Sayfadaki görseller
PDF
ePub

Un resticciuolo di rancore trapela nella tornata d'una canzone del Bremon, della quale, se non erro, il De Lollis non fa cenno:

Dompn' ai e senhor

en que m'alegor,

Sordelh, per que, m vai tan be

qu' enveya no. m tenc en re.

Tutta la canzone si aggira su queste due note, la gioia dell' amore fortunato, il disdegno per i nemici, tra cui l'apostrofe finale par che comprenda Sordello. Invece, non so se abbian ragione lo Schultz e il De Lollis di attribuire a Pietro due coble, che il Canzoniere Laurenziano ci ha conservate senza il nome dell'autore. Colui, che le compose, con esse prendeva commiato dal signor Sordello e dal signor Bertrando (da La Manon), i quali, quantunque egli li avesse serviti lealmente, avevan permesso gli fosse recato non sappiamo qual danno. Come questa dichiarazione ripetuta genericamente un'altra volta dopo ieu qe us ai servit ses tot enian si possa supporre uscita dalla bocca di Pietro Bremon, povero sí, ma cavaliere; in qual modo si possa conciliare con il tono provocante de' serventesi di Pietro Bremon, confesso di non saper vedere. Vero è, cosí quest'ultimo come l'autore delle coble1 trovarono ospitalità presso Barral del Balzo; ma basta tale circostanza a dimo. strare che non furono due persone diverse, in diversi tempi o per diverse cagioni passate dalla corte del conte di Provenza a quella di Barral?

-

III.

Degli amori di Sordello, dopo quello per Cunizza, non abbiamo notizie sicure: molti furono, attesta la prima delle biografie, la quale lo definisce grans amaire, truans e fals vas dompnas; molti secondo B. da Lamanon, il quale si faceva coraggio per abbandonare una donna, a lui non arrendevole, pos en Sordel n' a ben camiadas cen. Su le tracce del Diez e dello Schultz, il De Lollis vuol provare che Sordello corteggiò Guida, sorella di Ugo IV conte di

dice

1 Invece che al Bremon, io penserei a Granet. Di quest'ultimo ci resta una poesia, nella quale, per invito del conte di Provenza, dà giudizio non benevolo di un gioco-partito di Sordello e di Bertrando da Lamanon. Ebbe, dunque, relazioni con tutt' e due, e non molto cortesi, tal quale l'autore delle coble. Inoltre, ci resta di Granet (RAYNOUARD Choix, IV, 231) un serventese, in cui il cnte Carlo è biasimato per la sua avarizia e perché lascia angariare i Provenzali da' suoi hziali. Al conte Carlo dice cominciando :

mas mestiers es qu' ieu dey lauzar los pros

e dei blasmar los croys adreitamen;

e devets me de mon dreits mantener,

quar mos dreits es que dey blasmar los torts,

e si d'aisso m'avenia nulh dan,

vos per aisso en de vetz far deman,

L'eco di questi versi, abbastanza distintamente, par di sentire nelle coble:

e qui seigner vol servir lialmen

deu lo can fail blasmar abdreizamen;
mas ben pot far le cous sens e joudat,

qe tot lies per vos autres lansat.

Rodez, maritata nel giugno del 1235 a Pons signore di Montlaur; a me sembra che le poesie di Sordello e altre testimonianze dimostrino, chi le esamini bene, l'insussistenza di questa ipotesi. Delle canzoni, tre sole, che il De Lollis giudica ispirate da Guida, una è diretta a una donna Agradiva, nella quale non vedo perché si debba ravvisare Guida; un'alt: a non reca nome alcuno di donna, e se vi si legge la parola guia, vi significa maniera, non guida; la terza prova da sé ad esuberanza che Sordello non amava Guida, perché, con tutto il rispetto, egli vi afferma che la contessa di Rodez quantunque offuschi tutte le altre donne come il sole offusca tutti gli altri splendori, non offusca, però, la sua donna. "Non si deve adirare la contessa, se io amo e pregio colei, di cui sono servo,!1

Il De Lollis espone: "Un gioco partito di Sordello con Bertran de La Manon indusse il trovatore Granet a provocare a tenzone cosí Sordello come il suo avversario; e mentre al primo (che però non gli rispose) ricorda che per la pregiata contessa di Rodez piú di cento cavalieri han raso il proprio capo, e dovrà finire per raderselo anche lui, invíta il secondo, un appassionato delle armi a parole, a recarsi a combattere contro l'Anticristo che s'avanza coi suoi, i quali uccideranno tutti quelli che non vorranno convertirsi alla fede e qui si allude, fuor d'ogni dubbio, alla invasione mongolica nell'Europa occidentale, che tanto preoccupò la Francia nel 1241 „. Vediamo un po'. Granet non provoca a tenzone per conto proprio, di capo suo, Sordello e Bertrando; dichiara che il conte ha avuto l'idea di commettergli la censura degli errori detti da entrambi nella tenzone partita. Il De Lollis avvicina e accomuna due poesie, le quali, in verità, non hanno relazione tra loro: in una, quella già ricordata, Granet si permette di sentenziare tanto su i pensieri espressi da Sordello, quanto su quelli espressi da Bertrando nella loro discussione; l'altra è un altro partimento, in cui si dimostra innamorato e poco fortunato in amore quel Bertrando, che a Sordello aveva altamente dichiarato di non volere sentir parlare d'amore, di volersi occupare unicamente di armi. Granet parla della contessa di Rodez; ma perché? Perché Sordello aveva proposto di rimettere a lei il giudizio dalla tenzone: parla Granet anche di Giovanni di Vallari, perché Bertrando lo desiderava per giudice. Nella designazione di lei non si può scorgere una dichiarazione, sia

[blocks in formation]

Il De Lollis crede: "grammaticalmente lei non può riferirsi che alla contessa menzionata nel verso precedente Ma nella canzone Sordello dice: lei de cui chan, de-llei.... a qui m'autrei, ab lei qui m fai languir per indicare sa domna, diversa dalla contessa di Rodez.

[ocr errors]

I primi quattro versi della tornata non danno senso, perché sono stampati cosí :

Si col soleillz esfassa, quan resblan, autras clardatz, vai de pretz esfasan autras dompnas la contess'am cors quar, sil de Rodes, ses ma domn'esfassar.

Alla fine del terzo bisogna leggere car (caro), non quar (perché, giacché). Cors car, corpo caro letteralmente, era locuzione frequentissima. Cfr. due poesie, DLX e DLXI nel MAHN, Gedichte, che offrono anche esempi di quar in fine di verso, e Sordello, Si col malaus, 25: "A can mal

vi sa cara, son cors car „.

pure implicita, di amore: il De Lollis c'insegna esser "piú che raro il caso d'un trovatore che invochi, pel giudizio di una tenzone il nome (senza neppur la cautela del senhal) della donna colla quale è in rapporti intimi,. Né potrebbe esser presa per implicito documento di amore la scelta della contessa di Rodez, se non a patto di considerare come prova di un altro amore la scelta, che in altra occasione fece Sordello di donna Rambalda a giudicare una tenzone tra lui e Bertrando. Questa necessità logica non è nemmen passata per la mente del nostro critico. Egli ha trovato Guida di Rodez tra le dame "mentovate da Bertran da La Manon nel suo compianto in morte di Blacas, e che importa? Tra quelle dame non è forse mentovata, subito dopo Guida, Na Raimbalda dels Baus? E perché ritenere ispirata da Guida una canzone di Sordello "sol perché vi si ripete una frase caratteristica ("salvan s'onor) che ricorre nelle canzoni indubbiamente riferibili alla contessa di Rodez,,? Nella pagina precedente non aveva egli riconosciuto esser "tale espressione.... tutt'altro che un monopolio di Sordello,? Or, vedasi combinazione! Nel pianto del La Manon la frase ricorre a proposito di donna Rambalda 1.

[ocr errors]

Mi dispiace; ma questa trattazione dell'amore del Mantovano per Guida mi sembra tutto un tessuto di supposizioni, su cui altre supposizioni si appoggiano, per poi offrir appiglio a supposizioni nuove.

Con ta' color sommesse e soprapposte

non fer mai drappo Tartari né Turchi,

né fur tai tele per Aragne imposte.

Spettava a Guida, maritata a un signore senza titolo, il titolo di contes

1 Tre volte sole Sordello dice precisamente salvando il suo onore: XXIII, 14-16:

[blocks in formation]

datz.

[ocr errors]

Sordello, imitò R. di

In verità, tutt' e tre le volte quantunque nell' ultimo de' versi citati la locuzione salvan, ecc. sia staccata dalle altre, che negli altri due casi le fanno compagnia Vaqueyras (MAHN, Gedichte, LV):

car sa valors e sos pretz seignoreia
sobre totas las pros dompnas c'om ve,
car mieills s'enansa e plus ges se capte,

e mieills acuoill e mieills parla e dompneia

e mostra.ls pros son pretz e sa beutat,
salva s' onor, e reten de totz grat.

R. VIDAL citò l'ultimo distico cosí:

e mostra.ls pros so sen e sa beutat
salvan s'onor, e reten de totz grat

V. CORNICELIUS, op. cit., 34.

sa? Sí, perché ella era sorella di un conte. - Sarà, quantunque non valgano a dissipare i miei dubbi i due esempi, forniti dallo Chabaneau, della figliuola d'un re e della figliuola d'un imperatore chiamate l'una regina l'altra imperatrice. Ma perché Pietro Guglielmo dubitava della purezza del sentimento nutrito da Sordello per lei? Perché Sordello aveva oltraggiato il fratello di un'altra dama, Ezzelino. La sorella di Ezzelino era maritata e separata dal marito, Guida era fanciulla. Il conte Ugo IV di Rodez avrebb'egli permesso alla sorellina, ancor nubile, di concedere solaz et honor e, per pietà, un pauc de sabor d'amor, che pubblicamente Sordello le chiedeva? Accennando a lei si sarebbe P. Guglielmo permesso dire di baci e di congiungimenti carnali? Il conte Ugo si sarebbe mostrato sicuro, men curante di tutto codesto che di dormire, al pari del delfino d'Alvernia per l'amore di sua sorella e di Peirol, al pari del marchese di Monferrato per l'amore di Rambaldo e di Beatrice anche dopo che in un componimento di ragion pubblica un trovatore l'aveva avvertito di stare in guardia?

E s'el coms es aseguratz,

el s'en poria ben pentir;

qar autre n'auziest escarnir,
Sordel, s'om vos o auzes dir.

Il delfino si era pentito, alla fine, della sua arrendevolezza, e male n'era incolto a Peirol.

1

E per l'amore della giovinetta Guida sarebbero imbiancati i capelli di Blacas? Questo particolare fa pensare ad amore ferventissimo di non breve durata. Par difficile che il vecchio cavaliere, già su l'orlo della tomba, nel 1235, nell'anno in cui Guida si maritò, si fosse messo a importunare una fanciulla, a “farle la ruota intorno. Pietro Guglielmo domanda a Sordello„ : — È vero che siete venuto qui per amore della contessa.... e credete riuscire a farvi amare da lei meglio del signor Blacasso, il quale per lei è diventato canuto? La domanda (specialmente la frase esser sos drutz) sembra piú naturale riferita a una signora maritata, e corteggiata da lungo tempo, che non ad una fanciulla.2 Agradiva pare al De Lollis un segnale di Guida “ perché comparisce nella seconda tornata della canzone, nella quale il bistic

[ocr errors]

1 Crf. G. ADEMARS, Ben fora (cito dal canz, A.):

E fara.m canudir a flocs

si no.m socor abans d'un an,

que ia.m ditz hom qe,m vant broillan
canetas e no.m sembla rocs;

e si.m fai ioven canuzir,

tot canut m' aura qan cosir,

que bons esfortz malastre vens.

2 I DE LOLLIS, scrive: "Se Peire Guillem attesta esser ella (Guida) di tal pregio, che Blacas incanuti nell'adorazione di lei, un altro trovatore, Granet, giunge a dire che più di cento cavalieri han raso il proprio capo per lei „. Or P. Guglielmo parla di una contessa, ma non pronunzia il nome di Guida di Rodez; questa è nominata da Sordello nella tenzone con Bertran, su la quale, per commissione del conte di Provenza, esprime Granet l' opinione sua. Che ha a vedere l'una cosa con l'altra? E se cento o piú cavalieri hanno abbandonato il mondo, si son resi frati per amore della contessa di Rodez, che ha a vedere quest' iperbole col fatto che Blacasso era diventato canuto per una contessa ?

1

[ocr errors]

È dubbio,

cio è più insistente, e quindi più significante sul nome di Guida osservo io, che bisticcio ci sia: Sordello si ferma lungamente a determinare somiglianze tra la sua donna, il cui bel corpo guida in pregio, e la stella polare, che guida la nave. Anche F. da Roman, citato dal De Lollis, cominciò un paragone ricordando la stella, che guida la nave: era frase d'uso, e lo dimostrano ad esuberanza gli altri esempi provenzali e italiani raccolti nella nota a questi versi; era ed è, perché non so davvero in quanti altri modi si possa dire che il pilota, o la bussola, guida la nave. Anche guida di pregio era locuzione tradizionale; 1 P. Raimondo Tolosa se ne serví per lodare Guglielmo Malaspina (q'es guitz de prez). Ben altra limpidezza ha il bisticcio di Guglielmo di Durfort in lode di Gui Cap-de porc: " Gui, il cui nome significa capo e guida, Chi volesse sottilizzare, direbbe Agradiva, colei che piace, quasi sinonimo di Beatrice, colei che bea, che ci rende beati. A punto, la moglie di Raimondo Berlinghieri era Beatrice di Savoia; e di Beatrice, la bella, intelligente, colta contessa di Provenza, non di una insignificante bambola in gonnellina fu veramente e lungamente innamorato il nobile, il valente, il pregiato cavaliere Blacas. Pare impossibile, eppure il De Lollis non si è accorto della luce, che su questo problema gettano documenti eloquentissimi, irrefutabili, uno de' quali ricordato da lui, da lui riassunto. "Cantando desidero mi diciate, signor Blacasso, se l'imperatore parte per la terra dove nacque Dio, voi che ne pensate? E che meditate fare? vorrei sapere quel, che a voi ne sembra; se vi piace il viaggio, o se preferite restare; giacché, non ha molto, la contessa di Provenza disse che, per amore di lei, eravate lieto e in vena di cantare A questa cobla di Folchetto da Roman, il signor Blacasso rispose: "Sappiatelo bene, signor Folchetto; io sono amato ed amo di cuore schietto quella, in cui risiedono bellezza fina e sollazzo gaio; ella, madre di pregio, può disfarmi e, se le piace, rifarmi; ella, con senso e conoscenza, e con bei detti piacenti, sa trarre i cuori dai petti. La mia penitenza io la farò qui, tra 'l mare e la Durenza, vicino al luogo, dov'ella dimora La crociata è quella di Federico II, quella del 1228: dunque prima del 1228 Blacas amava la contessa Beatrice e si credeva riamato. La piú bella e il piú prode congiunse cortesemente Elia di Barjol alla fine d'una canzone: "Contessa Beatrice, sento dire ed esporre di voi gran bene, perché siete la più bella del mondo fra tutte le donne, ch'uom vede. Il signor Blacasso non cessa di accrescere il suo fin pregio, anzi vale ora piú che non suole, e migliora e aumenta quel, che possiede. Quando a Bertrando da La Manon dispiacque che Sordello avesse imaginato di distribuire il cuore di Blacas a principi indegni, e pensò di distribuirlo egli alle donne valenti, prima di altre nominò la contessa di Provenza, delicatamente alludendo all' affetto devoto, che il morto cavaliere le aveva consacrato;

[ocr errors]

e midonz de Provenza, qar a de prez la flor,
prendan primeiramen en gart per fin' amor.

1 Cfr. G. DE BORNELH, Lo doutz chantz, 21-22.

[ocr errors]
« ÖncekiDevam »