Sayfadaki görseller
PDF
ePub

DELLA

LETTERATURA ITALIANA

LIBRO PRIMO

DAL SECOLO XI FINO AL XV

САРО І.

Stato dell'Italia dopo il mille.

Origine delle Repubbliche

italiane. Lega lombarda. --- Pace di Costanza, e suoi effetti. Ardore negli studj legali, ed università di Bologna. Stato di Roma e del regno delle Due Sicilie. Federico II.

Vicende di

Nè la caduta dell'Impero occidentale, nè

le invasioni dei Barbari, nè i guasti di tanti eserciti, nè le orrende calamità d'ogni maniera, che per sì lungo tempo disertarono la bella Italia, aveano spento ne' suoi abitatori quel fuoco immortale che animò prima gli Etruschi e poscia i Latini. Se in mezzo alle dense tenebre che coprirono la terra per ben cinque secoli, ed estinsero ogni lume di lettere, rimase pur qualche favilla, essa si tenne celata nelle terre italiane, e si raccese nell'undecimo secolo, in cui ci si presenta il grande spettacolo dello spirito umano, che solca cu MAFFEI, St. lett. ital. Vol. I.

1

qualche raggio di luce la notte della barbarie e dell'ignoranza che era giunta al colmo nel decimo.

Le Crociate che dischiusero l'Oriente all' Occidente, e mostrarono ai rozzi Europei i capolavori delle lettere e delle arti greche; lo stabilimento degli Arabi nelle parti meridionali dell' Italia, i quali aprirono la famosa scuola di medicina in Salerno, e fecero conoscere molti antichi Classici; un' altra scuola di giurisprudenza aperta in Bologna, ove Irnerio o Guarnerio dettava il romano diritto; la scoperta di un novello sistema di musica fatta da Guido Aretino, che migliorò il canto, ed agevolò la via ad apprender quest'arte per lo addietro difficile; lo spirito cavalleresco che ingentilì gli animi, e fece in essi nascere vaghezza di segnalarsi colle armi, o colla lira; l'origine delle repubbliche italiane, in cui i cittadini tentavano in mezzo alle fazioni di poggiar alto colla forza del dire non meno che col valore nelle guerre; l'introduzione di una nuova lingua che prometteva di pareggiare in bellezza quella da cui avuto avea il nascimento, e colla quale cominciavano già gli innamorati a cantare la bellezza delle loro vaghe, e gli uomini d'arme a rallegrare di qualche inno le loro vittorie; tutto in somma tendeva a risvegliare gli Italiani dal pigro sonno, in cui per lunga pezza sepolti, aveano posto in obblio gli antichi trionfi, e la gloria ancor più splendida delle lettere. Noi veggiamo cangiarsi ogni cosa dopo il mille: sparisce lo squallore

[ocr errors]

prodotto dalla folle opinione che in quell'anno dovesse l'universo disciogliersi; onde gli. uomini quasi scampati da presentissimo naufragio risorgono a novella vita, e con grande energia e coraggio si volgono a compensare la passata trascuranza, e depongono le vecchie pratiche, e le foggie delle vesti e degli arnesi.

L'amore di libertà che avea scaldati i petti degli Italiani nell' undecimo secolo, s'accrebbe nel duodecimo; e le città lombarde, approfittando dei tumulti del regno di Enriro IV, pressochè tutte si dichiararono independenti; onde la lotta fra il sacerdozio e l'impero tornò favorevole a coloro che amavano reggersi a popolo. Le guerre atroci con cui si travagliarono a vicenda queste repubbliche sotto l'impero di Enrico V esercitarono il coraggio dei loro cittadini, che si conservarono liberi sotto Lotario II, ultimo imperatore della casa di Franconia, e di Corrado III che fu lo stipite di quella di Svevia, cioè fino alla metà del secolo duodecimo (1152), in cui si assise sul trono imperiale il famoso Federico Barbarossa, giovane ambizioso e guerriero, che brandite le armi discese nella Italia per sottomettere le città lombarde. Istruite queste dalle sventure e dalle crudeltà esercitate contro di esse da un vincitore esasperato, che le trattava quali ribelli, e principalmente dalla miseranda rovina della più florida di esse, (di Milano, presa due volte ed alfine adeguata al suolo da Federico ) deposero le private loro inimicizie, e formarono quella celebre lega lombarda, contro cui si

ruppero tutte le forze dell'Impero, e nulla valse il coraggio dell' intrepido Imperatore, che dopo ventidue anni di ostinata guerra, in cui vide perire sette formidabili eserciti o di morbo o di ferro, dovette finalmente inchinar l'animo agli accordi. Nella pace di Costanza, fermata l'anno 1183, fu riconosciuta con cesareo rescritto la libertà delle città italiane, che cominciarono a reggersi da 'se sole, senz' altra dependenza dagli imperadori che quella dell'alto dominio, delle appellazioni, e di qualche altro diritto: stato che sembrò ad esse il più lieto e felice, ma di cui non tardaron molto, come vedremo, a sentire gravi e funestissimi danni (1).

In questa lunga e violenta lotta era impossibile che gli animi non acquistassero una maggiore energia, elevatezza e curiosità. Posciachè le città cominciarono a governarsi co' loro consoli e Comuni, fu d'uopo dare a ciascuna una giurisprudenza municipale; onde tanto più crebbe lo studio delle leggi, e si vide nel governo e negli ufficj de' magistrati un'immagine della antica romana repubblica. Si moltiplicarono anco le scuole; e basti il sapere che nell' atrio interno della metropolitana milanese eranvi due scuole filosofiche, in cui i cherici della chiesa e della diocesi venivano in

(1) Tiraboschi, tom. III, lib. IV, cap. 1. Ginguené, Hist. Littér. d' Ital. tom. I, chap. 3. Muratori, Antiq. Ital. dissert. 48. De Societate Lombardorum, et de Pace Veneta et Constantiensi.

diverse scienze ammaestrati, e che ai professori si pagava annualmente dagli aricivescovi il dovuto stipendio (1).

Ma infra tutte le pubbliche scuole di questo secolo portava il vanto la università di Bologna, ove si crede che Irnerio avesse prima introdotti i gradi che conducono al dottorato, i titoli di baccelliere e di dottore, il berretto, e gli altri ornamenti che distinguono i diversi gradi; ben conoscendo egli quanto l'esterno corredo sia possente a sedurre la immaginazione, e quanta forza la immaginazione abbia sull'animo (2). Questi istituti in fatto aveano destata grande emulazione ed ardore negli scolari, alcuni de' quali conseguirono tanta celebrità, che allorquando Federico Barbarossa nella Dieta di Roncaglia raccolse un immenso senato, a dar giudizio solenne dei diritti dell'Impero, dei pontefici, dei vescovi e dei feudi, elesse quattro giurisprudenti bolognesi e scolari di Irnerio, perchè a guisa di presidi sedessero in quel tribunale (3).

E certamente se mai vi fu tempo in cui necessario oltremodo fosse lo studio. delle leggi, era quello di cui ragioniamo. I Longobardi, i Franchi e gli Alemanni che si erano stabiliti nella Italia aveano ottenuto di poter vivere secondo le leggi della lor nazione; e convenne tollerare una siffatta confusione, perchè era

(1) Tiraboschi, tom. III, lib. IV, cap. 1.

(2) Corniani, Sec. della Letter. Ital. tom. I, art. 4. (3) Bettinelli, Risorgimento d'Italia, cap. 3.

« ÖncekiDevam »