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veggo cosa contenga che pregiudichi á Palermo, ó alla Sicilia. Soltanto potrebbe dirsi che non há tanta coerenza colla storia di Sicilia; ed io qui non saprei cosa rispondere, se non ricorrere al gran lume di V. S. Rev.ma. La seconda parte, già stampata, può ristamparsi, purche onninamente si castrassero le cose seguenti. Nel fogl. 3: Non iam ex mendosis fino al per ea da capo. Queste si osservano chiaramente parole contro del Pirro (1). Al foglio 5 potrebbe V. S. Rev.ma, ove parla di Elpide aggiungervi le sue dotte annotazioni che trovo nella Biblioteca sua Siciliana. Al foglio 4 (dovea dirsi prima) deve a mio credere cancellarsi prima quel toto orbe: nol merita; per secondo quel neque tutior fino al nuncupatur (2). Con qual trascuragine fe ciò stampare il P. Spucces? Mi sono maravigliato. Perche son parole dell' originale da d.o P. approvato. Il resto potrebbe correre, se non erro, fino al F. Ioes Ant. Vercellensis e lasciare i Privilegi.

La seconda si è: Brevis et exacta notitia originis S. Domus Templi. Questa la trovo anche stampata in Pal. nel 1636 e crederei di potersi ristampare. Ma bisogna cancellarsi primieramente alla pag. 5 quelle parole da me segnate: Nam ut ait ille, con tutto il resto (3). Al foglio 15 bisogna cancellarsi quel Sicilia tum Metropolitanum. Lui ciò stampò nel 1640, e dice ancora che a ciò s'indusse per essere stato criticato. Che l'habbia

(1) Qui si allude alla fine del periodo che com. Post debellatos a pagina 149, e fin. ex graeco conversis a p. 150. È degno di nota che DoMENICO SCHIAVo, messi da parte in ciò gli scrupoli del fratello MICHELE, autore della lettera che abbiam sottocchio, stampò testualmente il luogo incriminato nelle cit. Memorie per servire alla St. lett. di Sicilia, (II, 120). (2) Il luogo cui qui si accenna, parimenti stampato fedelmente da D. SCHIAVO (loc. cit.), sta nel pres. vol. a p. 151.

(3) Qui accenna a tutto il lungo tratto (pag. 111, segg.) nel quale l'AMICO parlo dell' eccidio dei Templari ad opera di Filippo il Bello. Anche questo tratto, come l'intero scritto Rerum a Martino Rege, parve forse allo SCHIAVO pregiudizievole ai Sovrani! Le osservazioni susseguenti anziché allo scritto su i Templari (dov'è bensi accennato Gregorio Asbesta Arcivescovo di Siracusa, ma non Metropolita di Sicilia) debbono riferirsi alla dissertazione de antiquo urbis Syracusarum Archiepiscopatu.

stampato in Napoli non importa. In Palermo non si fa stampare. Alla parola Intercessit io ho aggiunto un asterisco e se à V. S. Rev.ma paresse, soggiungerei: Hanc Amici opinionem latissime impugnarunt Pirrus, Baronius etc. novissime Michael Scavo in Dissert. etc. (1) et præsertim adversus Balsamonem adduxit Berterii auctoritatem.

La 3 Brevis Notitia originis Monasterii S. M. de Valle Iosaphat la trovo approvata dal P. Spucces, e a mio parere è la minore che contenga genio messinese, quantunque adduca una Bolla di Gregorio a favore di Fra Tommaso da Lentini Arciv. di Messina, la quale lui dice non trovarsi stampata, ma che tiene appo di se originale (2).

Del resto priego con la maggior caldezza à V. S. Rev.ma, acciò con ogni maggior diligenza l'esaminasse di una in una perche Io, a dirla con ogni schiettezza, in vedere opere di Messinesi, come se leggessi opere di Eretici. Le leggo e rileggo, scovrendovi sempre rabbia contro Palermo. Ma confesso: Per non essere pratico quanto è V. S. Rev.ma (Dio volesse che il fossi per la millesima parte) posso inciampare in qualche grosso errore. Dio no permetta.

Soltanto, ove á V. S. Rev.ma paresse, che non convengano cose contro Palermo, mi piacerebbe, che si stampassero per la seguente riflessione. Noi cominciaremo dal Ranzano Palermitano, seguiremo al Paternò Catanese, benche di materia di Palermo, passeremo all' Amico Messinese, che nulla o pochissimo tratta di Messina, e li dariamo un bocconcino d'acqua in tempo di grand' està. Si aggiungerebbe il Sorba di materia di Trapani, il Filoteo di Catania e della Sicilia in generale, e

(1) Intendasi: MICHAELIS SCAVO Panormitani S. T. D. inter Pustores Hereinos Ergisti Bellini Dissertatio historico-dogmatica de subiectione Siciliae Patriarchae Romano habila in Acc. Bonigustus prid. kal. Dec. 1733. Pan. 1737 excud. Steph. Amato.

(2) Allude all' epistola di Gregorio X riportata in parte nella dissert. sul Mon. di S. M. de Valle Iosaphat in q. vol. a p. 164.

così diventerebbe l'operetta da smaltirsi con faciltà per tutta la Sicilia. Concepisco il Ranzano f. 5.

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E pure che fossero f. 35 la spesa sarebbe 22 in 23 onze. Ma ad occhi chiusi, per dir così, può vendersi sciolta tt. 4 che sarebbe per n. 500 onze 64,20.

Del resto lo conosco, che mi sono troppo inoltrato. So che V. S. Rev.ma mi vuol bene, e mi guarda con occhio di affetto particolare. Perdoni, se a tanto mi sono avanzato ; la mia parte è di solamente ubbidire a' cenni di V. S. Rev.ma. Ed intanto b. le s. m. mi confermo.

Mi resta soltanto pregare á V. S. Rev.ma che ad ogn'uno de' cennati Autori si compiaccia mettervi qualche sua nobile Prefazione, da cui potesse maggiormente l'opera accreditarsi.

In quanto alla mia parte ho dato a V. S. Rev.ma onze 4, 24

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Si devono detraere primieramente onze per una risima di teste che mi restò, cioè n. 3 quinterni per risima, che sono 24 quinterni.

Di più per n. 15 quinterni e quindeci fogli che sono li sessanta che ho fatto stampare ab extra. E perchè vi vollero per sei fogli e mezzo per quanto dice il Signor Stefano, risime otto e quinterni quat

» 2, 12

onze 8, 6

tro. Restano perciò n. 11 quinterni. Siano

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Devo tt. 1, 10 a complimento (sic) di onze 8 (sic).

V. S. Rev.ma paghi soltanto lo stampatore nella spesa delli n.o cinquecento. Nell' altri n.o 60 mi dica il prezzo che lo pagherò Io.

Servo vero obbl.mo

MICHELE.

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