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Operazione dei pubblici rapetario del comune di Marino

di n. 3 stati firmati dalla ppresentanza dimostranti il cera A la rendita già goduta ari Minori, il secondo marpassività annuali da ritenersi esimi con la distinzione di rendita relativa ai fondi esisegnato con lettera C l'ae dopo eseguita la detrazione tà suddette. Sui quali stati ■ Nostra attenzione, vedemmo me le rendite ammontanti ad , 5, provengono in parte da stenti, ed in parte da renebito pubblico, tra le quali nso de' beni alienati nelle vifferte negli stati della Nostra Jedemmo inoltre che le pasllo stato lettera B presentano omma di. sc. 211, 76, 5, la distinta in due parti deterIma con quelle approssimaattuale delle cose permetteva, ritenersi a carico delle renbblico erario, e che apparisce sc. 99, 04, 5 e dimostrando i pesi inerenti ai fondi tute nella somma di sc. 112, piacque di conoscere nell' ininazione da voi fatta di tutte dai pii testatori, da cui avete ttenere un giusto riparto di e inerenti, ma ancora una obblighi di messe ed altri instituiti, proponendo la ceHi n. 612 messe lette, di n. 6 zione di sc. 24, 36, 5, in ciaidî dotali avuto riguardo alle temente ottenute dai Chierici e dimostrando in pari tempo mero delle messe lette è magconfronto di quelle contenute i dai nominati Chierici Miin fine dallo stato lett. C

quei testatori, sulle pie disposizioni dei quali è avvenuta riduzione, si debba l'aumento stesso erogare nell' adempimento particolare o totale degli obblighi ridotti dello stesso pio legato, sopra cui si verifica l' aumento, ritenendo l'elemosina delle messe fissata nel suddetto stato, e così viceversa in caso di diminuzione di rendita a confronto dello stato attuale debba diminuirsi in proporzione anche l'adempimento degli obblighi stabiliti in quei legati pii sopra dei quali accadesse la diminuzione. Vi ordiniamo quindi di manifestare in Nostro nome al direttore del debito pubblico che di tutte le partite già dovute ai Chierici Regolari Minori sotto le diverse cantanze che gli saranno da voi indicate, se ne divida la quota di sc. 99, 04, 5 annui per farla pagare ai padri Dottrinari col vincolo della soddisfazione de' pesi sulla medesima imposti che sono distintamente riportati nel ripetuto stato lett. B, facendo per tal somma eseguire le convenienti volture sui registri della direzione suddetta, e che autorizziate finalmente i padri Dottrinari alla esigenza delle rendite de' beni attualmente esistenti, acciò sulle medesime siano adempiute le pie disposizioni dei testatori egualmente enunciate nell' indicato stato. In quanto poi alle residuali rendite depurate è Nostra volontà, che quella derivante dalle rendite pubbliche in annui sc. 41,62 (che si riduce però a sc. 39, 54 per la tassa straordinaria imposta sui beni ecclesiastici) sia assegnata alla religione de' Chierici Regolari Minori liberamente e per titolo della già ripromessale gratificazione. La rendita netta poi derivante dai fondi rustici ed urbani, censi, canoni, legati ecc. nella somma di sc. 88, 61, o in altra che si potesse meglio rilevare in appresso ed in qualunque tempo, ordiniamo che sia devoluta, assegnata e pienamente trasferita alla casa dei padri Dottrinari di Marino, in particolare acconto e diminuzione dell' assegnamento concordato fra quella comunità ed i suddetti padri Dottrinari. Garantito con le precedenti Nostre disposizioni l'adempimento dei legati pii per ciò che riguarda l'avvenire, vi commettiamo che relativamente al tempo decorso partecipiate

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da ogni qualunque peso e moneta effettiva d'oro e d mani settecento undici e b alla rendita libera di sc. 8 capitali esistenti già di sp Regolari Minori (che per 1 sente assegnazione si stabil riabili per ciascun anno) di scudi ottocento corrispon e stabilita dote di scudi c n. 8 individui religiosi adde sette padri (fra i quali i sa mai meno di tre) ed un la condo laico che rimane adde alla chiesa, non si stabilis carico della comune in corr mosina delle messe che r padri Dottrinari e dell' asseg convenuto all' art. 11 del d è fatta menzione. In ordin venire Noi vogliamo che s trinari non potessero più so suddette scuole per qualun

individui del loro istituto, cioè un superiore il quale col titolo di rettore presieda al buon regolamento non meno delle scuole e casa religiosa che della istruzione al popolo nelle domeniche dell'anno scolastico; di un sacerdote lettore di teologia, di un altro sacerdote lettore di filosofia, di un maestro egualmente sacerdote per la scuola di rettorica e di umanità, di un maestro di grammatica; e finalmente di due maestri per le scuole inferiori, al servizio ed assistenza dei quali dovranno essere addetti due religiosi laici dello stesso istituto: che se lo stato degli studenti scolari rendesse vacante alcuna delle scuole superiori, in tal caso all' istruttore cui mancassero gli scolari potrì sostituirsene altro che si occupi delle scuole inferiori, essendo così sempre in esercizio sei scuole; che i nominati sette individui debbano attendere con tutto lo zelo ed impegno non solo ad istruire i giovani nelle scienze e studi letterari, ma anche a coltivare i medesimi nelle pratiche di religione, osservando in tutto il metodo stabilito nel capitolato del 29 ottobre 1835, quale da voi mostratoci è stato da Noi piena-opinata, non abbiano i me mente approvato ed intendiamo che si abbia come letteralmente riportato nel presente Nostro chirografo; che i medesimi padri Dottrinari siano tenuti non solo all' adempimento dei legati pii superiormente accennati, ma ben anche all'esercizio tanto delle funzioni di chiesa che si praticavano in addietro dai Chierici Regolari Minori, quanto delle altre, che sono proprie del loro istituto e precisamente a norma degli art. 12 e 24 dell' anzidetto capitolato. Vogliamo poi a maggior decoro delle sacre funzioni e del culto divino, che i convittori che saranno in educazione presso il collegio dei reverendi padri Dottrinari in occasione dei pontificali che per speciale privilegio si celebrano dall' abbate mitrato di Marino in quella chiesa matrice, come altresì nelle più solenni processioni dell' anno possano in seguito di grazioso. e speciale invito intervenire coll' abito di loro pragmatica, godendo un posto distinto e separato con apposite banche in quanto alle fun

ACTA GREGORII XVI. Vol. II.

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alla ritenzione della chiesa delle scuole, casa religiosa addetti ai locali medesimi, tendere l' annuo assegname bilito, essendo Nostra pre tutto debba essere in peretu cizio delle scuole pubbliche di Marino. Che se per altr durante la loro permanenz sero acquisti particolari tar di stabili, questi come cosa del loro discesso, rimarrann dei medesimi, onde poter bell' agio, salvo le pie dispo lunque che si verificassero danti precisamente la casa E perchè di tutto si conser ria ordiniamo a voi, che tivi alle presenti Nostre d il capitolato del 29 ottobre cordato, la descrizione in

Nostro chirografo, di cui rte integrale nell' archivio di Marino per ogni futuro ingenza. Volendo e dichiaplice segnatura della pretro chirografo abbiano ad ne ed adempimento le pregole in esso contenute senza orsi orrezione o surrezione o o difetto della suprema ntenzione; togliendo a ciagiudicare ed interpretare iarando fin da ora nullo, zutto ciò che si facesse o ntrario non ostante qualune o chirografo, legge, alle avendone qui il tenore per i parola in parola, per queed all' efetto della piena e quanto si contiene nel prempiamente ed in ogni più ghiamo.

palazzo apostolico Vaticano

7.

CLVI.

E APOSTOLICAE

dulensis Neapolitana iteet Camaldulenses in ereregni, degentes, a congreCoronae perpetuo seiun

RIUS PP. XVI.

m rei memoriam. miliae non modo christiaetiam reipublicae maximo raesidio esse soleant, tum singulari sane vigilantia et

tariae Brevium.

Pio VII item praedecessore Nostro suis apostolicis literis in simili forma Brevis, die vigesima secunda martii anno millesimo octingentesimo vigesimo secundo datis, cautum fuisse, ut illic Neapolitano dumtaxat Eremitarum Camaldulensium coenobio iidem Camaldulenses congregationi Montis Coronae consociarentur, atque in unum cum ipsa corpus coirent, licet alia quoque eo in regno coenobia deinceps patuissent. Iam vero cum iustis gravibusque ex causis Nobis compertum exploratumque sit vel maxime utile atque opportunum esse commemoratas rec. mem. Clementis XIV praedecessoris Nostri literas in pristinam executionem revocare, et Camaldulenses Neapolitanae provinciae a congregatione Montis Coronae plane secernere atque seiungere, iccirco summopere cupientes illorum bono atque utilitati summopere prospicere, eorumdem precibus quam libentissime annuendum censuimus.

Itaque omnes et singulos quibus hae literae favent, peculiari beneficentia prosequi volentes, et a quibusvis excommunicationis et interdicti aliisque ecclesiasticis censuris, sententiis et poenis quovis modo et quacumque de causa latis, si quas forte incurrerint, huius tantum rei gratia absolventes et absolutos fore censentes, auctoritate Nostra apostolica praedictis Pii VII praedecessoris Nostri literis die vigesima secunda martii millesimo octingentesimo vigesimo secundo datis, omnino derogantes, atque illas commemoratas Clementis XIV pariter praedecessoris Nostri literas die octava maii anni millesimi septingentesimi septuagesimi primi in pristinam atque omnimodam executionem revocantes, de apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, Motu-Proprio ac certa scientia hisce apostolicis literis, Camaldulenses in eremis Neapolitani regni degentes, a congregatione Montis, Coronae omnino secernimus atque seiungimus, ac nullatenus eidem in posterum subiectos esse declaramus, eosque iterum in congregationem Camaldulensem Neapolitanam erigimus et constituimus. Quamobrem volumus, ut suum pro

piscopo Neapolitano committimus harum literarum exequutionem, et praecipimus ut ad novos huiusce congregationis moderatores praeficiendos comitiis praesit in eremo ssmi Salvatoris, ut binis ex utroque eremo, Turris nimirum et Nolana, adscitis monachis ius suffragii habentibus, cunctisque eremi Neapolitani vocalibus in capitulum coeuntibus, sex primo definitores iuxta constitutiones eligantur, qui deinde ad designatam per eas normam praefectum maiorem, nec non tribunal, priores aliosque officiales, ea qua par est religione ac sincero de communi animarum utilitate studio, legitime adsciscant. Quocirca eidem venerabili fratri archiepiscopo Neapolitano, hisce literis, omnes et singulas facultates necessarias atque opportunas peculiari quoque mentione enunciandas pro actorum etiam sanatione, si opus fuerit, ac suffragantium admissione concedimus, adtribuimus atque impertimur, ne unquam de gestarum rerum vi ac robore dubitandi locus relinquatur.

Haec volumus, statuimus, praecipimus atque mandamus decernentes has praesentes literas et quaecumque in eis contenta etiam si praedicti eremitae et alii quilibet interesse habentes seu habere quomodolibet praetendentes cuiusvis sint status, ordinis et conditionis, praeeminentiae et dignitatis, aut alias speciali et individua mentione digni illis minime consenserint, seu ad ea citati, vocati et auditi minime fuerint, ex quacumque quantumvis legitima causa pia et privilegiata, colore, praetextu et capite etiam in corpore iuris clauso, etiam enormis laesionis, nullo unquam tempore de subreptionis vel obreptionis aut nullitatis vitio vel intentionis Nostrae aut alio quocumque, quamvis magno et substantiali defectu notari, impugnari, invalidari, retractari, sed ipsas praesentes literas semper firmas, validas et efficaces existere et fore, suosque plenarios et integros efectus sortiri et obtinere, ac illis omnibus ad quos spectat et pro tempore quandocumque spectabit,

1 Ex Archivio Secretariae Brevium,

maldulensium statutis et vilegiis quoque indultis et contrarium praemissorum tis; quibus omnibus et nores praesentibus pro expressis ac de verbo ad bentes illis alias in suo ro praemissorum effectum ha cialiter et expresse derogan speciali mentione dignis in cumque.

Datum Romae apud s. piscatoris die decima nona octingentesimo trigesimo Nostri anno septimo.

CLVII

LITTERAE APO

Paroecia, vulgo Casumar nensi secernitur et Bon tur '.

GREGORIUS

ad perpetuam rei

Cum ex pastorali mund primis omni studio et vig spirituali christifidelium b ligentissime consulatur, t animo ea peragere solemu ipsorum christifidelium ut cognoscimus. Equidem hau rec. mem. Pius VII praed tiam Nonnantulae iustis Mutinensi episcopatu perpe iunxit, territorium parochia sumaro ita imperiali via, et Pontificiae ditionis fine bifariam fuisse divisum, u

ates, quae ex confinium ratione, tum quam ven. frater Mutinenanimarum curator Casumaabat. Quocirca Nos dilecto . cardinali Bononiensi leimus, ut cum ven. fratre iensium et dilectissimo in Mutinensium duce collatis eram in hanc rem perficienis difficultate de medio subnmemorata compensatione eae atque aedium cessione ere. Qui quidem cardinalis am relinquens ut Nostrae ati, ad Nos detulit archieem et Mutinensium episcoenisse ut Bononiensium Arum cui a s. Antonio no#alcuore in praesentia instiscutatorum nonaginta, Mucedere deberet. Quam betinensis sacrorum antistes men legibus ab eodem Boscopo ultro libenterque ex

idem a sacra aede oppidi edrale templum Mutinense

undetur.

i dotem constituendam, ea a Sassoli debet, pars adtriscutatorum quinquaginta uae summa ab omni onere , quaeque non solum iuris pecta exigi possit, verum et cunctatio in solvendo alis Bononiensis curia omm impendat, ut debitor ilsolvat, qui ipse fruetur

nadraginta annua scutata, assoli solvere tenetur, temribuantur, facto illi animala percipiendi, quin benenimo gravetur incommodo e eidem parocho tradendi.

hibus oneribus, quibus pro parocho sumaro obstringuntur, omni ex parte exonerentur, reservato iure Mutinensium episcopo huiusmodi primitias et iura viciniori parocho vel illi ecclesiastico viro attribuendi, cui ipse eorum curialium sive parochianorum curam committendam existimaverit.

VII. Ut haec omnia huius Apostolicae Sedis auctoritate confirmentur.

VIII. Ut denique pro hisce omnibus auctoritate Nostra confirmandis itemque pro actis conficiendis, quae fieri necesse est tam pro paroeciae parte a Mutinensi dioecesi distrahenda ac Bononiensi dioecesi adiungenda, quam pro beneficii eidem Mutinensi dioecesi concessione, Mutinensium episcopus nulli subiiciatur impendio. Quod autem spectat ad commemoratam areae parochialis templi atque aedium cessionem, ab ipso Bononiensi legato accepimus dilectissimum in Christo filium Nostrum Franciscum Mutinensium ducem, ob singularem illam, qua summopere praestat in Nos atque erga hanc Petri Cathedram fidem atque observantiam, quam libentissime aream ipsam una cum templo parochiali, coemeterio aliisque adiectis aedibus generose liberaliterque cedere, ulla absque compensatione ut area, templum, coemeterium atque aedes adiectae in pontificiae Nostrae ditionis finibus in posterum omnino consistant. Ac propterea ea omnia et singula quae pertinent ad Pontificiae et Atestinae ditionis fines rite statuendos atque ad publicam utriusque ditionis utilitatem procurandam et iura tuenda, in solemnibus tabulis inter hanc Apostolicam Sedem et ipsum Mutinensium ducem a publico scriba conficiendis clare aperteque constituentur, ut totius negotii rationi provide consulatur. Cum autem huiusmodi res, ut ad optatum exitum perducatur, suprema Nostra potestate sit confirmanda atque adprobanda, Nos probe noscentes rem ipsam in spirituale Casumarensium bonum redundare, haud dubitavimus Nostram interponere auctoritatem, ut eiusmodi negotium omnimode executionem obtineat. Et primo quidem dilectissimo in Christo filio Nostro Mutinensium duci grati Nostri

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