Sayfadaki görseller
PDF
ePub

dolente ne' propri pensieri, da dare altrui di sè una vista di terribile sbigottimento.

v. 6. La qualità.... oscura, la trista condizione della mia vita. Onde nel IX del Paradiso:

Per letiziar lassù fulgor s'acquista

Siccome riso qui; ma giù s'abbuia

L'ombra di fuor, come la mente è trista.

v. 8. mia viltate, mia vile vita.

v. 13. quell' Amore ec., un amore nobilissimo e perciò identico a quello ch'era con Beatrice, e per Beatrice mi

accese.

SONETTO XXII. - Color d'Amore e di pietà sembianti.

v. 1. Color d'Amore, è il color pallido. Sembianti di pietà, sono gli sguardi pietosi.

v. 7. mi vien cosa alla mente, mi ricordo di cosa per la quale ec.; cioè, per voi mi ricordo di quella donna che mi si mostrava di colore simile al vostro.

v. 9. occhi distrutti, occhi disfatti pel troppo piangere.

SONETTO XXIII.-L'amaro lagrimar, che voi faceste.

v. 4. Della pietate, della compassione, non dell' affanno ed angoscia.

v. 6. fellone, mancatore di fede. Dice così, perchè figurando la Divina Sapienza in una Donna Gentile che lo conforta colla sua pietà, e lo tira all' amor suo, egli si sente preso, mentre non dovrebbe sciogliersi dall' amore a Beatrice.

v. 8. Membrandovi colei, ricordandovi la morta e lagrimata Beatrice.

v. 9. La vostra vanità, l'esser voi vacui e vani di lagrime.

v. 14. e poi sospira. Sospiri angosciosi assalivano Dante allorchè era combattuto da opposti pensieri; quali gli ricordavano Beatrice e gli sommovevano il cuore a lagrimare, e quali volevano confortarlo volgendolo a filosofare.

SONETTO XXIV. Gentil pensiero che parla di vui.

[ocr errors]

v. 1. Gentil pensiero. Il pensiero che parla di questa Donna gentile e nobile per sua natura, doveva essere pur gentile; ma era vilissimo, cioè oppostissimo a gentilezza, non perchè movesse da amor sensuale, ma perchè figurandosi la Filosofia come donna reale, quel pensiero volea consolare in modo vile, cioè non gentile, non lasciandogli quasi altro pensare.

v. 4. lo core. Qui si prende il cuore per appetito o desiderio. Nel precedente Sonetto il cuore vince la vanità degli occhi, perchè maggior desiderio volgea Dante a Bea trice, e minore alla Gentil Donna. Ma qui questo gentil pensiero trae a sè il consenso del cuore, volgendosi il desiderio tutto a Filosofia.

v. 5. L'anima dice al cor, la ragione domanda al desiderio Chi è questo gentil pensiero...?

v. 9. anima pensosa. Il cuore o il desiderio risponde alla ragione, ch'è pur detta anima pensosa.

v. 14. si turbava, si faceva pallida ed oscura nella vista per la pietà, che si doleva ed impietosiva ec.

SONETTO XXV. Lasso! per forza de' molti sospiri.

[ocr errors]

v. 1. Lasso! dice lasso, in quanto si vergogna che gli occhi non aveano pianto più.

V.

3. Gli occhi son vinti, perchè non si faceano più muovere dal desiderio di vedere la pietà della Gentil Donna, e così dimenticare Beatrice. Quel desiderio per Dante è malvagio, perchè era contrario alla costanza della ragione che vuole pianta fino a morte l'amata donna. E ciò perchè Dante non può consolarsi che per la Filosofia, e di questo non può dire senza velo di allegoria; nè allora si potea credere che un poeta sì gentile e passionato si fosse vôlto a' severi studi filosofici.

V.

8. corona di martiri, perchè l'interno martíre ed il lungo pianto avean fatto intorno agli occhi un colore pur

pureo.

SONETTO XXVI.

-

·Deh! peregrini che pensosi andate.

v. 2. di cosa, cioè degli amici e parenti.

v. 8. gravitate, la mestizia della città.

v. 12. la sua Beatrice, quella che la beava. Vi è allusione al significato di Beatrice.

[merged small][ocr errors][merged small]

v. 1. Oltre la spera, cioè di là dalla sfera nona, e giunge all' Empireo. La sfera nona è il primo mobile, e gira tutto come real manto di tutti i volumi.

v. 3. Intelligenza nuova, una nuova virtù intellettiva ; perchè Dante ha qui nuovo e mirabile intelletto d'amore, volendo fare cosa veramente nuova.

v. 8. Lo peregrino spirito vede Beatrice nel Cielo della divina pace per mezzo de' raggi del di lei splendore. Il pensiero di Dante va spiritualmente in Cielo, e vede Beatrice in tale condizione di beatitudine, che l'intelletto suo nol può comprendere.

v. 14. donne mie care. Parla ad alcune donne, cui manda questo Sonetto.

PARTE SECONDA.

[ocr errors]

CANZONE VI. Voi, che, intendendo, il terzo ciel movete.

St. I, v. 1. Voi che, sono gli angeli motori del cielo di Venere.

v. 6. Mi tragge ec., mi trae colla sua influenza nella presente condizione; mi spira amore.

v. 11. l'anima trista, un affetto, un pensiero doloroso dell'anima.

v. 12. Un spirto ec., e come un altro affetto, ispiratomi da voi, favella contro l'anima dolente.

St. II, v. 2. Un soave pensier, un pensiero di Beatrice mi fa contemplare Dio e la gloria de' beati.

v. 6. men vo' gire, cioè gire dove andava il pensiero; desidero morire per andarmene a Beatrice.

v. 7. Or apparisce chi. Un nuovo affetto, intellettuale e purissimo, distrugge il primo, facendomi volgere alla Filosofia.

v. 12. gli occhi d'esta donna, gli occhi della Filosofia figurano le sue dimostrazioni, come il riso figura le sue persuasioni.

v. 13. S'egli non teme, cioè se desidera di sospirare, amando.

St. III, v. 5. si fugge, vien meno il pensiero di Beatrice. v. 8. Qual ora fu, cioè qual momento forte e grave pel dolore ed affanno che dovea produrre.

v. 11. le mie pari, sono le anime libere dalle misere e vili dilettazioni e dai volgari costumi, d'ingegno e di memoria dotate. L'uccisore che stava negli occhi della Filosofia, è Amore, in quanto l'Alighieri conoscea la sua disposizione a ricevere l'atto di questa donna allegorica; e ne temea, o, ch'è lo stesso, fingea di temerne.

St. IV, v. 3. spiritel ec., cioè un affetto o pensiero nato dallo studio della Filosofia.

v. 9. donna, signora o donna di te.

v. 11. adornezza, le cagioni d'ogni cosa mirabile, per vedere le quali gli uomini innamorano di questa celestial donna.

Chiusa, v. 2. ragione per ragionamento.

[ocr errors]

v. 3. faticosa e forte. Essendo tu faticosa e forte, tale cioè, che affatichi altrui la mente e ti fai difficile ad esser penetrata per la tua oscurità. Dante spesso usa in luogo dell' avverbio l'aggettivo accordato col soggetto, come qui faticosa e forte per faticosamente e fortemente.

v. 6. d'essa, di essa ragione.

v. 8. novella, nuova, per la novità della sentenza.

v. 9. son bella, se non vedete il senso allegorico, guardate almeno alla mia bellezza per rispetto alla costruzione, all'ordine del sermone, al numero delle parti.

BALLATA V. Voi che sapete ragionar d'Amore.

v. 1. Voi che ec., voi filosofi. Sul senso allegorico di questa Ballata vedi il Convito, Tratt. III, 9, 10 e 15.

v. 3. donna disdegnosa, donna che non degna di guardare chi la mira; perchè lo sdegno si vede dagli occhi, figura delle dimostrazioni filosofiche, e Dante non ben comprendeva alcune materie di Filosofia.

v. 9. la dolce figura, di Amore, ma nel senso di studio filosofico.

v. 12. Trae li sospiri. Veduta l'immagine di Amore per la piena comprensione delle dimostrate verità, si sospira del vivo desiderio.

v. 15. signor gentile, Amore, signore della nobiltà, ma propriamente è la verità che dimora nelle dimostrazioni della Filosofia. Convito, IV, 2.

v. 18. quando le piace, vedendosi allo specchio, cioè contemplando i suoi principii per farsi più bella a cui vuole più far sentire della sua pace. Così, rivolgendosi in sè stessa, contempla il proprio contemplare.

« ÖncekiDevam »