Sopra 'l monte Tarpeo, Canzon, vedrai Con gli occhi di dolor bagnati e molli, SONETTO VIII. - 45. A messer Agapito, pregandolo di ricevere in sua memoria alcuni piccoli doni. La guancia, che fu già piangendo stanca, Riposate su l'un, Signor mio caro; E siate omai di voi stesso più avaro A quel crudel che suoi seguaci imbianca. Con l'altro richiudete da man manca La strada a' messi suoi, ch'indi passaro; Mostrandovi un d'agosto e di gennaro; Perch'alla lunga via tempo ne manca. E col terzo bevete un suco d'erba Che purghe ogni pensier che 'l cor afflige. Dolce alla fine e nel principio acerba. Me riponete ove 'l piacer si serba, Tal ch'i'non tema del nocchier di Stige; SONETTO IX. - 71. Invita le donne e gli amanti a pianger seco la morte di Cino da Pistoia. Piangete, donne, e con voi pianga Amore; Pianga Pistoia e i cittadin perversi, SONETTO X.-77. Ad Orso dell'Anguillara, che doleasi di non poter ritrovarsi ad una giostra. Orso, al vostro destrier si può ben porre Un fren, che di suo corso indietro il volga; Ma 'l cor chi legherà, che non si sciolga, Se brama onore, e 'l suo contrario abborre? Non sospirate: a lui non si può tôrre Suo pregio, perch'a voi l'andar si tolga; Chè come fama pubblica divolga, Egli è già là, che null' altro il precorre. Basti che si ritrove in mezzo 'l campo Al destinato dì, sotto quell'arme Che gli dà il tempo, amor, virtute e 'l sangue; Gridando: D'un gentil desire avvampo Col signor mio, che non può seguitarme, E del non esser qui si strugge e langue. A Stefano Colonna, perchè segua il corso Vinse Annibal, e non seppe usar poi Però, Signor mio caro, aggiate cura Vostra fortuna dritto per la strada SONETTO XII. 83. Alla virtù del Malatesta, ch' ei vuol rendere immortale scrivendo in sua lode. L'aspettata virtù, che 'n voi fioriva Quando Amor cominciò darvi battaglia, Produce or frutto che quel fiore agguaglia, E che mia speme fa venire a riva. Però mi dice 'l cor ch'io in carte scriva Cosa onde 'l vostro nome in pregio saglia: Chè 'n nulla parte sì saldo s'intaglia, Per far di marmo una persona viva. PETRARCA. 31 Credete voi che Cesare o Marcello per O Paolo od African fossin cotali CANZONE III. -24. S'è innamorato della Gloria, perch'essa Una donna più bella assai che 'l sole Acerbo ancor mi trasse alla sua schiera. Sempre innanzi mi fu leggiadra, altera: A faticosa impresa assai per tempo, |