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scani, e principalmente contra Fiorenza, trista selva ed antica belva (lupi fiorentini).

v. 15. s'augusti. Augustarsi è voce coniata per Dante, da Augusto ch'è l'Imperatore. I giusti di Fiorenza, sorgendo contra i Neri che erano alla guida della nave di Fiorenza, dovevano recare la città loro alla parte imperiale; perciocchè i giusti sono quelli che amano la giustizia imperiale, cioè l'Imperio.

SONETTO XXXV.-lo mi credea del tutto esser partito.

Il Sonetto fu scritto a Cino da Pistoia, che rispose col Sonetto il quale comincia:

Poich'io fui, Dante, dal natal mio sito.

v. 2. vostre Rime, cioè poesie di amore.

v. 4. lunge dal lito, perciò presso al porto. Il viaggio della nave figura quello della vita. Vedi Convito, IV, 28. La natural morte è quasi porto a noi di lunga navigazione e riposo ec.

v. 6. uncino, figuratamente per donna.

V. 8. stancato dito. Ciò perchè Dante era fatto debole per età, ed era quasi stanco di scriver più poesie.

v. 10. piacer, beltà. Cino scriveva:

Un piacer sempre mi lega e mi scioglie.

SONETTO XXXVI.-Lo re che merta i suoi servi a ristoro.

v. 1. Il Quirino avea scritto a Dante un Sonetto che comincia:

Lode di Dio e della Madre pura.

Merta è accorciato di merita da meritare, ma nel senso di premiare anzichè di acquistar merito.

v. 3. rancura per rancore. È usata questa voce nel Purgatorio, come da Dante da Maiano e da Ponzio da Campidoglio.

v. 4. Concistoro. Questa voce è usata presso a poco nello

stesso senso nel Purgatorio, IX, e nel Paradiso, XXIX. È usata ad indicare la Triade, qui siccome nel Convito, Trattato IV, 5. Non faccia meraviglia che per Concistoro significar voglia la Triade, perchè altrove la dice pure Senato (così leggo nel Convito, II, 6).

v. 6. Cittade pura. Si allude alla celeste Fiorenza, ove tornerà Dante esiliato dalla Fiorenza corrotta e guasta. La Città pura è la Città di Dio, celeste imperatore. Forse vi è qualche allusione alla composizione del Paradiso, di cui stava compiendo gli ultimi dieci canti.

v. 13. rispetti, volgi l'aspetto, riguardi. Secolo futuro, è la vita futura dell'eternità.

PARTE TERZA.

259

CANZONE XIII. — Amor, dacchè convien pur, ch'io mi doglia.

St. I, v. 1. convien pur, conviene tuttavia, per novello amore, come convenne quando amava Beatrice (ed anche quando cantava allegoricamente della Gentil Donna pietosa). Alla fine del 1306 Dante fu preso di amore per Gentucca degli Antelminelli. Vedi l'Epistola a Moroello Malaspina.

v. 3. d'ogni virtute spento, prima avea virtù di resistere agl' incanti amorosi. Ora questa virtù è spenta, ed Amore mi domina di nuovo.

V.

4. a pianger com' ho voglia, come ho voglia di piangere, così fa' che io sappia piangere, che io pel canto esprima il pianto mio.

v. 5. si snoda, si scioglie col canto, si apre colle parole. v. 6. Portin, le mie parole portino il mio pianto nell'orecchio altrui.

v. 10. sì colto, così colpito dai dardi di Amore, anzi così giunto dal fulmine partito dagli occhi di Gentucca?

St. II, v. 2. immagine per virtù immaginativa, immaginazione.

v. 3. Se non come, posso fuggire soltanto, come posso fuggire il pensiero, cioè non posso impedire che mi venga nella mente l'immagine di questa donna, perchè non posso fare a meno di pensare a lei.

v. 4. L'anima folle, l'affetto, il pensiero affettuoso, ch'è folle per ingegnarsi al suo male.

v. 6. Così dipinge, la dipinge bella e ria così com'ella è, ed in questo modo forma un'immagine nella mente, che poi è pena sua; perchè l'attrae con la bellezza, lo respinge con la crudeltà.

v. 11. argomento di ragion. Nell' Inferno, XXXI, abbiamo argomento della mente. E così nel XIX dell' Inferno, abbiamo pure:

E dalle dieci corna ebbe argomento.

In tutti e tre i passi argomento vale freno.

v. 15. lor merito rende, dà loro il premio che meritano, cioè li costringe al pianto.

St. III, v. 3. la virtù che vuole, è la volontà. Così pur la dice nel Purgatorio, XXI, 105; Paradiso, VII, 25.

v. 4. Vaga di sè medesma, innamorata di sè stessa. Non è la figura che ama sè come figura, ma il sè della figura è Gentucca, da lei rappresentata.

v. 5. dov' ella è vera. Questa figura, dipinta dal pensiero della mia immaginazione, altro non è che una rappresentanza di Gentucca, e perciò non è verace essere, ma, essendo vaga di sè medesima, corre dov' ella è in essere verace, cioè dove trovasi realmente Gentucca; perchè ogni simile corre al suo simile, facendo simiglianza nascer diletto. E poichè essa è vittoriosa della mia volontà, seco mi trae di viva forza là dove Gentucca realmente si trova. Che vita di poesia!

v. 7. va la neve al sole. Come la neve al sole si discioglie, così io vado alla mia morte, andando a vedere Gentucca. v. 12. Dicer. Queste parole sono dette da Amore a Gentucca, quando Dante l'è da presso.

v. 13. a cui ec., la persona, alla quale io debba raccomandarmi.

v. 14. a tanto sono scôrto ec., sono condotto in tale stato che Amore, mio nemico, ha pietà di me, ed io debbo raccomandarmi a lui!

St. IV, v. 1. sì feruto, così ferito, cioè ferito a morte, perchè sopra è detto: m' ancidono a gran torto; e sotto, esser egli senza vita pel colpo degli occhi crudeli.

v. 4. se l'anima torna poscia al core, se poi mi ravvivo, tornando l'anima al cuore, dal quale già s'era partita.

v. 12. quel tuono. Nella Epistola a Moroello paragona pure al tuono il riso di Gentucca, pel quale Dante fu preso.

v. 14. oscura, cioè rimane scolorita la faccia, perchè non cessa la paura.

St. V, v. 1. in mezzo l' Alpi, nell' Alpi del Casentino, presso Guido Selvatico, dove trovavasi Gentucca degli Antelminelli.

v. 2. Nella valle del fiume, in Valdarno. Vedi l' Epistola citata.

v. 3. Lungo il qual ec. Amore fu sempre forte lungo l'Arno sopra Dante, perchè ivi lungo l'Arno è pur Fiorenza, ove amò primamente Beatrice.

v. 7. qui. Quando amava Beatrice, la cosa andava diversamente, e perciò le rime di Dante allora composte parlavano solo alle gentili donne.

v. 15. l'armato cuor, perchè Gentucca aveva fatto al petto schermo d'orgoglio.

Chiusa, v. 1. O montanina. Così la dice, perchè l'ha scritta in mezzo l' Alpi.

V. 2. Forse vedrai Fiorenza. La Canzone è indirizzata a Moroello Malaspina, non a Fiorenza; ma, divulgandosi per diverse città d'Italia, poteva andare anche presso Fiorenza. Indi aggiunge, che vedendo Fiorenza, forse vorrà o potrà penetrarvi. Se dentro v'entri! Vedi quanto stranissima sia l'opinione che Dante facesse questa Canzone per implorare la pietà de' Neri!

v. 9. Non ha di ritornar ec., non ha libertà di ritornare qui. La pietà de' Fiorentini adunque gli sarebbe inutile. Perchè dunque domandare la grazia?

SONETTO XXXVII. — Chi guarderà giammai senza paura.

v. 2. pargoletta. Non è questa la Filosofia, perchè non potea esser tale nè rispetto a sè stessa, nè rispetto a Dante; e la Filosofia era donna essenzialmente pietosa, e, quantunque fu detta pur crudele, non fu tale se non tardi e per circostanze che non sono poche e passeggiere. Qui si tratta d'un amor nascente per Gentucca.

v. 4. m'è dura, perchè non viene tostamente, secondo la mia aspettazione.

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