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E per te vederai, come da questi.

M' era in disio d' udir lor condizioni,
Si come agli occhi mi fur manifesti.

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O bene nato, a cui veder li troni
Del trionfo eternal concede grazia,
Prima che la milizia s' abbandoni,

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Del lume che per tutto il ciel si spazia
Noi semo accesi: e però, se disii

Di noi chiarirti, a tuo piacer ti sazia.
Così da un di quelli spirti pii

Detto mi fu; e da Beatrice: Di' di'

Sicuramente, e credi come a Dii.

Io veggio ben si come tu t'annidi

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Nel proprio lume, e che dagli occhi il traggi, Perch' ei corrusca sì, come tu ridi; Ma non so chi tu se', nè perchè aggi, Anima degna, il grado della spera, Che si vela a' mortai con gli altrui raggi.

Questo diss' io diritto alla lumiera

Che pria m' avea parlato, ond' ella fessi
Lucente più assai di quel ch' ell' era.

Sì come il sol, che si cela egli stessi

Per troppa luce, quando il caldo ha rose
Le temperanze de' vapori spessi;

Per più letizia si mi si nascose

Dentro al suo raggio la figura santa,

E così chiusa chiusa mi rispose

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AL CANTO VI.

come,

Il famoso imperator Giustiniano, che primo ridusse in un bel corpo le leggi, d'ogni soverchia vanità ripurgandole, si scopre all' Alighieri nell'anima favellatrice. Narra egli adunque siccome dall' Eutichiana eresia convertito alla fede per opera del santo Pontefice Agapito, si diede all' egregio lavoro; e rassicurato dalle vittorie di Belisario suv nipote riguardo ai nemici della corona, giunse a godere perfettissima pace. Quindi, sdegnoso che sotto l'insegna imperiale più sicuro il mondo non sia, e che quella combattano alcune fazioni e alcune non arrossiscano di inalberarla, tesse l'istoria de' trionfi ch'ella già riportava ne' giorni più lieti. Ricorda pertanto come Pallante avendola conquistata col proprio sangue ai venuti da Troja, fiori per tre secoli all'ombra di lei la potenza degli Albani : poi come si rese più rispettabile all'intorno dalla celebre pugna degli Orazj, e dal ratto delle Sabine fino alla morte di Lucrezia, e alla cacciata dei re. Narra quante palme cogliesse or contro Brenno capitano de' Galli, or contro Pirro signore degli Epiroti, dappoichè fu piantata nelle legioni della Repubblica; e quanto le dessero vanto e la inesorabile giustizia di Torquato, e la rigida povertà di Quinzio, e il nobile sacrifizio dei Decj, e le militari grandezze dei Fabj. Rammenta qual vinse le schiere

TOMO III.

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degli Affricani guidate dalla bravura d'Annibale per le campagne d'Italia, qual si fe' grande pel valor di Scipione, qual per quello di Pompeo. Quindi appressandosi l'avventurata epoca, nella quate dovendo comparire al mondo il Redentore promesso, conveniva che pacifica, siccome il cielo, si mostrasse la terra, egli è incredibile quanto formidabile si rendesse la riverita insegna nelle mani di Cesare, e come finalmente riscolesse a' tempi di Augusto gli omaggi dell'Universo. Ma vinse ogni gloria quando sotto il regno di Tiberio ella vide la morte del Redentore, per cui fu vendicata la Divina giustizia; e, quando inalberata da Tito, ella vendicò negli Ebrei questa morte medesima. Essendo finalmente travagliata la nuova Chiesa di Cristo dagli odj dei Longobardi, la riparò Carlo Magno sotto l'ali vittoriose dell'aquila. Così narrava quell' anima generosa, e, imprecando ai tempi degeneri, or vedi, aggiungeva, s'io ebbi motivo di rammaricarmi degli uomini che abusano stranamente al di d'oggi della Romana Insegna, la quale (rammentisi chi legge della dottrina professata dal poeta nel libro de Monarchia) è l'insegna dell'impero universale del mondo. Vedi com' altri opponga a lei i gigli d'oro, parteggiando per Francia, ed altri non temano di furla divenire particolare insegna della loro Fazione. Mutino i Ghibellini, mutino almeno il vessillo; chè mal si pone sotto di questo chi combatte contro giustizia. Non tenti, nè speri d'abbatterlo il giovine re Carlo di Puglia, figlio di Carlo il vecchio;

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