Nessun secreto fia chi copra, o chiuda: Fia ogni conscienza, o chiara, o fosca, Poi vedrem prender ciascun suo viaggio, Avem veduti; ed alla fine il sesto, E Morte in sua ragion cotanto avara, come Nessun ec. Non vi sarà chi copra, chi nasconda, o chiuda, o tenga in se, alcun secreto- · Ogni coscienza o pura, o nera, sarà palese e scoperta dinanzi a tutto il mondo · -E fia ec. e vi sarà chi conoscerà, e giudicherà il merito d'ognuno (Cristo nel giudizio finale): e poi vedremo ciascuno andarsene al suo viaggio, al luogo aggiudicatogli, co una fiera inseguita dai cacciatori si rinselva: vale a dire, in un attimo. Ma questa similitudine non par convenire che ai soli reprobi, e forse di essi unicamente qui parla il Poeta * E vedrassi in quel breve paragone, giudizio, ( che si farà dell'opere di tutti) l'oro e le tenute che vi fa o uomini andar ora superbi, essere stati di danno, e non di vantaggio a voi E vedrassi in disparte, separati dai dannati (i quali fecero mal uso delle loro ricchezze ) coloro, che frenando i loro desiderj vissero in modesta fortuna, ed ebbero in uso di godersela seco stessi in una vita privata, e lontana da ogni pompa ed ostentazione Cinque Trionfi, cioè d'Amore, della Castità, della Morte, della Fama, e del Tempo, abbiam veduti quaggiù in terra Il sesto, il Trionfo della Divinità: lassù in cielo In sua ragion cotanto avara, tanto severa nell' esigere i suoi diritti E quella, e questo. E que sta, e quello sarebbe meglio stato detto, se non era la rima. T. E quei, che fama meritaron chiara, Che 'l Tempo spense; e i bei visi leggiadri, Con immortal bellezza eterna fama. Che poi ch' avrà ripreso il suo bel velo, E queiche meritarono chiara fama, la quale fu spenta dal Tempo; e i bei volti leggiadri, che per l'età e per morte impallidirono, tornando più belli che mai, lasceranno, i primi l'obblivione, la dimenticanza di essa lor fama, i secondi gli aspetti oscuri e tetri, alla morte fiera, al tempo ladro, furace, rapace - Avranno eterna fama con immortal bellezza rivestendosi de' loro corpi, quali essi furono nell'età lor più fiorita e verde — Ma innanzi a tutti quelli che vanno a rifarsi, che risurgeranno a vita e bellezza immortale, è quella donna (Laura) che il mondo chiama piangendo ec. Qui pone il mondo che piange la sua perdita, e brama rivederla. Altrove però disse: Non la conobbe il mondo, mentre l'ebbe — Intera, in corpo ed anima, dopo l'universal risurrezione -A riva un fiume, in riva ad un fiume Che nasce in Gebenna: questo è il Rodano, che scendendo dai monti di Gebenna, e fendendo il lago Lemano prima costeggia Lione, indi Valenza, ed Avignone (dove abitava Laura), e sotto Arles sbocca nel mare. T. Guerra, travaglio, si lungo, che il mio core ne porta ancora i segni. È detto però oscuramente Che poi, la qual Laura, dopo che avrà ripreso il suo bel corpo, risorgendo cioè immortale nel Cielo. Lodo l'opinione del Castelvetro, che a questo Trionfo più tosto il titolo d' Eternità, che di Divinità si convenga. E tanto basti di questi Trionfi, ne' quali il Poeta è molto più degno di scusa che negli altri suoi componimenti; non essendo eglino stati pubblicati da lui, per non avere avuta ancora, (come dicono) l'ultima mano. T. |