figurarsi a dovere la città di Dante, occorre sempre ricordare che ai tempi del poeta Firenze aveva subìto da poco, e stava per subire di nuovo, trasformazioni edilizie radicali.

Una città vive come qualsiasi organismo. Le mutazioni sono continue; e ciascuna sua fase non è mai esclusivamente sè stessa, ma porta sempre in sè, più e meno, i ricordi di quello che è stato e i germi di quello che sarà; i quali concorrono anch' essi, fatalmente, a delineare la sua fisonomia attuale. In ogni presente è sempre presente, se così posso dire, un po' di passato e un po' di avvenire. Ora il passato il presente e l'avvenire di Firenze, quando Dante la vide, non erano tre momenti mediocri e di pallidi caratteri, ma erano per una curiosa coincidenza i tre momenti massimi della storia costruttiva della città, ai quali solo un quarto di altrettanto importanza n'è seguito ai nostri giorni. Infatti nei secoli tra Dante e noi Firenze conobbe degli splendori non eguagliabili colla creazione di tanti monumenti che hanno un posto definitivo nella storia. Ma quanto a sviluppi

dell' organismo totale nulla da paragonare ai tre momenti della Firenze dantesca; che per comodità e per una certa chiarezza si possono identificare colle sue tre cerchia di mura.

Il passato era rappresentato dalla città della prima cerchia: «< Firenze dentro dalla cerchia antica ». Le mura non esistevano più, ma la compagine era intatta, e questa vecchia città si individuava e si isolava nettissimamente agli occhi di Dante, non solo per i suoi caratteri costruttivi ma per i suoi caratteri municipali e morali. Edilizia e storia si fondevano nella sua fantasia: la città di Cacciaguida viveva ancora dentro la città di Dante. Il poeta stesso ce ne testimonia nei canti XV e XVI del Paradiso.

Il presente era rappresentato dalla città della seconda cerchia delle mura: la vera città di Dante.

Ed il futuro della sua città fu per Dante percepibile <<< sensibilmente », in quanto ai suoi venti anni fu decretata e incominciata a costruire la terza cerchia, e avanti il suo esilio decretati e incominciati a fondare i più di quei monumenti che rimasero emblematici di Firenze.

2. LA CITTÀ DI CACCIAGUIDA.

Il nucleo antico di Firenze, delimitato dalle prime mura, era in fondo ancora quello della città romana. Questa cerchia nata non si sa quando, non si sa come, è ancora oggi facilmente riconoscibile nella pianta della

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Firenze nel 1783.

La compagine della città del Io e del II° cerchio delle mura vi è qua

si intatta, e il giro dei due cerchi visibilissimo nel giro delle strade.

(pag. 6 e 18)

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