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Dn. 414.2

1884, Nov. 20,
Gift of

Prof. O. È. Norton.

A CHI LEGGE.

Assai modeste furon le brame di chi compilò quest' operetta destinata principalmente alla libera gioventù Grigione. Istradarla alla lettura di Dante e del Machiavelli; accennarle i costumi, le gesta, gli errori e le virtù degl' Italiani del medio evo; invogliarla a fare in appresso degli studj ancora più esatti sopra questa importantissima parte della storia; insegnarle a riporre il somino bene del cittadino in una libertà regolata da savie leggi; incitarla ad odiar la tirannide, a starsi sempre in guardia dalla prepotenza de' magnati, a deridere le astuzie de' preti, a sprezzare le arti dei demagoghi ecco quello che mi sono studiato di otte nere col metterle in mano il presente libricciuolo, ch'altro non contiene che

Liberi sensi in semplici parole.

Non vi sarà forse alcuno, il quale di me più vivamente desideri, che all'Italia fosse già toccato in sorte un qualche storico da pareggiarsi al divino scrittore delle storie fiorentine. Quanto allora non sarei stato pago di stenderne un compendio ragionato, o d'assister pure alla ristampa d'un libro

IV

altrove probabilmente sotto severe pene proibito! Ma il rio servaggio di tre secoli non osò, ně seppe produrre una storia italiana degna di tal nome, scevra di menzogne, di adulazioni, e di timore, atta a consolare alquanto gli oppressi colla maestria dell' arte, e col consecrare alla eternità i pianti, che mal reprimono nel cuor profondo, e le loro speranze, che non ancora svanite, dettarono all'Alfieri quel verso minaccioso:

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Servi siam, sì; mà servi ognor frementi!

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Laonde a me altro non restava, che d'intraprendere quello, che ora presento a' miei concittadini grigioni, pubblico assai ristretto, gli è vero, ma libero almeno. Mi misi quindi a svolgere la gran raccolta del Muratori, gli Annali e le Antichità del medesimo, facendo insieme il debito uso di quante opere spettanti al mio argomento potei procacciarmi, e sono nominatamente: Lupi Codice diplomatico di Bergamo, dal cui secondo volume, in Germania ancora ignoto, furon tratte varie pellegrine notizie sulla lega lombarda; Fumagalli Antichità longobardo-milanesi; Codice diplomatico e istituzioni diplomatiche del medesimo; la Cronica veneta del così detto Gio. Sagornino, Foscarini, Marino, Cori, Machiavelli, Tiraboschi, Bettinelli, Napoli-Signorelli, Denina, Pignotti, Verci, Storia degli Ecelini; Sismondi, ecc. De' nostri consul

tai Gio. Muller, Schlosser, Savigny, Voigt, Vita di Gregorio VII; Storia della lega lombarda; Kortum, Vita di Federigo Barbarossa; Funk, Vita di Federigo II; Menzel, ecc. Or dalla composizione di elementi si diversi nacque una disuguaglianza di stile troppo sensibile ad ogni colto Italiano, ma di poco o niun discapito per i miei lettori tedeschi e romanzi. L'aver poi voluto dare delle semplici Cronichette, somiglianti in parecchj risguardi a quelle del tempo ch'esse abbracciano, mi lasciò in piena libertà d'inserirvi aneddoti, e parlate, non troppo convenienti alle rigide leggi della storia moderna, alle quali la mia farragine non avea voglia di sottoporsi, mentre s'appagava d'una certa vivacità, e del non perder mai di vista il fine suaccennato.

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Quantunque ormai lontano per sempre da voi, carissimi giovanetti, spero d'avervi ancora giovato! Ma nessuno per certo mi vieterà di rivolgere spesso il desioso sguardo sovra di voi, già mia speranza e dolce cura. Fate si, che la felice vostra patria resti la tranquilla sede insieme, e l'asilo della libertà! Né alcun sacrifizio da farsi essa possa mai parervi troppo gravoso!

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ZURIGO, 10 Giugno 1820.

per

GIO. GASPARO ORELLI.

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