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A

BONAVENTURA ZUMBINI.

Ed io a lui: « Li dolci detti vostri
Che, quanto durerà l'uso moderno,
Faranno cari ancora i loro inchiostri ».

Purg. XXVI. 112-114.

PREFAZIONE A QUESTA SECONDA EDIZIONE

che

Quando nel 1900 comparvero per la prima volta in pubblico i Canti del sommo lirico recanatese da me illustrati « per le persone cólte e per le scuole» vuol dire non cincischiati straziati ammiseriti da note grammaticali metriche o rettoriche, di quella ricca messe di Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura che costituiscono lo Zibaldone, non erano stati messi a disposizione del volgo degli studiosi se non i primi cinque volumi; e di questi anzi il terzo, il quarto e il quinto vennero alla luce via via che io, uno appunto di quel volgo, allestivo le mie cartelle o ne curavo la stampa. Delle così dette carte napoletane poi, cioè dei manoscritti che Giacomo morendo aveva lasciati nelle mani del fido Ranieri e che questi finchè visse sottrasse gelosamente alla curiosità degl' indiscreti (è il caso di esclamare col trovatore impazientito: Enoios son li lausengier E il ielos c'us no sen defen!), non era allora noto se non quel tanto che agli uomini egregi, ai quali Minerva civettuola aveva accordate le sue grazie austere, era piaciuto di venire sciorinando su per le riviste o in appositi volumi, sorridendo a noi diseredati

Come al fanciul si fa ch'è vinto al pome.

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Dacchè, per chi non lo sappia, uno dei Ministri che han seduto sulle cose della istruzion pubblica in Italia (non il Bonghi o il De Sanctis, che s'intende) credette suo dovere, non che suo diritto, di schiudere quel ghiotto tesoro di appunti, di ricordi, di abbozzi o primi getti, di pensieri, di lettere, di componimenti lasciati inediti un tesoro che somigliava molto a un bottino di guerra! non già a tutta la repubblica dei letterati, bensì a una oligarchia di cinque critici, che si assottigliò subito a quattro e più tardi a tre. E mentre questo insigne triumvirato, con una cautela che potè sembrare eccessiva, s'indugiava a frugare, a trascrivere, a riordinare i preziosi cimelii per prepararli alla stampa ufficiale, ciascuno dei triùmviri s'affrettava per suo conto a imbandire ai profani ansiosi i bocconi più appetitosi e le leccornie più stuzzicanti.

Finalmente, in questo anno di grazia, anche la lungamente protratta stampa ufficiale è terminata, e le carte napoletane, sempre cara buccia d'un limone da illustri mani spremuto, son tornate laggiù, presso alle ceneri del loro poeta. Da sacro cineri flores!... Comunque, « dopo l'antica obblivion » e dopo le recenti e abbondanti deli-. bazioni, i volumi dei Pensieri e degli Scritti vari sono, alla buonora, accessibili anche a noi. Tutto quel maraviglioso mondo di meditazioni e di poesie è riapparso, anche per noi oramai, « al celeste raggio »,

come sepolto

Scheletro, cui di terra

Avarizia o pietà rende all'aperto.

E inebriandoci nelle infinite bellezze di questa nuova Pompei intellettuale, possiamo, se Dio vuole, anche di

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