Sayfadaki görseller
PDF
ePub

2

Moss'è dagli occhi di quella pietosa,
Che si turbava de' nostri martiri.3

1 innanzi a me. Altri: innanzi me. 2 Moss'è dagli occhi. In altri testi seguíti dal Fraticelli si legge: Mosse dagli occhi, ovvero, Mosse degli occhi. Gli antichi testi scrivevano mosse per mosso è, unendosi le due voci. La nostra lezione ri

sponde a ciò che leggesi nella narrazione: « .... è mosso da così gentil parte, com'è quella degli occhi. »

3 de'nostri martiri. Altri: de' vostri martiri. E meglio nostri, che comprende il core e l'anima.

SONETTO XXV.

Ricordandosi di Beatrice si pente del nuovo amore.

1

Lasso per forza de' molti sospiri

Che nascon de' pensier 2 che son nel core,
Gli occhi son vinti, e non hanno valore
Di riguardar persona che gli miri.

E fatti son che paion due desiri
Di lagrimare e di mostrar dolore,
E spesse volte piangon sì, che Amore
Gli cerchia di corona di martíri.

3

Questi pensieri e li sospir, ch' io gitto
Diventano nel cor si angosciosi,
Ch' Amor vi tramortisce," sì glien duole;
Perocch' egli hanno in sè li dolorosi
Quel dolce nome di Madonna scritto,
E della morte sua molte parole.

[merged small][ocr errors][merged small]

6

[blocks in formation]

finalmente: Perocchè egli hanno in cor li dolorosi.

La meno erronea di questa lezione è la prima, nella quale male furono divise le due parole perocchegli dei

Codici antichi. La seconda cangia li in sì, che non ha rispondenza di paragone. La terza cangia sè in lor, mentre il complemento in sè va riferito al soggetto egli.

1

SONETTO XXVI.

Parla della morte di Beatrice a due pellegrini.

Deh! peregrini1 che pensosi andate
Forse di cosa che non v'è presente,
Venite voi di sì lontana gente,

2

Come alla vista voi ne dimostrate?
Chè non piangete, quando voi passate
Per lo suo mezzo la città dolente,
Come quelle persone che nëente
Par che intendesser la sua gravitate?
Se voi restate per voler udire,3
Certo lo core ne' sospir mi dice,
Che, lagrimando, n' uscirete pui.

6

5

Ella ha perduto la sua Beatrice;
E le parole, ch' uom di lei può dire,
Hanno virtù di far piangere altrui.

peregrini. Altri: pellegrini.

2 di sì. Altri: da sì.

[blocks in formation]

l'Inferno, VIII: e dicea ne' sospiri. 5 n' uscirete. Altri: n'uscireste, oppure, uscireste. Il modo condizionato qui toglie molto all'effetto che vuole certezza, e mal si lega con restate.

6 ch'uom. Altri: ch'or. Chi può dire? E perchè far distinzione di tempo?

SONETTO XXVII.

Vede spiritualmente Beatrice nella nona sfera.

Oltre la spera che più larga gira,
Passa il sospiro ch' esce del mio core,
Intelligenza nuova, che l' Amore,
Piangendo, mette in lui, pur su lo tira.

Quand' egli è giunto là, dov' el desira,
Vede una donna che riceve onore,
E luce sì, che per lo suo splendore
Lo peregrino spirito la mira.

Vedela tal, che, quando il mi ridice
Io non l'intendo, sì parla sottile
Al cor dolente che lo fa parlare.

So io, ch' el parla di quella gentile,
Perocchè spesso ricorda Beatrice,
Sicch' io lo intendo ben, donne mie care.

1 ch'el parla. Altri: che parla.

PARTE SECONDA.

POESIE MORALI.

Questa è colei ch' umilia ogni perverso;
Costei pensò chi mosse l'universo.

(Canzone VII.)

CANZONE VI.

Parla del suo amore filosofico alle intelligenze del terzo cielo.

Voi, che, intendendo, il terzo ciel movete,

Udite il ragionar ch'è nel mio core,

Ch'io nol so dire altrui, sì mi par nuovo!
Il ciel che segue lo vostro valore,

1

Gentili creature che voi siete,

Mi tragge nello stato, ov' io mi trovo;
Onde il parlar della vita, ch' io provo,
Par che si drizzi degnamente a vui:
Però vi prego, che voi m' intendiate.3
Io vi dirò del cor la novitate,
Come l'anima trista piange in lui,
E come un spirto contra lei favella,
Che vien pe' raggi della vostra stella.

5

Solea esser vita dello cor dolente
Un soave pensier che se ne gía
Molte fiate a piè del vostro Sire,

6

Ove una donna glorïar vedia,

7

Di cui parlava a me sì dolcemente,
Che l'anima diceva: I' men vo' gire!
Or apparisce chi lo fa fuggire ;
E signoreggia me di tal virtute,

Che 'l cor ne trema sì, che fuori appare."
Questi mi face una donna guardare,
E dice: Chi veder vuol la salute,
Faccia, che gli occhi d'esta donna miri,
S'egli non teme angoscia di sospiri.

9

[ocr errors]

Trova contrario 10 tal che lo distrugge, L'umil pensiero che parlar mi suole D' un' angiola che 'n cielo è coronata.12 L'anima piange, (sì ancor le 'n 13 duole), E dice: Oh lassa me, come si fugge Questo pietoso che m' ha consolata! Degli occhi miei dice quest' affannata: Qual ora fu, che tal donna 15 gli vide? E perchè non credeano a me di lei? Io dicea: Ben negli occhi di costei De' star colui che le mie pari uccide;

16

E non mi valse, ch'io ne fossi accorta,
Che non mirasser tal 17 ch'io ne son morta!
Tu non se' morta, ma se'ismarrita, 18
Anima nostra, che si ti lamenti,
(Dice uno spiritel d' Amor gentile);
Chè questa bella donna 19 che tu senti,
Ha trasmutata 20 in tanto la tua vita,
Che n' hai paura, sì se' fatta vile.21
Mira quant' ella è pietosa ed umíle,
Saggia e cortese nella sua grandezza;
E pensa di chiamarla donna omai;
Chè, se tu non t'inganni, vederai 22
Di si alti miracoli adornezza,

« ÖncekiDevam »