Opere in Versi e in Prosa, 8. cilt |
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abbia Acarnani Accademia acciocchè ajuto alcuno altrui animo anzi Arcigranellone arreca avan avea bujo buon cervello ch'è ch'egli ch'io chè chiama ciascheduno Cicalata Cielo Città colla coloro colui compagnia corpo costoro costui cotanto cotesti credo Crisippo cuore d'essere d'ogni dabbene dèe detto dice diletto dire Empedocle Epicurei Erudizione faccia fanno fare femmine figliuoli Filosofia gastigo Giove gitta gran Granelleschi Granello guisa I L FORESTIERE I L VECCHIO Iddio Imperocchè ingiurie lascia lodi luogo Macrino male mani medesimo MENIPPO mente MERCURIO mettono mondo nuovo occhi oggimai Padre parasanghe pare parlare parole PARRESIA Parresiade Pazzia Platone PLUTO poco povero prego presente pure quivi ragione recinto ricchezze ricchi ridere rimbambito s'egli sapere sarà sicchè sieno Signore Socrate stà stima stra terra Timone Tomo VIII uomini uomo vedea vedere veggo vero veruno vestito virtù vizj voglia zappa
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Sayfa 11 - Poesia novella è una canna di bronzo atta e gagliarda, confitta in un polmon pieno di vento, che, mantacando, articoli parole « e rutti versi. Se aver don potesse di favella un mulino, una gualchiera, chi vincerebbe in poesia le ruote vòlte dall'acqua che per doccia corre? Tanto solo il romor s'ama e il rimbombo.
Sayfa 13 - Vedi il mio Coro . Alzò Macrino gli occhi , E vide le divine alme Sorelle Preste a fuggirsi , e ad apprestar Parnaso In gelate nevose Alpi Tedesche , E a vestir d'armonia rigida lingua. Coscienza lo morse, il mento al petto Conficcò , tacque , e confessò , che il vero La prima volta gli avea detto Apollo.
Sayfa 11 - Di Teocrito suoni, or alla tromba Gonfi le guance, o dalle mura spicchi Di Pindaro la cetra, o il molle suono D'Anacreonte, fra le tazze, imiti.
Sayfa 12 - L'arco teso tenersi, e talor fiacca. Or basta ch' empia all' uditor gli orecchi, Sul cominciar, sonoritade e pompa: Poi t' allenta, se vuoi, poeta, e dormi. Tal nella prima ammattonata chiostra Movesi il cocchio, e con picchiar di ruote E ferrate ugne, qual di tuon, fa scoppio; Esce poscia sul fango...
Sayfa 12 - Or basta , ch' empia all' uditor gli orecchi Sul cominciar sonoritade , e pompa , Poi t'allenta se vuoi, Poeta, e dormi. Tal nella prima ammattonata chiostra Movesi il cocchio, e con picchiar di ruote, E ferrate ugne qual di tuon fa scoppio : Esce poscia sul fango, o sull'arena, E fa viaggio taciturno , e cheto.
Sayfa 12 - E fa viaggio taciturno e cheto. Fu già lungo fastidio e dura legge Studiar costumi. Favellava in versi, Quale in selva, Amarilli; e sulla scena, Qual nel porto Sigèo, parlava Achille.
Sayfa 11 - È no vita te 6) quel che ancor non s'intese. Alto, poeti! Questa libera età non vuoi pastoie: tutto concede. Oggi cucir si puote lo scarlatto al velluto, augelli e serpi. Polli e volpi accoppiar, pecore e lupi. 70 Bastan festoni da annodargli: lega per la coda o pe
Sayfa 13 - Che fai? gli disse: e perché più bestemmi? Vedi il mio coro. — Alzò Macrino gli occhi, E vide le divine alme sorelle Preste a fuggirsi, e ad apprestar Parnaso In gelate nevose alpi tedesche, E a vestir d'armonia rigida lingua. Coscienza lo morse: il mento al petto Conficcò, tacque, e confessò...
Sayfa 10 - Qual d' edifizio diroccato sbuca Fuor di sfasciumi e calcinacci il gufo, Alfine uscii. Poche parole, e agli usi Male acconce del mondo, in sulla lingua Mi suonarono in prima. Omero e Dante Dalla chiusa de' denti uscirmi spesso Lasciai con laude.
Sayfa 10 - Agl' infiniti aspetti Posto in mezzo, temei, come la prima Volta uscita dal nido rondinetta L'ampio orror dell'olimpo intorno teme. Ma chi creder potea che farmi inganno Dovesse Apollo ? Ricercai boscaglie , Pensoso imitator , segrete stanze , Incoronate di verdi erbe fonti; Me medesmo obliai.