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vimento e porta.

Viun luogo di ricevimento ei. La porta di casa sia lel tempo della scuola; la sia custodita in modo, ra in casa. Dopo l'Ave e aprire la porta che per 1, come per caso di madi moribonde. La sera si ave. La superiora o altra e è chiusa, e la notte le i superiora.

sera. La sera prima no tutte di nuovo nell'ocitino le preghiere con: della coscienza per circa ontinuate le consuete oraerdono l'una all' altra, si lella B. Vergine e invocavvocati.

o della notte.

Termi

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ciano mezz'ora di lettura spirituale in quell' ora che determinerà la superiora.

6. Astinenza nel venerdì. Ne' giorni di venerdì, in memoria della passione di N. S. Gesù Cristo, conforme la loro devozione, faranno qualche astinenza col consiglio del confessore e colla licenza della superiora.

7. Esercizi di s. Ignazio. Perchè nelle maestre si conservi lo spirito ed il fervore e si assicuri la perseveranza del profitto nelle scolare, si faranno fare dalle maestre, accompagnandole anche le educande, una volta l'anno, dieci giorni di spirituale ritiro, ne' quali unicamente si occupino in esercizî di orazione, lettura di libri spirituali ed altre opere di pietà, secondo la distribuzione delle ore, che ad esse si assegneranno dal direttore, il quale dovrebbe insistere principalmente in fare ad esse conoscere l'importanza dell'impiego, al quale sono destinate, esortandole ad esaminare tutte le opere dell'anno scorso, ad effetto che ne diano la gloria a Dio, se fatte colla dovuta esattezza, trovando d' aver commesso difetto, ne domandino perdono al Signore con proporne l' emenda mediante la sua divinissima grazia. Ove non si potessero fare tutte assieme, e non vi fosse voce di sacerdote che parli, suppliscano una per volta nella propria camera colla guida di buoni libri e direzione in chiesa del confessore; e sarà cura della superiora procurare che ciò eseguiscano.

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e

8. Giorno di ritiro. Una volta al mese, in un giorno più libero, facciano un ritiro per riconcentrarsi e prepararsi alla morte. Sarà premura della superiora di fissarlo per ciascuna, e delle altre di prestarsi onde ognuna eseguire lo possa.

Per nu

9. Novene ed altre divozioni. trire la devozione faranno in comune le novene delle principali feste del Signore e di Maria Santissima e dei primarî santi protettori, come nel libro stampato per le orazioni; ma sieno brevi ed affettuose, nè se ne faccia più d'una nello stesso tempo; nel giorno poi della festa, quel che faranno, come alcune altre devozioni, ivi stanno notate.

Nel resto parleranno solo di passaggio e con Voce bassa.

12. Passeggio. È necessario che le maestre per la loro vita sedentaria facciano di tanto tanto qualche camminata, però non vadano curiosamente oggi da una parte, domani dall'altra, ma per quella strada, che si stima più a proposito dalla superiora, ed in luogo e tempo che non vi sia concorso.

13. Niente altro che queste pratiche spirituali. Se hanno a cavare frutto da questa santa opera non devono avere altro che queste pratiche devote. Collo stare con animo quieto e con applicar a gloria di Dio e salute delle anime tutti gli esercizi spirituali e manuali della scuola, la vita quotidiana delle maestre, dalla mattina alla serà, è un continuo trattare con Dio, di Dio, e per Iddio col prossimo.

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cettuato un caso di vera n dalla superiora, che sarà licenza.

8. Pulizia di casa ed faccende domestiche fara gli ufficî umili spettanti il bisogno, specialmente se non abbandonandola gian possa essere necessario e prima dell' anima, poi de 9. Donne di servizio. necessario ad una casa, poche e col' incarico dell tranno tutto eseguire com avranno una o più donne quanto basti a supplirvi, vere della superiora. Qu ottimi costumi e buona s coll' educande. Loro si c pratiche quotidiane di piet tare ogni settimana la dot parola di Dio secondo la lita, e frequentare i sacra esse quella conveniente ca nino e sieno stabili.

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e provveduta delle cona superiora maggiore, precardinale protettore, non casa per vestire l'abito di i siano fedi autentiche di one di lei, ed anche di e delle fanciulle, non solo anche ne' lavori manuali, namente informata di tutto Forma d'istituto, e non si casa, non abbia di più ante, almeno per un anno tenore di vita, il quale za piacendole e facendone lla vestizione. Il far questo non vi possa essere occaquerela o doglianza. conosciuta non si accetti aspirante. Quelle che per vestirsi maestre, se si siano ben cognite e dieno riuscire; se non sono ben no solo come aspiranti; no in prova senza l'ap

Sieno di buone maniere. Sieno educate civilmente, poichè chi in quella età non lo è, in appresso nol può divenire. Sieno docili e dirigibili dalla superiora. Non sieno di genio portate a novità, onde non introducano altre pratiche, nè altra maniera d' istruire, ed osservino quella con cui si è cominciato e si è praticato in seguito. Quindi prima di prendere una, si esplori e si prenda informazione del naturale.

5. Quale il loro stato. Zitelle libere appieno, non vedove, non terziarie. Sieno non solo zitelle, ma ancora libere affatto di ogni pensiero della casa o famiglia. Ne sono al caso per tal ministero le vedove, perchè assuefatte al governo delle loro case, non sanno accomodarsi al modo di vivere richiesto in questo ministero, onde non si ammetta vedova alcuna, se non vi concorresse una specialissima circostanza di quelle che solo rarissimamente occorrono. Neppure quelle che hanno altre obbligazioni anche sante come le Terziarie ecc., ma quelle donne che sono totalmente libere di sè.

6. Cose spirituali in cui esercitarle. Devozione. Mortificazioni. Quella che è in prova sia assistita dal direttore, faccia la confessione generale, gli esercizî di s. Ignazio, sia esatta nelle cose spirituali, si eserciti nella umiltà ed obbedienza: sopra tutto lo studio di chi vuol essere maestra sia di negare sè stessa e sottomettere l'intelletto e la volontà coll'adattarsi, ove non è peccato, al pensare e volere degli altri, massime superiori, facendo un sacrificio alla carità ed alla obbedienza.

7. Formole secondo l'istituto indifferenti a luoghi, alle persone, agli impieghi. S' insinui subito alla giovane che è in prova l'amore e stima di tutte le scuole dell' istituto, e di considerare tutte le altre maestre come appartenenti allo stesso corpo e sorelle in Gesù Cristo, e considerare se stesse come appartenenti non ad una scuola in particolare, ma a tutto l'istituto. Si faccia ancor avvertita che deve essere pronta di andare ove occorre, conforme sarà destinato dalla superiora maggiore

fanno qualche beneficenza alla scuola, non si ammette il patto o condizione di dimorare più in una scuola che in un'altra, e se fosse ammessa tale condizione, si tenga per nulla, essendo direttamente contraria all' istituto. Però nel tempo di prova, finchè siano abili alle proprie incombense, devono contribuire pel mantenimento, e lo concerteranno colla superiora locale. Quanto di corredo portare debbano, da lei pure l'intenderanno, chè va di consenso colla superiora maggiore, la quale ne fissa un conveniente per tutte. Si farà un inventario esatto di quanto portano, e vi si mette un distintivo per riconoscerlo: di questo non ne possono testare in morte; chè resterà a quella scuola che fa la spesa della malattia e del funerale; potranno però testare del rimanente, se ne hanno.

10. Che fare per procedere alla vestizione. Dopo la prova di un anno, e anche più, come crederà la superiora locale, se si hanno a vestire maestre, loro si dia a leggere questo modo di vivere già da loro provato, e si dica, che ben pensino, se loro basti l'animo di osservarlo o no; mentre se non se la sentono, non ci si mettano, che sarà meglio. Facendo la giovane istanza, la superiora locale richieda dalle maestre il loro sentimento sulla giovane, poi scriva alla superiora maggiore per averne da essa e da sua eminenza il consenso sottoscritto da conservarsi in archivio.

11. Preparazione alla vestizione. — Avuto il consenso, l'ammettenda con ciascuna delle maestre separatamente, mostrerà il contento per venire ammessa fra loro, e da loro ascolti quegli avvertimenti che credono darle, per il buono riuscimento. Prima di vestire l'abito si faccia un triduo di ritiro per preparazione alla vestizione. 12. Vestizione senza ornati, senza trattamenti. La vestizione delle maestre si faccia in privato, senza vesti ed ornamenti da sposa, senza regali, senza inviti, se pure le madri e le sorelle germane non chiedessero intervenirvi, senza larghi trattamenti, ma la cosa sia moderaccolta e devota.

rata,

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fetti, o per male grave a all' ingresso, tenuto celato 3. Difetti notabili per scuola non è clausura, n si devono osservare come non li volesse osservare c sebbene ciò fosse dopo m

a casa sua, nè vi sia int farla ritenere, e sebbene talenti, se li goda a casa

4. Mezzi da porre per mai, che Dio nol permett ne sia alcuna, che, raffred cui era piena nell' ingresso tenta e non molto osservar di questo istituto, si usi bile carità replicatamente, periora e da altre maestre deputato, e se fosse oppor periora maggiore, pratican monizioni, riprensioni e p a proposito per ridurla al non vedendone il necessar dalla superiora, o deputa emenda da tali difetti, non e se essa di sua buona v partire, con pace si lasci

5. Come procedere alla essa non andasse di sua vol soliti difetti, la superiora 1 pagne ed il deputato, info tivi alla superiora maggior senso e conferma di sua e missione. La superiora p caso che esca una maestra ad essa solamente quello gresso; le farà deporre 1 maestra e la consegnerà a

6. Non si riaccetti. sia, e tanto più se da sè riaccetti, se non vi fosse di straordinaria mutazione

derata ed approvata dalla putato e dalla superiora m di sua eminenza,

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vere colle maestre sotto la chè vi sia il consenso del

si fa alla superiora, cui marle, nè si raccomandano

tegno richiedesi. – Quanto tenera che vi sia bisogno no l'uffizio di nutrici in carle; e meno poi sia tale

postezza, la pulizia. Insegnino ogni lavoro domestico e servizio di una famiglia, onde riescano abili e capaci per qualunque stato, a cui Dio le chiami.

6. Visite e lettere. Se le educande ricevono visite, vi sia l'approvazione della superiora, e stia sempre presente la maestra, ed ascolti i discorsi che si fanno. Non si permettano visite da impedire le cose spirituali e l' attenzione alla scuola; se però la necessità al

ordine, l'edificazione e lacuna volta l'esigesse, si sbrighino prestissimo.

superiora ed il deputato icolo. Devono le educande are il tenore di vita delle e su ciò invigilino. L'inpre di sonno, l'estate sette, re sono comuni alle edu

le, e quale il vestiario. erà in camerate conforme eguale e discreto numero nè essa sarà mai maestra glia sopra tutte. Per ogni sola maestra responsabile onosceranno per loro maecontinuamente di notte e gli. Quando essa è occuplirla sarà destinata altra utorità, e perciò non abie al bisogno, ma consernella di cui fa le veci. Se essere custodite in una caormino due. Quando una esco per imparare sta in di camerata, non la supvestire modestamente consenza ornamento di nastri ità, onde il vestito sia mola forma, nel colore, negli ciano conoscere essere edudel secolo.

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La superiora o una da lei deputata legga tutte le lettere, che le educande scrivano o ricevano, prima di dar loro corso o consegnarle.

7. Come nell' uscire. Non devono uscire mai, nè mai le maestre le faranno uscire senza la compagnia d'una delle maestre e la licenza della superiora, ed al suono dell' Ave Maria devono essere tutte in casa. Le educande non vadano alle case loro; e se per necessità urgente ed indispensabile v' andassero, siano sempre accompagnate e sorvegliate da una maestra. A pranzo dai genitori, parenti o amici non si lasciano mai andare, e tanto meno dormire fuori di casa. Se vanno in qualche ricreazione, in casino o villa non propria, vadano soltanto in quel giorno che il locale è libero dai padroni, ne vi siano uomini, e nemmeno donne, se non di edificazione.

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8. Come contenersi nelle mancanze. maestre nel correggere usino amore, discretezza e pazienza, ma insieme quella forza ragionevole che le conduca sul buon sentiero: avendole in casa con sè e convivendo assieme, le maestre devono guardarsi da due estremi: dall'usare continuo rigore, asprezza, riprensioni, che sarebbe insopportabile e per le une e per le altre; e dall' usare dimestichezza, famigliarità e confidenza, che renderebbe le fanciulle ardite e non subordinate. La via di mezzo è il tenerle in soggezione con contegno riservato, ed a tempo mostrarsi più benevole ai buoni portamenti, ma insieme alle mancanze giuste, secondo i meriti. Però sempre tendano a guadagnarsi il loro cuore, senza cui non si farà profitto nell' educazione. Se alle correzioni non

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