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Ma a Firenze la lotta politica non si spiega con un dualismo rigoroso che pretenda omogenea la composizione dei gruppi antagonistici e che all' impostazione di un nuovo conflitto non riconosca i residui della contesa anteriore. Nel caso particolare, se ora i termini s'invertono e sopra nuovi dissensi s' impernia il dualismo delle fazioni, ciò non significa che il ghibellinismo vinto a Benevento sia morto così interamente da non complicare le vicende della contesa fra quelli che sembrano gli eredi discordi delle sue spoglie. Come il popolo nascente partecipò in linea subordinata alla prima discordia, così i Ghibellini non sono assenti dalla nuova, per quanto in un angolo di seconda luce, e non più organizzati e compatti, com'è proprio della fazione che impugna una bandiera dai colori decisi e ben discriminanti le forze avversarie sul campo.

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Sia che i Ghibellini superstiti più magnati che Ghibellini dimentichino l'antica ingiuria, e solidali coi Guelfi contrastino i progressi del popolo; sia, come più spesso avviene, che la trasmissione del sangue feudale, e delle vendette col sangue, li mantenga irreconciliati coi Guelfi esempio tipico gli Uberti discendenti da Farinata e dai protagonisti della tragedia del 1215 — l' atteggiamento di queste reliquie dei vinti non è indifferente pel popolo. Il quale non tarda ad accorgersene, come se ne avvede il Pontefice, l'uno e l'altro preoccupati, per diversi motivi ma con identiche mire, della strapotenza dei Guelfi e di Carlo d'Angiò.

Con la signoria dell' Angioino, re di Sicilia e vicario in Toscana, si ricostituiva ai confini della Chiesa quell'onnipotenza del potere civile che il Papa volle distrutto negli Svevi; con il primato dei Guelfi, il popolo di Firenze vedeva risorta quella prepotenza magnatizia che aveva combattuto nei Ghibellini. E questi, così al popolo come al Papa, parvero lo strumento più adatto a temperare gli effetti della vittoria. Per quali vie?

La parola di pace fu bandita più volte dai legati del Papa nei parlamenti del popolo, con fini men puri che quelli dell' apostolato evangelico; e i buoni popolani più d' una volta nel giro d' anni che c' interessa affilarono le spade mentre le fronde d' ulivo simulavano la pacificazione degli animi. Spesso e non furono casuali ricorsi riarsero le discordie prima ancora che la cerimonia fosse compiuta, e persino la sacra persona del legato fu bersaglio alle balestre dalle feritoie delle torri.

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Il rimpatrio dei Ghibellini, mediante un' apparente pacificazione coi Guelfi, significava l' indebolimento di questi con le armi di quelli, e preparava la scissura nella classe magnatizia, d'ora innanzi meno agguerrita e meno compatta contro le pretese del popolo. Il cardinale ostiense, Latino de' Frangipani, che, venuto a Firenze, esaltava con la sua parola faconda i vantaggi della concordia, ed invitava al bacio di pace gli uomini divisi da odi tenaci, recanti ancor visibili i segni delle reciproche offese, s'illudeva di far riposare la travagliata città e di volgere ogni furore bellicoso alla crociata va

gheggiata oltremare. Infatti, fermatosi alle istruzioni della sua missione, non seppe vedere nelle fazioni che i fantasmi del guelfismo e del ghibellinismo, e non s' accorse che la composizione di una discordia era il punto di partenza per un nuovo conflitto più lungo e più accanito, perchè nutrito nel campo della realtà quotidiana dal cozzo d'interessi contrari.

Quali fossero quest' interessi che imponevano un nuovo schieramento delle classi sociali, è ora il momento di spiegare, onde non ci avvenga di considerare i magnati e i popolani come semplici emanazioni dei precedenti partiti guelfo e ghibellino, che, al contrario, rimasero due nomi arretrati nel mondo delle ideologie, rispetto alla precisa significazione dei nuovi, chiaramente espressivi delle forze operanti nella realtà della lotta politica. La quale preannunziammo inevitabile ed imminente perchè si trattava di decidere se la vittoria guelfa doveva giovare al Capitanato della Parte o alle Arti; ma questi due potenti sistemi associativi poterono aspramente combattersi e rappresentare due diverse volontà nel comune perchè significavano il dualismo delle classi gerarchicamente ordinate al conseguimento dei propri fini.

I magnati, siano essi i superbi vantatori della vittoria guelfa, siano i superstiti della rovina ghibellina, non sdegnano la giurisdizione cittadina, chè anzi le loro fortune sono strettamente connesse allo sviluppo della so

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