99 d'ardente virtute ornata e calda, Alma gentil, cui tante carte vergo: O sol già d' onestate intero albergo, Torre in alto valor fondata e salda: ✪ fiamma, o rose sparse in dolce falda Di viva neve, in ch' io mi specchio e tergo: O piacer onde l'ali al bel viso ergo, Che luce sovra quanti il sol ne scalda: Del vostro nome, se mie rime intese Fossin si lunge, avrei pien Tile e Battro, La Tana, il Nilo, Atlante, Olimpo, e Calpe ! Poichè portar no 'l posso in tutte quattro Parti del mondo, udrallo il bel paese Ch' Apennin parte, e'l mar circonda e l'alpe. Padre del ciel dopo i perduti giorni, Dopo le notti vaneggiando spese Con quel fero desio, che al cor s'access Ad altra vita ed a più belle imprese; Il mio duro avversario se ne scorni. Riduci i pensier vaghi a miglior luogo, S. I. Biagio Schiavo nella G. 1. del Filalete considera questo Sonetto, e chiamalo piena di leggia drissime locuzioni. S. II. A Dio. Il Tassoni: Certo non è inferiore ad alcuno. Il Muratori: Quanto più si andrà considerando, tanto più bello comparirà. Pom Pommi 99 ommi ove 'l sol uccide i fiori e l'erba, Al dolce aere sereno, al fosco e greve: Pomm'in cielo od in terra, od in abisso, In alto poggio, in valle ima e palustre, 64 Rotta è l'alta colonna el verde lauro : Che facean ombra al mio stanco pensiero, Perdut' ho quel che ritrovar non spero Dal borea all' austro, e dal mar indo al mauro Tolto m'hai morte il mio doppio tesauro, Che mi fea viver lieto e gire altero, E ristorar nol può terra nè impero, Nè gemma oriental ne forza d'auro. Ma se consentimento è di destino, , Che posso io più, se no aver l'alma trista, Com' perde agevolmente in un mattino (1) S. I. Sopra questo Sonetto Lelio Bonsi compose tre lettere, ed è, dice non men dotto che vago. S. II. Per la morte di Gio. Card. Colonna, e di M. Laura, i quali morirono nell'anno della peste 1348. Questa in aprile, quegli in giugno. V. Cinccon. T. 2. p. 429. ed il Petr. Son. 291. (1) Così ancora M. Cino: Deh Gherarduccio com' campasti tue? Troncamento da alcuni grammatici riputato duro, e però da non essere usato, non si dovendo, dicono, quelle voci troncare, le quali troncate se ne rimanga in fine la m, se l'intero di quelle voci non finisce in amo od emo. Vedi Salviati Avvert. 1. 3. c. 2. partic. 37. A 2 Che Che he fai? che pensi? che pur dietro guardi Giungendo legne al foco ove tu ardi? Che ad un ad un descritti e dipint' hai,, Non seguir più pensier vago. fallace, Quanta uanta invidia ti porto, avara terra, Lo spirto dalle belle membra sciolto ;. 9% Quanta invidia a quell' anime, che 'n sorte Quant' alla dispietata e dura morte, Ch'avendo spento in lei la vita mia • S. In morte di M. Laura. Così i segg. S. II. Il Tassoni: L'ordine con che è tessuto, è mirabile. Gli angeli eletti e l'anime beate, Cittadine del cielo, il primo giorno Che Madonna passò, le fur intorno Piene di meraviglia e di pietate (1). Che luce è questa, e qual nova beltate? Dicean tra lor, perch' abito sì adorno Dal mondo errante a questo alto soggiorno Non sali mai in tutta questa etate. Ella contenta aver cangiato albergo, Si paragona pur coi più perfetti, E parte ad or ad or si volge a tergo, Mirando s'io la seguo, e par ch'aspetti; Se Ond' io voglie e pensier tutti al ciel ergo 99 e lamentar augelli, o verdi fronde Lei che il ciel ne mostrò, terra n' asconde, Quando mostrai di chiuder, gli occhi apersi. S. I. Il Muratori Francamente contalo per uno de' più belli; anzi dì, che ha pochi pari. La fantasia ha qui egregiamente lavorato. (1) Pietate dagli antichi sovente pigliata in significazione di riverenza. Così poi il Bembo: Oppur così pietate o Dio sonora ? S. II. Il Tassoni: Porrei questo Sonetto fra i migliori senz'altro. Il Muratori Rileggilo, il trove rai superiore alle opposizioni. Ov'è la 60 'è la fronte che con picciol cenno Volgea il mio core in questa parte e 'n quella ? L'accorta, onesta, umil, dolce favella? Che gran tempo di me lor voglia fenno? Ch'ora e riposo dava all' alma stanca, Quanto al misero mondo, e quanto manca Levomp .: jevommi il mio pensier in parte, 'ov' era Te solo aspetto, e quel che tanto amasti, S. I. Il Muratori chiama questo Sonetto riguardevole. ) Il Tassoni: Per ombra intenderei quello, i pittori chiamano aria. che S. II. Il Muratori: Questo al mio riguardo pa re il più bel Sonetto del Petrarca. (2) Il Tassoni: Questo terzetto è una dell' eccel lenti cose che abbia la poesia melica. Deh |