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ms. d'Indersdorf in Baviera, con la data 1441, ha per iscrizione : <Tractatus qui intitulatur de Imitatione Christi, compilavit quidam canonicus sti Augustini episcopi. » Un'altro di Colonia, fra varî mss. che non sono di Tommaso, contiene: « Aliqua opuscula cuiusdam devoti regularis (1) de sacramento altaris, de septem rebus quae placent Deo in su's electis, Breviloquium Exercitiorum spiritualium, Tractatus de Virtutibus, Soliloquium animae in forma dialogi. Libellus qui appellatur, qui sequitur me. » In fine del libro « de Sacramento altaris >> leggesi: Hic tractatus scriptus est anno 1447 in die Simonis et Iudae. »

A questo punto il Becker fa una riflessione di gran peso. È un fatto notabile che le più antiche copie dell'Imitazione, scritte dai Religiosi del capitolo Vindesemese, sono anonime come tutte le altre opere loro. Se l'Imitazione non fosse stata composta nel Circolo di Windesheim, non avrebbesi modo di spiegare il fatto considerabile che, cioè, in esso non trovasi esemplare alcuno di questo libro col nome degli altri competitori Gersone, (2) p. e. Ludolfo di Sassonia ecc. mentre trovansi altrove dapertutto, particolarmente presso i RR. PP. Benedettini.

Riassumiamo in una proposizione il pensiero del Becker sui manoscritti. Non v'è ms. con data certa anteriore al secolo XV nè ai primi 20 anni d'esso: tutti gli indizi che possono ricavarsi sia dal luogo d'origine sia da quello di dimora dei mss. medesimi, stanno per un Canonico regolare neerlandese del Circolo di Windesheim : questo canonico è Tommaso da Kempis, secondo l'autorità della gran maggioranza dei mss. più autorevoli, e dell'autografo del 1441 nominatamente.

Ed ora chi ebbe pazienza di leggerci, ricorra col pensiero alle tre parti in cui il dotto gesuita olandese ha diviso il suo libro; ripensi alle tre grandi tesi da lui diffusamente e solidamente dimostrate, e poi formi il suo giudizio sulla vecchia contesa. Una rivista non ha bisogno di ricapitolazione nè di conclusione; è dessa per natura sua una ricapitolazione appunto e una conclusione.

Si convertiranno gli antikempisti? Noi lo speriamo, dice il Becker; e conversioni recenti (3), ci danno ragione a sperare; ma dei capi

(1) Au XV siècle, le mot regularis signifiait dans les Pays-Bas simplement un chanoine régulier. » Becker, troisième partie, ch. III, pag. 223.

(2) E si noti che Gersone era uno degli amici e protettori della Congreganote Vindesemese, da lui stesso con tanto zelo e successo difesa nel concilio di Costanza.

(3) A proposito di conversioni mi par bene, scrivendo per Italiani, riportare le seguenti parole del Becker: « En Italie même, la débacle gerséniste a commencé; la Civiltà Cattolica a publié une correspondance hollandaise sur le livre de

del partito disperiamo. « Les chefs du parti gerséniste ne se convertiront sans doute pas: les chefs d'une secte ou d'une école quelconque se sont-ils jamais convertis ? Ils meurent d'ordinaire dans l'endurcissement; mais, heureusement, ils ne peuvent pas toujours empêcher que leur système ne meure avec eux. C'est le sort inévitable qui nous semble bientôt réservé à l'école Gerséniste. » (1)

Roma, 11 Luglio 1883.

ARCANGELO LOLLI,

La meteorologia e le più recenti sue applicazioni, per il p. Francesco Denza, direttore dell'osservatorio astronomico di Moncalieri. Torino, Tipografia Giulio Speirani e figli, 1883. Un vol. in 8° piccolo di p. III, 359. Prezzo Lire 2.

A chi è ignoto oggimai il nome del padre Francesco Denza? A chi rimangono sconosciuti le sue fatiche, le sue premure, il suo studio e il progresso per lui fatto fare alla meteorologia? Il suo nome suona accanto a quello dei Secchi e degli Stoppani, come riconosceva testé il signor Giacinto Fontana. (La filosofia e la coltura italiana nel medio evo. Milano, 1882, p. 461.) Egli accresce lustro e de coro vuoi al clero cattolico vuoi all' insigne sodalizio cui è addetto. Tassano i preti e i frati d'ignoranza, d'apatia per le scienze fisiche e naturali, ma questa taccia è ingiusta, e può valer l'esempio del ch. Denza; come un Gioberti, un Rosmini, un Ventura, un Sanseverino attestarono la valentia degli ecclesiastici nelle filosofiche discipline e l'attestano oggi un Liberatore, un Zigliara, un Talamo, un Cornoldi e cento altri.

L'opera annunziata del p. Denza può dividersi in due parti, scientifica l'una, l'altra descrittiva. La prima contiene: Dei vantaggi della meteorologia. Discorso detto all'inaugurazione dell'Osservatorio meteorologico di Belluno il 20 ottobre 1872. La meteorologia e le montagne. Conferenza fatta in Torino nell' anno 1876.

La me

M. Spitzen, (a. 1882, s. XI, p. 507) laquelle est au fond une retraite masquée. La rédaction a bien ajouté une petite note qui indique qu'elle laisse à son correspondant la responsabilité de ses jugements sur le livre de M. Spitzen et sur la question même de la paternité de l'Imitation, dont la revue ne croyait pas devoir s'occuper en ce moment; mais ce n'est là qu'une réserve qui ne peut tromper un lecteur attentif. Comment se fait-il que la Civiltà, qui, il y a environ un an (scriveva il Becker nell'Ottobre 1882), refusait de rendre compte du livre de M. le chanoine Santini, italien et supérieur d'une Congrégation religieuse, a fort bien accueilli une correspondance hollandaise du savant curé de Zwolle ? Un tel changement de conduite suppose un changement analogue dans les idées. » (Loc. cit.) (1) Becher, Conclusion, pag. 249.

teorologia delle montagne va'iane. Rela ione al Congresso internasionale dei Clubs Alpini a Ginevra nell' Agosto 1 79. La seconda parte abbra a. Una salita al Monviso, Una gila nella l Una prima trav. rsata nel traforo delle Alpi.

Po,

La meteorologa, da petéopos sublime, elevato, e λyos discorso, lo studio, la scienza dei fenomeni che avvengono in alto, nell'atmosfera. In alto ossia nell'atmosfera hanno luogo moltissimi fenomeni o meteore, ad esempio i venti, le trombe, le nebbie, le nubi, la rugiada, la pioggia, la brina, la neve, la grandine, il lampo, il fulmine, l'arcobaleno, l'aurora polare, ecc. che i meteoristi riducono tutte a tre classi, 1a Idrometeore quelle che si risolvono in acqua; 23 Aerometeore quelle che son prodotte dall' agitazione dell' aria; 3a Pirometeore, l'altre consistenti in apparenze luminose. Che tutti questi avvenimenti atmosferici sieno a danno dell'uomo guardimi Dio dall' affermarlo! Basta poco poco rivolgere l'occhio a quelle meteore che si domandano venti. « I venti moderati distribuiscono la pioggia; spingono le vele de' bastimenti e le ali de' mulini; mescono le varie sostanze che continuamente esalano nell'aria, non che i prodotti della respirazione degli animali, degli assorbimenti de' vegetali, e delle combustioni. I venti impetuosi agitano profondamente l'aria dell'atmosfera e le acque degli oceani per impedirne la putrefazione; traggono giù nel suolo a fecondarlo quei principî, che sarebbero micidiali agli esseri animati; mettono un giusto equilibrio nella distribuzione di quel fuoco misterioso, e più utile assai di quello che sinora se ne sappia) il quale si appalesa nel fulmine. (Regnani, Elementi di fisica universale, 2a ediz. Roma, 1863, parte 1a, p. 223-4.) Basta considerare anche minimamente le nubi e le nebbie. « Non ci recherebbe tanto piacere il magnifico spettacolo del cielo stellato, nè ci apporterebbero sì grande consolazione, stupore ed allegria la sua bella volta azzurra, i magnifici colori dell'iride, la luce vivificatrice del Sole, se a quando a quando le nubi e la nebbia non dispiegassero una tetra cortina ad occultarci sì pure bellezze. Ma oltre a ciò quelle Lubi sono il serbatoio delle acque, le quali oppure cadendo in pioggia rinfrescano la terra, fecondano i campi alimentano le fontane, aggirano le ruote de' mulini, e delle macchine degli opificî; oppure discendono lentamente in fiocchi di stelluzze esagone di candida neve, i quali traendo giù le esalazioni nocive agli animali, ma utilissime alla vegetazione ed essendo 24 volte più leggieri dell'acqua, ammantano il suolo di soffice coltre e difendono dagli agghiacciati venti le erbe novelle e le sementi, o in ghiacci perpetui conservansi sulle montagne pel tempo della siccità; oppure cadono insensibilmente sotto forma di rugiada, che è quell'inestimabile dono del cielo, a cui dagli nomini meno si attende, e che negli anni di maggior siccità sostiene

A. VI. V. II.

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e conserva le piante. » (Lo stesso, ivi, p. 224) Tutta l'atmosfera influisce a nostro bene. «È in fondo a cotesto grande oceano, scrive il p. Denza, che si manifesta e si sostenta la vita vegetale ed animale, e tutto che l'una e l'altra riguarda; ed è pure in fondo a quest' oceano che si succedono, si generano tutte le leggi e tutti i fatti meteorici che moderano tutta quanta l'agricoltura e la navigazione, i due precipui fattori della materiale prosperità e del verace progresso delle nazioni.» (La meteorologia ecc. p. 4.)

Però dobbiamo qui ripetere l'adagio latino: sunt bona mixta malis, poichè i mali che da' fenomeni atmosferici derivano all'agricoltura, all'industria, al commercio, alla navigazione sono incalcolabili e compongono una statistica assai dolorosa. La procella e l'uragano portano lo sterminio e la desolazione sopra la faccia della terra; la burasca co' suoi turbini fa in pezzi i navigli o li travolge nel fondo del mare, la bufera abbatte gli edifizi, la brezza ci reca una nebbia malsana ed una brina perniciosa alla vegetazione, lo scirocco è spesso causa di umidità e di morbi, il fulmine uccide. Dirò anche più: questi mali penetrano fino alla sfera sensitiva, intellettiva e morale e gli uomini notabilmente ne risentono.

Dopo ciò, osservato che i danni dei fenomeni meteorici sono tanto grandi e riempiono di pianto tante povere famiglie e contrade; chi non vede che una scienza di que' medesimi fatti, della loro natura, cagioni, leggi, vicissitudini, cangiamenti, connessione, veemenza, arrivo, direzione, velocità sarebbe d'immenso vantaggio per l'uman genere? Sapere p. e. quando avrà luogo questo o quel vento od uragano, preconizzare questa o quella grandine, presagire questo o quel caldo, ecc. ecc. equivale a ciò che il villano farà in modo, per quanto sarà da lui, che la vegetazione e la coltura agricola non abbiano a soffrire per le scosse violenti che di tratto in tratto agitano l'atmosfera; preserverà sè stesso dall' impeto e dagli effetti disastrosi delle meteore, e proteggerà contro il loro sinistro influsso gli armenti eziandio; come il marinaro protrarrà od accelererà il suo viaggio marittimo, diminuirà i pericoli, renderà facili le comunicazioni, prenderà questa piuttostochè quella direzione ecc. « Tutte le volte, detta il p. Denza, che l'ozioso cittadino si informa della pioggia e del bel tempo, esso ha di mira qualche partita di piacere che pur differisce senza pena. Ma l'operoso ed intelligente abitatore della campagna conosce a pezza quale influenza si hanno le variazioni dello stato del cielo sopra i raccolti, e sa purtroppo che la prescienza meteorologica è una delle parti integranti e capitali del grande problema del sociale sostentamento. Ei conosce assai bene che i fenomeni della vegetazione dipendono dallo avvicendarsi delle meteore atmosferiche; e che perciò è della più alta importanza il poter annunziare prima del loro arrivo queste meteore, talora propizie, talora avverse e tremende.

Nè solamente la previsione del tempo può modificare l'agricoltura e darle un immenso ed inatteso sviluppo, non solamente essa può moltiplicare all'infinito le ricchezze delle nazioni; ma è dessa chiamata ancora ad un' altra non meno proficua ed importante missione, qual si è quella di preservare la vita dei coraggiosi marinai, che incessantemente sono in balia delle acque e dei venti, dei molti e luttuosi pericoli di cui quelle sono piene. Se il capitano di un naviglio potesse prevedere esattamente qualche giorno prima le meteore che debbono investirlo, e' prenderebbe per fermo le opportune precauzioni, e nella maggior parte dei casi sfuggirebbe ai paurosi e terribili effetti della lotta degli elementi. Ancora il commercio internazionale per via di mare si farebbe con uguale sicurezza che quello per via di terra; e la marina potrebbe prendere un immenso slancio, e fare, per così dire, svanire le distanze che separano le diverse e lontane parti del mondo. La stessa industria raccoglierebbe i frutti gloriosi di codesta brillante conquista dell'umana energia; e non si avrebbe a deplorare tutti gli anni la perdita di tante officine, di tante derrate e di tante mercanzie distrutte e disperse dall' impeto imprevisto delle meteore atmosferiche; la quale perdita lascia dietro a sè tracce tristissime di miseria e di desolazione negli infelici, che a migliaia trovavano in quella il loro pane ogni giorno. La previsione del tempo adunque è ben lungi dall'essere una questione di pura speculazione. Essa si rannoda ai più pratici ed ai più vitali problemi che l'uomo abbia a risolvere; e grande oltremodo sarebbe la sua influenza su tutti i rami del vivere sociale se si pervenisse a trovarne la soluzione completa. » (Op. cit. p. 11-14.) Or, questo fa la meteorogia. Essa per mezzo di stromenti, di artifizi, di fatiche, di ascensioni, interroga l'immenso strato che ci circonda, ne attende con insistenza i responsi, ne osserva con pazienza gli andamenti, e di là forma massime, leggi e principî che poi regoleranno la pratica. Se nonchè, può egli dirsi che già siamo in possesso di una meteorologia siffatta? Possiamo affermar di conoscere i fenomeni atmosferici in guisa da ottenerne i vantaggi accennati? Per sfortuna, ancora no. Sebbene cotesta scienza sia in via di avanzamento e di progresso, pure avuto riguardo alle difficoltà, ai pochi e non sicuri mezzi d' osservazione, avuto riguardo alle poche sue applicazioni, anzi alla niuna applicazione all'agricoltura, siamo ben lungi dall' averne tutto quel bene che si potrebbe.

È difficile poter applicare le leggi della meteorologia ai presagi del tempo. Imperocchè « innumerabili influssi alterano in mille guise i grandi movimenti dell' atmosfera, li complicano e li travisano in istrane maniere, e spesso ne cambiano affatto la fisionomia. Se la superficie della terra fosse uniforme, come nelle prime epoche geologiche, le leggi atmosferiche sarebbero più semplici e più omogenee, e la meteorologia potrebbe dare senza ambagi i suoi responsi, come

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