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Ed aggiunge che gli uomini son trasportati dall'amore dell'apparenza; e mera apparenza è quella che non fè sinora comprendere i mascherati alunni di questa scuola d'Amore, i quali cambiarono il loro Intelletto e la loro Volontà nello sposo e la sposa che si congiungono in vita nuova, mentre essi in vita vecchia rimangono, come Memoria divisa, a guardare il mistico maritaggio.

ed un

Noi potremmo qui trascrivere dagli stessi rituali quel GRADO di cui Dante ed altri favellano, il quale si chiama del terzo Cielo; e far ivi vedere AMORE con una freccia in mano, Cuore nel grembo, su cui è una cifra la quale indica che cosa quel Cuore figura; ed insieme con AMORE mostrar PSICHE velata, detta la Verità, coperta degli stessissimi tre colori, bianco, verde e rosso, de'quali Beatrice va rivestita; ma non è questo il luogo da togliere il cappuccio variopinto a Lucia. Potremmo anche trascrivere dalle opere sibilline di Swedenborg gli sposalizj di quegli angeli che sono nel punto stesso maschi e femine, ed esprimere colle stesse parole di lui che cosa que' maritaggi figurano; ma ciò sarebbe anche prematuro al nostro disegno. Tenendoci perciò stretti al secolo di Federico, anzi al periodo della sua vita, considereremo come l'ANIMA e il CORE si partono dall'amante, e come fatte due persone parlano fra loro affettuosamente, giusta la teoria da Dante accennata.

Lapo Gianni, Fiorentino, uno de' più eleganti rimatori nel tempo di Federico, e de' più caldi fedeli d'Amore, cantava così:

Angelica figura, nuovamente

Dal ciel venuta, a spander tua salute*

Tutta la sua virtute

Ha in te locata l'alto dio d'Amore.

Dentro al tuo cor si mosse un spiritello

Che uscì per gli occhi (tuoi), e vennemi a ferire,
Quando guardai lo tuo viso amoroso;

E fè'l cammin pe' miei (occhi) sì fiero e snello
Che il CORE e l'ALMA fece via partire.

* Questa salute, di cui tanto discorre Dante nella Vita Nuova, nella Divina Commedia e nella Volgare Eloquenza, verrà in seguito definita.

Poi quando l'ALMA fu rinvigorita
Chiamava il COR gridando: Or se'tu morto,
Ch'io non ti sento nel tuo loco stare?
Rispondea il COR ch'avea poco di vita,
Sol, pellegrino e senza alcun conforto,
E disse: O ALMA, aiutami a levare,
E rimanere al casser della mente.

E così interamente

N'andaro al loco ond' ei fur pinti fuore.

Ed eccoli riuniti in felice coniugio al casser della mente, o alla rocca della mente di cui parla Dante, o al poggio alto, di cui parla Petrarca, figurato altrimenti nel cielo.

Lo stesso fedel d'Amore, mandando i suoi versi a Madonna, dice loro così:

Quando sarete innanzi a lei, inchinate,

E poi, udita sua dolce accoglienza,
Dite: Madonna, il vostro fedel servo
A voi ne manda che ci riceviate,
Pregando che riteniate in conservo

L'ANIMA e 'l CORE, e tutta sua possanza.

Appresso le direte che la mente

Porto gioiosa del suo bel piacere,
Poichè m'ha fatto degno dell' onore*.
E non è vista di cosa piacente
Che tanto mi diletti di vedere
Quanto lei sposa novella d'Amore †;
E non m'avviso ch'alcun amadore,
Sia quanto vuol di gentile intelletto,
Abbia rinchiuso dentro dal suo petto
Tant' allegrezza ch'a
'appo me non moia.

Ballata, ei non è donna

Che tanto degna sia da onorare,

Quanto costei a cui ti vo'mandare.

La finzione di far uscire dall'amante l'ANIMA e il CORE portava seco l'altra, ch'ei rimanesse come morto, e quando poi quella emblematica coppia si riuniva in lui, egli per quel beato connubio risorgeva a Vita Nuova. Nel passo, qui innanzi al

* Di quest' onore, che vuol dire ascension di grado, parleremo più in là. + "Amore signoreggiò l'Anima mia, la quale fu sì tosto a lui disposata." (Dante, qui innanzi.)

legato, dove Dante significò che il cuore gli cominciò tutto a tremare dalla sinistra parte, talchè egli poggiò la sua persona simulatamente ad una pittura, soggiunge: "Allora io, riposato alquanto, e resurrèssiti li morti spiriti miei*, e li discacciati (cioè l'Anima e il Core) tornati alle loro possessioni, dissi: Io ho tenuti li piedi in quella parte della Vita di là dalla quale non si può ir più per intendimento di ritornaret." E nell' altro citato passo analogo scrive: "Il mio corpo, il quale era tutto sotto il reggimento d'Amore, molte volte si movea come cosa grave e inanimata." (Vita Nuova, pp. 16. 21.) E l'amante morto vedeva sè fuori di sè, cioè la sua anima, fatta sua amante, essendo ciò il cominciamento o l'iniziazione de' misteri: onde Pier delle Vigne :

Son menato al morire

Per forza, ed io medesmo mi c'invio,

E la mia morte me farà vedere.

A ciò mi dona gran confortamento

Contra lo meo penare,

Ch'io son da lei amato.

E cominciato m'ave a meritare (rimeritare):
Bon fine aspetta buon cominciamento.

A si alta incominciaglia

Amore m'ha inorato (onorato) di venire,
Perchè più acquisto che non ho mertato.
Ma in lei è tanto di canoscimento

D'Amore, che la intenza (intenzione)
Pur mi fa rallegrare,

Come dee fare chi sì ben comenza,

Quant' ha più delle donne insegnamento.

E altrove ci fa sapere quel che intendeva fare dopo morte :

Di ciò viver non voglio,

Ma dipartire l'ALMA dalle membra....
Non vo'che men per morte mi sovvegna
Di quella in cui son mise

Tutte bellezze assise.

Nè questa finzione si limitò a quel secolo, ma, sempre flu

* Resurrèssiti è participio spurio che non ha infinito, ma vale a indicare il Resurrexit.

Apulejo espresse la stessa idea nella sua iniziazione, quando disse, che toccò le soglie della morte.

endo dalla medesima sorgente, giunse sino ai tempi più tardi ; di modo che un accademico della Crusca, di cui altrove dovrò ragionare, scrisse un volume intero, intitolato "La Donna Immaginaria," la quale è appunto quella che noi chiamiamo la Donna Mistica; ei pinge in essa la vera eleusina Musa,

In cui l'arte d'Amore è tutta chiusa.

Nel primo componimento di questa Donna Immaginaria si legge che il poeta, fattone amante, poichè da lei fu morto, In NUOVA VITA è sorto,

Sotto la stessa immago, in altro stato,

In sembianza mortal corpo beato.

Quindi, nella sesta strofa, è dipinto il trionfo della Donna Immaginaria: si oda come l'uomo nuovo vedea l'uomo vecchio: Al bel trionfo il vanto

Cresce turba d'amanti in lacci avvinta,
E passar tra la folla io raffiguro

L'antico me, nè del suo mal mi curo;

Anzi, beffando, il mostro a dito, e rido,

Tanto il mio me novello erge il pensiero.

Ma non ci partiamo dal tempo di Federico. Ser Noffo, notaio d'Oltrarno, così scriveva in una canzone:

Non so di ciò chi faccia conoscente

Più tra la gente che la vista mia

Che mostra apertamente

Come l'ALMA desia

Per vedere lo COR partirsi via.

Io la vidi sì bella e sì gentile (l'Anima),
Ed in vista sì umile che per forza
Del suo piacere

A lei vedere menar gli occhi il CORE.

Partissi allora ciascun pensier vile,

Ed Amor ch'è sottile, sì ch'ei sforza
L'altrui sapere

Al suo volere, mi si fè signore.—

E in fra le donne pare (l'Anima)
Lumera di splendore.

Chi la puote affisare

* Intende de' segni che sapea fare con gli occhi, levandoli al cielo.

Pinger si sente fuore

Subitamente ciaschedun dolore;

Ma non concede questo Amor gentile
A COR che villan sia.

E Jacopo Pugliesi da Prato gemendo sclamava :
Morte, perchè m'hai fatto sì gran guerra,

Che m'hai tolta Madonna, ond' io mi doglio?
Lo Fior delle bellezze morto hai in terra,
Perchè lo mondo n'è rimasto spoglio.-
Or n'è gita Madonna in Paradiso...
Madonna, lo tuo viso

Chi 'l tiene in sua balia?

Lo vostro insegnamento e dond' è miso?
E lo tuo franco COR chi me l' ha priso?
Ov'è Madonna e lo suo insegnamento?
La sua bellezza, e la sua canoscenza?
Lo dolce riso e lo bel parlamento?

Gli occhi e la bocca e la bella sembianza?
Lo suo adornamento e la sua cortesia?

Questo pover uomo era nel numero di coloro di cui le donne morivano prima di loro, come Dante, Petrarca, Boccaccio, Cino, Ausias March, Ludovico Martelli, ecc., de'quali parleremo in seguito, e già ne ragionammo nello Spirito Antipapale.

Jacopo da Lentino cantava così della sua donna, nata e vivente nel Paradiso, mentr' egli era morto in terra.

Son morto, chè m'incende

La Fior che in Paradiso

Fu, com'avviso, nata: ond'io non poso.

A torto non discende

Ver me, chè m'ha conquiso

Lo suo bel riso dolce ed amoroso;

Chè i suoi dolci sembianti

Gioiosi ed avvenanti

Mi fanno tormentoso

Istar sovra gli amanti.....

In lei regna valenza,

E canoscenza più ch'arena in fiumi.

* Belle cose sentiremo intorno agli occhi e la bocca di Madonna, prima e

seconda bellezza della donna della mente.

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