Fra l'altre la vestal vergine pia Schiera che del suo nome empie ogni libro, Qui dell'ostile onor l'alta novella, Nè 'l trionfo d'altrui seguire spiacque Così giugnemmo alla città soprana E 'l giovine Toscan, che non ascose Con parecchi altri; e fummi'l nome detto D'alcun di lor, come mia scorta seppe, Ch' avean fatto ad Amor chiaro disdetto; Fra' quali vidi Ippolito e Gioseppe. 410 TRIONFO DELLA MORTE. O ciechi, il tanto affaticar che giova? CAPITOLO I. - 6. In questo capitolo racchiude il Petrarca la descrizione del ritorno da Roma in Provenza di Laura vittoriosa; lo scontro della Morte in lei; il ragionamento della Morte e di Laura; una sua digressione contro la vanità delle cose mondane, presa cagione dalla moltitudine de' morti potenti; la morte di Laura, amplificata dalle persone presenti, dal modo d'uccidere della Morte, dagli atti e dalle pa role degli astanti, dal tempo, dall'assenza dei demonii, e dalla qualità piacevole del morire. Questa leggiadra e gloriosa donna, Ch'è oggi nudo spirto e poca terra, E fu già di valor alta colonna, Tornava con onor dalla sua guerra, Allegra, avendo vinto il gran nemico Che con suo' inganni tutto 'l mondo atterra, Non con altr' arme che col cor pudico, E d'un bel viso e di pensieri schivi, D'un parlar saggio e d'onestate amico. Era miracol novo a veder quivi Rotte l'arme d' Amor, arco e saette: E quai morti da lui, quai presi vivi. La bella donna e le compagne elette, In campo verde un candido armellino, Stelle chiare pareano, in mezzo un Sole Che tutte ornava e non togliea lor vista, Di rose incoronate e di viole. E come gentil cor onore acquista, Così venía quella brigata allegra: Quand' io vidi un'insegna oscura e trista. Ed una donna involta in veste negra, Con un furor qual io non so se mai Al tempo de' giganti fosse a Flegra, Si mosse, e disse: O tu donna, che vai Io son colei che sì importuna e fera Or a voi, quand' il viver più diletta, Drizzo 'l mio corso, innanzi che Fortuna Nel vostro dolce qualche amaro metta. In costor non hai tu ragione alcuna, Ed in me poca; solo in questa spoglia: Rispose quella che fu nel mondo una. Altri so che n'arà più di me doglia La cui salute dal mio viver pende; A me fia grazia che di qui mi scioglia. Qual è chi 'n cosa nova gli occhi intende, E vede ond' al principio non s'accorse, Sì ch'or si maraviglia, or si riprende; |