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biblioteca Corsiniana « Sommario de' Diari di alcuni Pontefici. Autori Stefano Infessura, e Paolo Magistri » ritrovansi così promiscuamente avvicendati i due Diarii, che le date vi si succedono regolari, non presentando che varianti di nessun rilievo.

Quattro codici mss. di questo Diario ho potuto rinvenire nelle biblioteche e negli archivi di Roma, due dei quali, come ho accennato, nella biblioteca Corsiniana, uno nella biblioteca Vaticana, (ed è il meno pregevole), il quarto nell'ar chivio Soderini, deposto presso il notaio sig. Giuseppe Garroni, gentilmente indicatomi dal ch. sig. avvocato Ernesto Monaci.

È facile cosa determinare il pregio di ciascuno di questi codici comparandoli fra loro. Tutti quanti sono di recente data , per quel che ne pare alla scrittura, che non è anteriore al secolo XVII. Peraltro non è a credere che queste copie procedano tutte da una fonte unica, perchè troppo notevole è la differenza che si scorge fra loro.

Il codice miscellaneo Vaticano, segnato n. 5255, ed indicato dal Muratori nella sua prefazione al Diario di Stefano Infessura, è il più incompleto, perchè mancante di alcuni capitoli, e così scorretto, da non doverne fare che poco conto. Le ultime sedici carte di questo volume in 4: p. comprendono la nostra Cronaca, portante il titolo: Memoriale di Pauolo di Benedetto di Cola dello Mastro dello Rione de Ponte.

Più importanti sono i due codici della Corsiniana, l'uno segnato n. 128, col titolo: Diario di diuerse attioni notabili successe in diuersi pontificati incominciando dall'anno 1327 in tempo del pontificato di Gio. XXII fino a settembre del 1561 del pontificato di Pio Quarto; l'altro promiscuo dell'In fessura e del Magistri, dall'anno 1294 sino al 1494 ecc., a cui già accennammo di sopra. Il primo di questi codici è in foglio, nitido, di carte 162, ed accuratamente scritto con caratteri del XVIII secolo ; il secondo in s. p., è scritto a caratteri abbastanza oscuri, ma con ordine mirabile di date, e chiarezza di esposizione dei fatti.

Importantissimo è il codice dell'archivio Soderini: Diario e memorie di diuerse cose accadute in Roma dal 1422 al 1524 in fol. gr. di 100 carte; il quale sebbene sia di trascrizione recente, e mancante anch'esso di alcune notizie, che sono riportate dal codice Corsiniano, tuttavia ha conservato quella forma di Memoriale privato o libro di ricordi tracciato dall'autore, quasi dirci per suo uso, mentre nei testi già menzionati non si scorge più altro che una quantità di

appunti storici separati per ordine di data. È questo il codice che ho creduto presentare come testo della presente pubbli cazione, giovandomi a quando a quando degli altri per illustrarlo, adempierne le mancanze, o darne le varianti, evitando così di correggere quei passi che mi parvero oscuri, sbagliati od omessi per colpa certo dell' amanuense, al che fare non mi credetti avere sufficiente autorità. Il codice suddetto, e da me prescelto, è ricco più d'ogni altro di notizie che si riferiscono alla famiglia dello scrittore Paolo dello Mastro; quindi ho creduto superfluo di far di lui una particolare menzione, potendo il lettore raccogliere le sue notizie dallo stesso Diario le quali perchè d'importanza affatto personali, furono omesse, siccome inutili, dalla maggior parte degli amanuensi.

E pur tenendomi solamente al valore storico di questo Diario, accennerò che io prescelsi il codice Soderini perchè mi parve che in esso fossero più che in ogni altro conservate le forme del dialetto romano del secolo XV, dal che m'era facile presumere della sua fedeltà dal lato eziandio della

storia.

Il codice Vaticano e i due della Corsiniana, copie di copie, hanno avuto gradatamente alcune mutazioni di ortografia e di linguaggio, tanto che ogni men che esperto filologo può riconoscervi i sensibilissimi cangiamenti che si venivano succedendo nel dialetto romano; cangiamenti che si accettavano dagli amanuensi i quali, perchè ignari o presuntuosi, adottarono pur copiando i nuovi modi di dire imposti dalle successive modificazioni del linguaggio. Certamente anche il codice da me prescelto deve aver patito notabili mutazioni, facili a riconoscersi; sono queste peraltro di piccola entità in proporzione di quelle degli altri codici da me esaminati.

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A chiarire alcuni punti di questa Cronaca ho creduto frapporvi poche noterelle storiche, non perchè io creda che i fatti a cui si accenna da Paolo dello Mastro abbiano bisogno di essere confortati di note, ma perchè trovandomi averle fatte per mio uso, ho dovuto cedere alla vanità di stamparle. I lettori vorranno perdonarmi questa colpa, e voglia Dio che sia la sola da me commessa nella presente pubblicazione.

ACHILLE DE-ANTONIS

Crescenza di fiume.

Sole scurito.

Morte di Martiuo V.

Cardinali in

Conchiave,

Al Nome sia dell' Altissimo Dio, e gloriosa Vergine, e di tutti li Santi della Corte del Cielo, che ce prestino grazia, che potamo bene, et honestamente viuere in questo mondo. Questo sarao un libro de memoria delle Cose, che occoreranno fatto per mi PAUOLO DE' BENEDETTO DI COLA DELLO MASTRO dello Rione di Ponte nell' anno 1422 adij ultimo di novembre (1).

Raccordo Io Pauolo predetto, che in nell'anno 1422. a dij ultimo di novembre lo die di Santo Andrea Apostolo lo fiume di Roma cresceuo si forte, che allacao in molti lochi, cioè allo Altare granne de' Santo Cielzo, et ionze à quello lione che stao rempuosto in nello Palazzo dello Conte de' Tagliacuozo lo menore, e coperse l'archi di Ponte Santi Petri, et in Santa Maria Retonna rimase priva(?) per più de' uno mese, perchè se aparao la Chiavica, che è dentro, e fece molto danno per Roma, perchè la Crescenza fu si subita che lomo non repoteo reparare. Lo crescere ello screscere durao tre die (2).

Fo recordo lo Pauolo, che nell'anno 1431. adij XI di febraro in nelle vinti hore scurìo lo sole, e questo notificao la morte di Papa Martino V (3).

Recordo Io Pauolo in nell'anno 1431. a dij 14. di febraro à doi hore innanzi die morìo Papa Martino V, e fù de'Casa della Colonna, lo quale visse in nello Papato quattordici anni, e tenne uno quicto, e tranquillo stato, che se annaua con l'auro in mano attorno a Roma a doi ciento millia de'notte e di die sicuro, e fece uno granni beue alla città di Roma. Recordo lo Pauolo, che a dì primo di marzo 1431. li Cardinali si miseno in Conchiave in nella Minerua e fu di Jouedie ad 24. hore, e fù sbarrata la Piazza (4) della Minerua, e fu guardata da Romani.

(1) Questo tratto è mancante nei codici Corsiniano (no 228) Vaticano (5255) i quali incominciano: Inundatio Tyberis allo altare rande di S. Celso ecc. (2) Questa inondazione di cui non tiene conto l'Idrometro di Ripetta, è ricordata da una lapide antica e guasta situata nella facciata della Chiesa di S. M. sopra Minerva. In essa si legge: Anno Dni MCCCCXXII in die Sti Andreae crevit aqua Tiberis usque ad summitatem istius lapidis tempore Dri Martini PP. V. Anno VI. Se questa lapide, com'è a credersi, non ha mutato posto, può stabilirsi che la ricordata inondazione fu di otto o nove centimetri inferiore al livello raggiunto da quella del decembre 1870.

(3) Scurio lo sole, forse per Ecclissi solare, o per subito rannuvolamento. Il Codice Corsiniano (1344) dice: 1431. A dì 11 Febbraro alle hore 20 si oscurò il sole e fu il lunedì di carnevale. Del detto mese cadde la goccia a Papa Martino nella lingua ecc.

(4) Cod. Cors.: (228) e fu sbarrata la casa. Cod. Vaticano (5255 ) : la Piazza. I cardinali che si adunavano in Conclave per la elezione del Papa venivano totalmente isolati, sia perchè non avessero estranee pressioni, sia perchè la elezione che ne seguiva, così circondata d'apparato misterioso, si dovesse ritenere divinamente ispirata.

Recordo lo Pauolo, che in nell'anno preditto a dì tre di Marzo alle 21 hore fu creato Papa Eugenio IV: e fu de Sabato, lo quale si chiamaua Monsigniore de'Siena, e abitaua in Tristeuere, e fu Venetiano (1).

Recordo Io Pauolo che in nell' anno preditto a dì XI di Marzo fu coronato Papa Eugenio in nelle Scale di Sancto Pietro, e miseli la Renno in Capo lo Cardinale di Sancti quattro, e poi annò a Sancto Joanni Laterano, e fu adestrato dalli Offitiali di Roma, e poi se ne tornò à Sancto Pietro.

Recordo Io Pauolo preditto, che in nell' anno 1431 a dì 22 di Aprile, e fu lo die di Sancto luorio venne lo Prencipe, cioè lo Nepote di Papa Martino V. e pigliao Porta da'Via (2) come Nemico, e venne per infino a Sancto Iuorio, e la si fisse. Partissi Stefano Colonna adi 24. di Aprile, e venne per infino alla Casa, e poi venne a Sancto Marco con molta Jente darme, e fanti, e là trovao la sbarra de' Romani, e fecero un' granne Battaglia, doue che Stefano Colonna fu rotto, e sconfitto da Romani, fulli sbudellato lo Cavallo sotto, e furno presi de'molti della soa Gente, e fulli messa à sacco la Casa, e quella dello Prencipe, e molte altre Case de'loro sequenti (3). Recordo Io Pauolo, che in nell'anno 1431. a dì tre di Luglio morio Monsigniore d'Aquileia, lo quale staua a Sancto Biagio della Pagnotta (4).

Recordo Io Pauolo preditto, che in nelli 1432 a di 17 di febraro la Domenica ultima dello ditto mese se menao la Moglie Giuorio mio frate, cioè la figlia di Janni Damiano.

Recordo Io Pauolo, che in nell'anno 1432. adi 7 di Aprile cadè una Jelata sì terribile che guastao tutte le vigne di Roma, e fece uno granne danno.

(1) Gabriele Condolmerio veneto, Card. Arciv. di Siena. Vedi Platina:... fu dai Card. a tre di Marzo del 1431. nella Minerva creato Pontefice e fu, mutandosi il nome, chiamato Eugenio ecc.

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(2) Cod. Cors. : la porta d'Avia (Appia). (3) Cod. Cors. :... de' loro seguaci. Allude al fatto d'armi avvenuto in Roma per opera del principe di Salerno e le genti del Papa. Martino V. aveva lasciato grandi tesori accumulati durante il suo pontificato, e in gran parte ereditati dai suoi nipoti Prospero Colonna Card. Diacono del titolo di S. Giorgio, Edoardo conte di Celano, e Antonio principe di Salerno. Ad Eugenio IV parve dover recuperare questi tesori che pretendeva si dovessero alla Santa Sede, tanto più ch'egli s'era dichiarato favorevole agli Orsini, che lo avevano aiutato a salire al pontificato, e nemico dei Colonna dei quali all'uopo avrebbe voluto confiscare i beni se non altro per arricchirne la sua famiglia (V. Murat. Ann. d' It., Sismondi, Platina ecc.). 1 Colonna posti sull'avviso si tennero a Palestrina, da dove poi mossero verso Roma con cavalieri e fanti armati, ed entrarono dall'antica porta Appia senza incontrare resistenza. Ma dagli assoldati del Papa si mosse a battaglia contro i Colonnesi che furono sconfitti e dipoi saccheggiate le case di Stefano, Antonio, Edoardo e dei loro aderenti (V. cit. Aut.).

(4) Chiesa antica in via Giulia, così detta per la distribuzione di piccoli pani che vi si faceva nel dì della festa di S. Biagio (V. Nibby).

Eugenio quarto.

Coronazione

di Eugenio IV.

Nipote di Martino Va Roma come nemico.

Morte di Monsigr: d'Aquileia.

Gelata caduta in Roma.

Pace fra Eugenio e Gismondo

Imperadore.

Venuta di Gis

mondo

a Roma.

Recordo Io Pauolo preditto, che in nell'anno 1432. a dij tre di novembre nacque a Giuorio mio frate, la prima soa Rede femina, alla quale ponè nome Lucretia, Dio le presti bona ventura.

Recordo lo Pauolo, che in nell'anno 1433 a dij sette di aprile fu dichiarato in Concistorio la Pace frà Papa Eugenio quarto, e lo Imperatore Gismondo, e fu bannita per Roma. Recordo Io Pauolo, che in nell'anno 1433. a dij 21. di marzo Imper: venne lo Imperadore Gismondo à Roma, et entrao per Porta Castiello, e folli facto molto honore, cioè, che fu messo sotto Palio d'oro coll'arme della Ecclesia, e dello Puopolo, e l'arma soa, e iocauoli innanti li Jocatori di Testaccio, e molti altri colle facole, e colle parme d'oliuo, e venne l'incontro lo Confalone dello Puopolo di Roma, e fu adestrato dalli Conservatori e Caporioni, e molti altri Principi di Roma per infino alle Scale de Sancto Pietro, e la trovao lo Papa Eugenio quarto colla sede parato, e pigliarosi per la mano, e gero allo Altare granne de Sancto Pietro, e la odiero una messa, e poi se ne vennero insiemi dalla Nave dello Sodario, e là li forno posti doi scandetti con doi Capitali, doue se inginocchiorno, e folli mostrato lo Sodario benedetto.

Coronattione di Gismondo

Imper.

Recordo Io Pauolo, che in nell'anno 1433. adij ultimo di Maio fu incoronato lo Imperadore in Sancto Pietro con tutte quelle Cerimonie che si fanno, e poi che fu detta la messa se partiò esso, ello Papa, elli Cardinali, e gessiero de Sancto Pietro, lo Imperadore venne colla Corona in testa d'oro, e fu portato pesoli per infino a' pede alle Scale di Sancto Pietro, e la aspettao lo Papa, poi chello Papa fu venuto stettero un pezzo insiemi à favellare, e poi cavalcao lo Papa, ello Imperadore, e giero insiemi (1). Lo Papa annava à mano dritta, et accompagniaolo per infino alla Concave di Piazza Castiello, e fuorno adestrati dalli Offitiali di Roma, e poichè furono alla Conca (2) lo Papa se tornò allo Palazzo, e lo Imperadore pigliao la Via à Sancto Janni Laterano, e quando fu in nello Ponte Sancto Pietro, là fece Cavalieri lo figlio di Carlo Orsino, lo quale ha nome Misser Roberto, e fece più altri Cavalieri, poi se nè gio a Sancto Janni per questa via, cioè per via de Papa per infino a Sancto Marco, e gessio à Spoglia Christo, et annao a Torre delli Conti, e pigliao per Portogallo e gio

(1) Cod.. Cors. :... a favellare, e poi cavalcao lo Papa e lo Imp.< lo addestrao tre passi, poi cavalcao e lo Papa da man dritta, et accompagnorolo perfino alla conca ecc.

(2) Cod. Cors.: corua.

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