Sayfadaki görseller
PDF
ePub

pretazioni emesse dai tempi di Dante sino ai nostri giorni, e trovarvele tal quali sono, senza lode e senza biasimo. Per addurre un solo esempio, l'Enciclopedia non vuol provare né che la Beatrice di Dante fu persona reale, una donna in carne ed ossa, né che essa fu un mero ideale poetico; non vuol provare che fu la figlia di messer Folco Portinari, né che fu un'altra; l'Enciclopedia non vuole che esporre oggettivamente la storia e lo stato attuale della questione, rimandando poi il lettore alle piú importanti opere che mirano a difendere le diverse opinioni.

[ocr errors]
[ocr errors]

l'in

"L'Enciclopedia vuol pure rimpiazzare una "Concordanza dantesca signe lavoro del Fay non essendo accessibile che a pochi. Si registrano quindi tutti i passi della divina Commedia nei quali una data voce occorre, ad eccezione di quelle che vi si trovano le centinaia di volte e dove anche Fay si contentò di osservare sovente Quanto alle opere minori del Poeta è naturale che bisognava tenere altro modo, non tenendo conto che di ciò che ha una importanza qualunque, come pure delle voci registrate dalla Crusca e di qualche altra. Non citiamo la pagina, come fa la Crusca, ma il capitolo o il principio del relativo componimento poetico, affinché trovi facilmente il passo menzionato anche chi possiede edizioni delle Opere Minori diverse da quella di cui si servono gli Accademici.

"Con tali norme ci lusinghiamo che l'Enciclopedia dantesca riuscirà il libro per tutti i cultori e studiosi del Poeta e terrà loro luogo di una intiera biblioteca ".

*

Milano, luglio 1896.

ULRICO HOEPLI.

* **

Annunziamo con molto piacere che il chiarissimo prof. Guido Falorsi, il quale da piú anni in brevi serie di conferenze comunica il frutto de' propri studî danteschi a un eletto e costante uditorio, inizierà quest'anno in Firenze un regolare corso di lezioni sulla divina Commedia, svolgendo quelli che possono considerarsi come i Prolegomeni alla interpretazione del Poema, nelle seguenti dodici conferenze; cioè: 1 Importanza e ragioni dello studio di Dante intento di questo corso; 2a I canoni della esegesi dantesca; 3a Il poema dottrinale prima di Dante; 4 La divina Commedia nelle Opere minori di Dante; 5 La materia del Poema dantesco: le sue fonti dottrinali; 6a La allegoría del Poema; 7a La dottrina del libero arbitrio fondamentale nel Poema di Dante; 8a La storia della divina Commedia; 9a La mitologia nella divina Commedia; 10 La vita di Dante nella divina Commedia; 11a Il sistema tolemaico; 12 L'endecasillabo, la terzina, il canto nella divina Commedia. - Queste conferenze si terranno in una sala terrena al n. 5 in via Ricasoli alle ore 14 di tutte le domeniche, dal 22 del p. novembre al 7 di febbraio 1897.

I cinque ultimi fascicoli del Bullettino della Società dantesca italiana (Vol. III, 6-10) contengono: 6-9: E. G. Parodi, La rima e i vocaboli in rima nella

divina Commedia,

Annunzi bibliografici (Pubblicazioni di P. Rajna, M. Scherillo, F. D'Ovidio, F. Torraca, P. Toynbee, R. Petrosemolo). 10: Atti e comunicazioni della Società (Adunanza del Comitato centrale. Adunanza del Comitato milanese. Relazione dei revisori del rendiconto. Nuovi soci). Annunzi bibliografici (Giornale dantesco, III, 11-12 e IV, 1-2. Rapporto della Società dantesca di Cambridge [Mass.], e pubblicazioni varie di R. Murari, L. Cesarini-Sforza, A. Francescatti, G. Poletto, A. Ghignoni, F. Pasqualigo, G. Lisio, G. Cugnoni, G. Zannoni, G. De-Bottazzi, ecc.

**

Della Biblioteca critica della letteratura italiana, egregiamente ideata e diretta dal prof. Francesco Torraca, la notissima e benemerita Casa editrice G. C. Sansoni di Firenze ha già pubblicato i seguenti volumetti: 1° G. Giesebrecht. Dell' istruzione in Italia nei primi secoli del medio evo, trad. di C. Pascal. 2o A. F. Ozanam. Le scuole e l'istruzione in Italia nel medio evo, trad. di G. Z. I. 3o B. Capasso. Sui " Diurnali, di Matteo da Giovenazzo, nuova ediz. riveduta e accresciuta dall'autore. 4° A. Zenatti. Arrigo testa e i primordi della lirica italiana, nuova ediz. riveduta e accresciuta dall'autore. 5o G. Paris. I racconti orientali nella letteratura francese, trad. di M. Menghini autorizzata dall'autore. 6° Sainte-Beuve. Fauriel e Manzoni. - Leopardi. 7° T. Carlyle. Dante e Shakespeare. 8° G. Paris. La leggenda di Saladino. 9° B. Capasso. Ancora i "Diurnali di M. da Giovenazzo. 10° G. Campori. Notizie per la vita di L. Ariosto. 11 G. Carducci. Su "Aminta, di T. Tasso: saggi tre. Con una Pastorale inedita di G. B. Giraldi Cinthio. 12o E. Ciampolini. La prima tragedia regolare della letteratura italiana. 13° T. Casini. La giovinezza e l'esilio di Terenzio Mamiani.

n

**

Il prof. Friedrich Beck ha recentemente pubblicato: Die Metapher bei Dante, ihr System, ihre Quellen (Neuburg a. d. D., 1896) e Dantes Vita Nova: Kritischer Text Beunter nützung von 35 bekannten Handschriften (München, Piloty und Loehle, 1896).

* **

Su La saldezza delle ombre nella divina Commedia ha dato un notevole studio il sig. Raffaele Petrosemolo nell'ultimo quaderno della pregevole Rassegna siciliana.

[ocr errors]

Nel fasc. 7 (an. I) della Rassegna critica della letteratura italiana diretta da E. Percopo e da N. Zingarelli, quest'ultimo prende in esame i recenti lavori danteschi di A. Lubin (Dante e gli astronomi; Trieste, 1845); del D'Ovidio (Sul sonetto di rimprovero del Cavalcanti a Dante; Nuova Antol., 15 di giugno 1896); del Melodia (Il primo sonetto di Dante; Giorn. dantesco, III, 7-8) e di A. Giannini (Noterella dantesca [Vita nuova, VII, son. 2]; Siracusa, 1896).

* **

Nell'adunanza del Comitato centrale della Società dantesca italiana, tenuto a Firenze in Palazzo vecchio il 17 dello scorso maggio, il Presidente senatore Torrigiani, presentando l'edizione critica del trattato De vulgari Eloquentia testé publicato per cura dell'illustre prof, Rajna, annunziò che pur Î'altre opere minori di Dante possono oramai dirsi assicurate, essendo stata ciascuna affidata alle cure di competenti persone, proposte dalla Commissione per l'edizione critica delle opere dantesche: la Vita Nuova e le Rime al prof. M. Barbi, il Convivio al prof. E. G. Parodi, il trattato De Monarchia al prof. E. Rostagno, le Epistole e le Ecloghe al prof. F. Novati. Per la Commedia continua la descrizione e lo spoglio dei mss. secondo le norme e il canone proposto dalla stessa Commissione: lavoro che dovrà metter capo a una prima classificazione dei testi a penna del Poema, e del quale gli studiosi hanno avuto un ottimo saggio nell' illustrazione fatta dal socio dott. Morpurgo dei codd. Riccardiani. I codici delle biblioteche di Germania sono già stati illustrati dal socio dr. Wiese, quelli del Veneto dal socio dr. Fiammazzo, e presto si potrà metter mano alla stampa dell'illustrazione fatta dai soci professori Biagi e Rostagno dei codd. Laurenziani, che per numero e per qualità formano il più importante nucleo di mss. danteschi.

**

In omaggio alla memoria del compianto senatore Negroni la Società dantesca italiana, della quale l'illustre uomo fu iniziatore e socio benemerito, ha deciso che l'esemplare del De vulgari Eloquentia, che gli sarebbe spettato, sia mandato alla Biblioteca Negroni, da lui lasciata alla città di Novara, con l'iscrizione: Esemplare Che la Società dantesca italian a In memoria Del suo iniziatore e socio benemerito Offre Alla Biblioteca Negroni; e che nell'elenco dei soci venga sostituito al nome del benemerito Senatore, il nome della Biblioteca Negroni.

* **

"

Il prof. E. Rostagno, della Biblioteca Medicea-Laurenziana di Firenze, è stato invitato dalla Società dantesca a recarsi a Chantilly per copiarvi il commento latino di frate Guido sopra l'Inferno dantesco, contenuto in un codice della libreria del duca d'Aumale.

*

**

Della Collezione di opuscoli danteschi l'editore S. Lapi ha pubblicato i voll. 33-34, che contengono uno studio e una descrizione del Dante Vaticano 3199, e dell'Urbinate 365, a cura del prof. G. Franciosi.

*

Il 1o del prossimo novembre la Direzione del "Giornale dantesco, e della "Collezione di opuscoli danteschi inediti o rari,,, sarà trasferita a Firenze, in via Calimara, 2.

Proprietà letteraria

Città di Castello, Stab. S. Lapi, Agosto-Settembre 1896

G. L. PASSERINI, direttore

LEO S. OLSCHKI, editore-proprietario, responsabile.

[graphic][subsumed][merged small]
[ocr errors]

1

[ocr errors]

66

66

[ocr errors]

Il signor professore Pier Enea Guarnerio mi ha mandato - "devotamente offerendomelo un estratto della recensione sul "Sordello di Cesare De Lollis, ch'egli ha testé pubblicata nel Giornale storico della Letteratura italiana. Nelle note alla recensione racconta che i suoi appunti erano già in tipografia, quando gli sopraggiunse 1, il mio lavoro, su lo stesso libro, stampato nel Giornale dantesco, e che, "a una prima lettura,, gli caddero dalla penna, osservazioni, le quali dic'egli "bastano a mettere in dubbio le risultanze, cui assevera essere arrivato il dotto critico napoletano., Non lo ringrazio dell'aggettivo, che so di non meritare; né posso ringraziarlo di aver discorso del mio saggio in maniera da farmi apparire, a chi non l'ha letto e non mi conosce, colpevole, a dir poco, di presunzione e di leggerezza. Gravi le accuse; più gravi io le sento perché, da un libero docente di letterature romanze, consegnate alle pagine di una delle piú autorevoli nostre riviste. Mi sia, perciò, permesso di difendermi.

Prima osservazione.

[ocr errors]

Discutendo la data del serventese composto in lode di Federico II di Svevia dal trovatore Americo di Pegulhan, io scrissi: "L'allusione alla poesia “di A. Pegulhan, nella prima cobla del Figueira, risale a parecchi anni avanti "il 1220, e non soltanto al 1218, come fu opinione del Diez, accettata dal De "Lollis. Fu un errore del grande filologo giudicare che, solo dopo la morte " di Ottone IV, Americo si fosse accinto a cantar le lodi di Federico. La "potenza di Ottone, già prostrata alla battaglia di Bouvines nel 1214, un anno dopo era spenta: vivo ancora lui, ma ritirato nel ducato di Brunswick, il giovine suo avversario, che non volle dargli molestia, aveva cinto la corona

66

1 "Dal Giorn. dant., an. IV, quad. I-II. " Un estratto del mio studio mi fu chiesto dal prof. Guarnerio, il quale, in cambio, mi fece pervenire, "con animo devoto la sua memoria su Pietro Guglielmo di Luserna (Genova, Ciminago, 1896). Ecco perché e come gli sopraggiunse.",

[ocr errors]

"

[merged small][ocr errors][merged small][merged small]

[ocr errors]
[ocr errors]

"di Germania il 24 luglio 1215; quattro mesi dopo, il concilio lateranense aveva confermato la deposizione di Ottone, approvato l'elezione di Federico a re de' Romani. Da quel tempo Ottone IV non fu se non un nome e una memoria: né Arrigo, né altri ebbero ad aspettare il 19 maggio 1218 per congratularsi con il conquistatore dell'impero alemanno. Il De Lollis approva lo Chabaneau, che lascia oscillare tra gli anni 1215 e 1216 i serventesi di Tomiers e Palaisi; ma appunto in uno di que' serventesi (De chantar) 'non si legge forse:

[ocr errors]

99

E se Frederics,

q'es reis d'Alamaigna,

soffre que Lois

son emperi fraingna, ecc.?

"Contro il mio ragionamento starebbe un'asserzione del Cornicelius, se avesse ombra di verità. E qui mi fermai a dimostrare che il Cornicelius aveva prolungato sino al 1217 la vita di don Diego Lopez di Haro, ricordato da Americo nella prima strofe, solo perché lo aveva scambiato per il figliuolo don Lope Diaz.

Se ne viene ora il Guarnerio, e mi oppone: "Sta bene che Ottone IV non fosse più che un nome e una memoria, di fronte al giovane avversario vittorioso; ma tutto il successivo ragionamento del T., a tacer della digres sione sullo sproposito del Cornicelius, è campato in aria e non dimostra nulla, perché la poesia del Pegulhan è proprio posteriore al 1217; e come mai non se ne accorse il T., se il poeta chiarissimamente lo indica, scrivendo:

1

En aquel temps qu' el reis mori 'N Anfos

e sos bels filhs q'era plazens e bos?

Non è questi forse l'erede del trono di Alfonso VIII, cioè Enrico I, inaspettatamente morto, per un accidente, nel 1217? Dunque, solo dopo la sua morte o in quell'anno medesimo, o meglio nel successivo 1218, il Pegulhan poteva dire:

un bon metge nos a Deus sai trames
de ves Salern, savi e ben apres....

che si accingerà a restaurare pretz e dos „.

Per conseguenza, secondo il Guarnerio, quando pretendevo di correggere il Cornicelius, commettevo io stesso un gravissimo errore di cronologia e di storia ; mentre mi affaticavo a sostenere che non Diego Lopez, bensí Lope Diaz, "non "solo stette dalla parte della reggente Berenguela sorella dell'erede del trono "Enrico I, ma anche, quando quest'ultimo inaspettatamente, per un accidente, ebbe perduto la vita nel 1217, parteggiò per Ferdinando III figliuolo di Beren“guela „; mentre questo facevo, non mi accorgevo che proprio ad Enrico I aveva alluso il trovator tolosano. E non sapevo di metter su la carta parole,

[ocr errors]
[ocr errors]

1 Che vuol dire questo " a tacere? È uno sproposito, o no, quello del Cornicelius? Se è, mi si dia la lode di averlo veduto e condannato. Il Cornicelius, che si noti voleva assegnare al 1218 la composizione del serventese di Americo, non pensò punto a trarre un argomento a favore della sua tesi dalla data della morte di Enrico I, “dem frühzeitigen Tode Don Enriques. „

« ÖncekiDevam »