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Avendo trovato nella bottega di uno speziale un libro da lui finallora inutilmente cercato, appoggiatosi ad un banco si pose a leggerlo con tale attenzione, che da nona fino a vespro si stette quivi immobile, senza avvedersi dell'immenso strepito che menava nella contigua strada un corteggio di nozze che di là venne a passare (1).

Dalla moglie Gemma ebbe Dante cinque figliuoli ed una figlia, cui pose nome Beatrice in memoria del suo primo amore. Tre de' suoi figliuoli morirono in tenera età; Pietro suo primogenito divenne celebre giureconsulto; coltivò anche la poesia, e fu il primo chiosatore del poema di suo padre. Jacopo, suo secondogenito, commentò anch' egli la prima parte della Divina Commedia, e ne fece anche un compendio in terzine; ma egli è si lontano dall' eccellenza del genitore, quanto le

tenebre dalla luce.

L'opera cui Dante va debitore della gloria che non verrà mai meno, se pria l'universo non si dissolve, è il suo poema. Prima però di ragionare intorno ad esso siamo d'avviso di dover dare un'idea delle altre opere sue; giacchè tutti i parti di sì nobile ingegno sono preziosi per la storia delle italiane lettere. Prime ci si presentano le sue rime composte di sonetti e di canzoni, secondo il costume di que' tempi. Molta vaghezza ed acume hanno i suoi sonetti: nel secondo egli si volge alle sue

(1) Boccaccio, Vita di Daute. Pelli, Mem. XVI.

rime, e sembra disapprovare un componimento che gli era tribuito, e le conforta a non riconoscerlo per fratello (1):

O dolci rime che parlando andate

Della Donna gentil che l'altre onora,
A voi verrà, se non è giunto ancora,
Un che direte: questi è nostro frate.
Io vi scongiuro che non lo ascoltiate, ec.

In un altro sonetto il poeta maledice il dì che vide imprima la luce degli occhi traditori della sua donna; e il punto in cui ella venne sulla cima del cuore a trarne l'anima di fuori; e l'amorosa lima che ha pulito i suoi motti; e la sua mente dura, che ferma è di tener quel che lo uccide. Il Muratori poi parla di un sonetto che si legge in un manoscritto dell' Ambrosiana, e che comprende una vaghissima immagine. «Se Amore, dice egli, si lasciasse veder tra le genti, onde si potesse far querela davanti a lui, immantinente io me gli gitterei a' piedi chiamandomi offeso; ma poi non oserei dire da chi. Non potrei però far di meno di non chiedergli ragione contra una donna che mi ha furato il cuore " (2).

Le canzoni di Dante sono gravi e sublimi, e provengono da un petto pieno di filosofia, non meno che da un'alta e feconda immaginativa. Esse parlano d'amore, e talvolta esprimono lo stato dolente dell' esule poeta, il quale

(1) Rime di Dante, ediz. del Zatta 1758, tom. IV. (2) Muratori, Perf. Poes. lib. I, cap. 21.

però altero in mezzo alle sue sciagure le antepone al vizio ed alla vergogna. Nella canzone XIV tre donne gli vengono intorno; si seggono di fuori, chè dentro siede Amore, il quale è in signoria della sua vita.

Ciascuna par dolente e sbigottita

Come persona discacciata e stanca,
Cui tutta gente manca "

E cui vertute e nobiltà non vale,

Tempo fu già in cui, come dicono, furon dilette; or sono a tutti in ira ed in non calc; e vengono solette come a casa d'amico. Molto si dole l'una con parole;

E 'n sulla man si posa,
Come succisa rosa;

Il nudo braccio di dolor colonna
Sente lo raggio che cade dal volto;
L'altra mantiene ascosa

La faccia lagrimosa

Discinta e scalza, e sol di sè par donna.

L'amore le interroga; una di esse rivela il suo nome e quello delle sue compagne: esse sono la drittura, o rettitudine, la generosità e la temperanza che mendicando vanno. L'amore le raccoglie, ed il poeta allora si conforta d'esser esule con tali virtù, anzichè grande e ricco, e felice nel loco natío in mezzo ai vizj.

Ed io ch'ascolto nel parlar divino
Consolarsi e dolersi

Cosi alti dispersi,

L'esiglio che m'è dato onor mi tegno:

E se giudizio o forza di destino
Vuol pur ch' il mondo versi

I bianchi fiori in persi,

Cader tra' buoni è pur di lode degno.

Varie altre rime di Dante si leggono nella Vita Nuova, che è la storia de' giovanili suoi amori con Beatrice, frammischiata a diversi componimenti che per essa compose. In un sonetto, encomiato dal Muratori, si trova una vaga e viva immagine, la quale comechè sia espressa con umili parole, tuttavia è maravigliosamente ajutata da una graziosa purità (1). Essendo morta la sua donna, egli dice d'aver trovato Amore che veniva per la via mesto e con gli occhi bassi, come uomo ch'abbia perduto signoria, o sia caduto da alto stato.

Cavalcando l'altr' ier per un cammino,
Pensoso dello andar che mi sgradia,
Trovai Amor nel mezzo della via

In abito leggier di pellegrino, ec.

La prosa della Vita Nuova è distinta da uu certo candore, ed è colorita da una dolce melanconia che era lo stato abituale dell'anima del poeta. Vi si legge un sogno che è pieno di affetto, e destato da una viva sensibilità.

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Quando ebbi pensato alquanto di lei (di Beatrice), ed io ritornai pensando alla mia deboletta vita; e veggendo come leggiero era il suo durare, ancorachè sano fossi, cominciai

(1) Vita Nuova, pag. 12. Muratori, Perf. Poes. lib. I, сар. 15.

a piangere fra me stesso di tanta miseria; onde sospirando forte dicea fra me medesimo: di necessità conviene che la gentilissima Beatrice alcuna volta si muoja. E però mi giunse un sì forte smarrimento, che io chiusi gli occhi e cominciai a travagliare come frenetica persona, e ad immaginare in questo modo: che nel cominciamento dello errare che fece la mia fantasia apparvero a me certi visi di donne scapigliate che mi diceano: tu pur morrai. E poi dopo queste donne, m'apparvero certi visi di donne diversi ed orribili a vedere, li quali mi diceano: tu se' morto. Così cominciando ad errare la mia fantasia, venni a quello che io non sapeva dov'io mi fossi; e veder mi parea donne andare scapigliate, piangendo per la via, maravigliosamente triste: e pareami vedere lo sole oscurare, sicchè le stelle si mostravano di colore, che mi faceano giudicare che piangessero; e grandissimi terremoti. E maravigliandomi in cotal fantasia, e paventando assai, immaginai alcuno amico che mi venisse a dire: or non sai? la tua mirabil donna è partita di questo secolo. Allora incominciai a piangere molto pietosamente e non solamente piangea nella immaginazione, ma piangea cogli occhi, bagnandoli di vere lagrime. Io immaginava di guardar verso il cielo, e pareami vedere moltitudine di angeli, li quali tornassero in suso, ed avesser dinanzi di loro una nebuletta densissima: e pareami che questi angeli cantassero gloriosamente... Allora mi pareva che il cuore, ov' era tanto amore, mi dicesse: vero è che

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