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NOTIZIE

L'editore Leo S. Olschki di Venezia ha testé publicato in un bel volume in 8° grande i Pensieri sull'allegoria della Vita nuova, opera postuma dell'illustre e compianto prof. F. Pasqualigo, Direttore dell'Alighieri. Dell' importante publicazione parlerà Tommaso Casini in uno dei prossimi quaderni di questo Giornale.

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Della Collezione di opuscoli danteschi inediti o rari, diretta da G. L. Passerini, si è publicato recentemente il volumetto doppio 29°-30°, contenente: i Raffronti tra gli autori biblici e sacri e la divina Commedia di C. Cavedoni, a cura di R. Murari.

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Dal Comitato centrale della Società dantesca italiana siamo avvertiti, per mezzo di una circolare stampata del 14 di febbraio, che " in tempo assai prossimo, sarà publicato il primo volume della edizione critica delle opere dell'Alighieri, volume che "conterrà il testo del De Vulgari Eloquentia, curato ed illustrato dal chiarissimo prof. Pio Raina „. Il nome dell'illustre uomo ci assicura, fin d'ora, che questo primo volume, cosí lungamente atteso e desiderato, non potrà essere paragonato da nessuno al famoso parto della montagna; ma certo la Società provvederebbe molto al suo decoro e alla sua fortuna, se cercasse, d'ora innanzi, di affrettare un po' più la publicazione delle opere che da lunghi anni promette o che annunzia in "corso di stampa „. Altrimenti il publico penserà: quante generazioni di italiani dovran succedersi ancora prima che l'edizione critica della Commedia di Dante, promessa e promossa dalla Società dantesca italiana, sia un fatto compiuto? o darà forse ragione a quelli che credono e affermano che l'edizione critica della divina Commedia non si farà.

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Di questi tali non siam certo noi, che molto auguriamo di bene alla Società, e molto di bene ce ne ripromettiamo; e, quindi, con assai lieto animo partecipiamo ai lettori, togliendola dal n.o 61 del Corriere della sera, questa notizia: "Il giorno 1 di marzo, a Milano, per iniziativa dei pochissimi antichi soci della Società dantesca qui residenti, si sono riuniti in una sala della nostra r. Accademia scientifico-letteraria parecchi cultori degli studi letterari, per costituirsi in comitato milanese della Società dantesca italiana. Erano presenti il senatore Negri, D. Gino Visconti-Venosta, il comm. Giacosa, il cav. Martini bibliotecario di Brera, il nobile Calvi presidente della Società storica lombarda, il prof. Inama presidente della r. Accademia di scienze e lettere,

il dott. Ratti della Biblioteea Ambrosiana, il comm. Vignati, i professori Novati, Zuccante, Scherillo, Venturi, Rocca, Sensi, Biadene, Concari e il dott. Umberto Pestalozzo. Aderirono ail sentore prof. Ascoli, il conte Greppi sopraintendente scolastico, il dott. driaLanni direttore della Perseveranza, il prof. Elia Lattes, Arrigo Boito, il marchese Emilio Visconti-Venosta, e i professori Giussani e De Marchi Attilio ed Emilio. Gl'intervenuti, presieduti provvisoriamente dal prof. Novati, costituirono il comitato di nove soci, prescritto dallo statuto della Società. Riuscirono eletti: 1° Scherillo, 2o Novati, 3o Inama, 4o Negri, 5° Biadene, 6° Martini, 7o Venturi, 8° Rocca, 9° Giacosa. I quali poi si elessero a presidente il Negri, a vicepresidente il Novati, a segretario Scherillo, a tesoriere il Rocca. Il Comitato nostro poi intende di far qualcosa di piú che non abbian finora fatto quelli costituitisi altrove: tenere cioè una serie di conferenze di argomento dantesco, alle quali non potranno intervenire che i soci. E questi non si recluteranno tra i soli uomini. A onorare il più alto adoratore dell'eterno femminino, il poeta che più nobilmente intese e cantò l'amore, il trovatore che alla sua dama morta seppe elevare il maggior monumento che mente umana sapesse concepire, la divina Commedia, ben è che partecipino le signore di mente eletta e di cuore gentile

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Alla Direzione del Giornale dantesco son pervenuti i seguenti libri:
BARBI MICHELE.

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La leggenda di Trajano nei volgarizzamenti del “ Breviloquium de virtutibus di fra Giovanni Gallese. - Firenze, tip. G. Carnesecchi e figlio, 1895, in-8° (Dall'autore.)

BELLEZZA PAOLO.- [Recens, della traduzione di Dante di George Musgrave]. Pistoia, tip. Flori e Biagini, 1895, in 8° (Dall'autore).

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BUTTERWORTH W. - The "Purgatory of Dante Alighieri Shadwell's literal verse translation. Manchester, John teywood, 1893, in-8° (Dall'autore).

FILOMUSI-GUELFI L.

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Una perifrasi di Dante (Parad. XXVI, 103-108). Venezia, Leo S. Olschki, editore, (Città di Castello, tip. dello Stabilimento S. Lapi), 1895, in-8° (Dall'editore).

GHIGNONI A. Postille dantesche. - Venezia, Leo S. Olschki, editore, (Città di Castello, tip. dello Stabilimento S. Lapi), 1896, in-8° (Dall'editore). KUHNS L. O. — Dante's treatement of Nature in the divina Commedia. (Deprent. from "Moderne Language Notes vol. XI, n. 1), in-8° (Dall'autore).

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Del commento all'Inferno, di Guiniforte Barzizza
Venezia, Leo S. Olschki, editore

e di un ignoto manoscritto di esso.

(Città di Castello, tip. dello Stabilimento S. Lapi), 1896 in-8° (Dall'editore). MELODIA GIOVANNI. Il primo sonetto di Dante. Venezia, Leo S. Olschki,

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editore, (Città di Castello, tip. dello stabilimento S. Lapi), 1896, in-8° (Dall'editore). MENZA A. - Il Lucifero di Dante. Venezia, Leo S. Olschki, editore (Città di Castello, tip. dello stabilimento S. Lapi), 1895, in-8° (Dall'editore). PASQUALIGO FRANCESCO. Pensieri sull'allegoria della Vita nuova di Dante, (Opera postuma). Venezia, Leo S. Olschki (Lonigo, prem. tip. Gio. Gaspari) 1896, in-8° gr., con ritr. (Dall'editore).

SANESI IRENEO. La discendenza di Geri del Bello.

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1895, in-8° (Dall'autore).

Pistoia, Bracali,

SAVINI FERDINANDO - Secondo saggio di una guida dichiarativa della divina Commedia: (cantica I, canto II.) Ravenna, Calderini, 1895, in-16° (Dall'autore).

SCAETTA VALERIO. - Uno dei primi passi oscuri della d. C. — Padova, Angelo Draghi, libraio - editore (r. Stab. Prosperini), 1895, in- 16" (Da S. Scaetta).

SCROCCA ALBERTO. - Il sistema dantesco dei cieli e delle loro influenze: esposizione e commento. Napoli, Errico, 1895, in-8" (Dall'autore).

SCHERILLO MICHELE.

in-8° (Dall'autore).

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Il nome di Dante. Halle, Max Niemeyr, (1895),

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ZENATTI ALBINO.

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Il "disdegno, di Guido. - Roma, tip. delle Mantellate, 1895, in-8° (Dall'autore).

ZENATTI ODDONE.

La divina Commedia e il "divino, poeta. Bolo

gna, ditta Nicola Zanichelli, 1895, in-8° (Dall'autore). ZINGARELLI NICOLA

Dante e Roma.

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Roma, Loescher, edit., (Napoli,

Pierro, e Veraldi), 1895, in-8° (Dall'autore).

Proprietà letteraria.

Città di Castello, Stab. tip. lit. S. Lapi, aprile-maggio 1896.

G. L. PASSERINI, direttore.

LEO S. OLSCHKI, editore-proprietario, responsabile.

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Francesco, dopo aver compiuto cinque parti della sua opera e incominciato la sesta, si duole che Madonna non venga, come gli avea promesso, a rinnovellargli le forze col suo aspetto; epperò si mette in cammino per ritrovarla, affidandosi all' aiuto di Dio, perché gli è affatto ignoto dov'ella abiti." Fortunatamente gli viene un soccorso.

Noi siam le due donzelle d'Amore,

Piatate e Cortesia,

che t'andavan ciercando,

e conosciemoti nel parlar tuo.
Udi'mo il prego che faciesti ad Dio,

e rimembra'mo quel comandamento,
che questa donna che tu vai ciercando
commise annoi a prego di quel Sire,
di chu siàn serve. 3

Non ci vuol molto a vedere che qui Pietà e Cortesía compiono, né piú né meno, l'ufficio di Virgilio. Come quelle, anche questi ubbidisce al comandamento di una donna, Beatrice. Madonna, al pari di questa, si mosse a prego di un Sire:

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Amor la ne fe' memorare.

Le due guide domandano a Francesco chi sia, e, saputolo, soggiungono questi versi, la cui mossa e la cui occasione è simile a quella di altri con cui Dante si esprime quando ha inteso che l'ombra apparsagli è Virgilio:

1 Continuaz., vedi il Quad. I-II, pag. 68.

Regg., pag. 212.

Regg., pag. 213.

▲ Inf., II, 79.

5 Inf., II, 72.

6 Regg., pag. 215.

7 Inf., I, 79 e segg.

8 Regg., pag. 214.

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Settú colui, che lavori nell' ovra

del Regimento e Costumi di Donna,
a posta d'una ch'è donna dell'altre ?

Pietà e Cortesía continuano dicendo:

La donna checci manda è sola al mondo,
di tutte virtú piena e d'onor dengnia,

versi che possono essere un'eco di questi altri dell'Inferno:1
O donna di virtú, sola per cui

l'umana spezie eccede ogni contento
da quel ciel che ha minor li cerchi sui.

E poi seguono:

Vienten con noi per questa selva schura,
e non temer delli passi dubiosi;
ché tutte cose chesson care e grandi
s' acquistan con fatica e con affanno.
Mosse Iddio dona atté gratia e ventura,
che nel camin tu non ci venghi meno,
tu vederai la piú solenne cosa

e la più alta e più bella e piú eminente,
che mai formasse il gran Singniore in terra.

In questi versi abbiamo chiaramente la spiegazione del pensiero morale che informa il primo canto dell' Inferno e la rivelazione di ciò che il poeta incontrerà e vedrà, come quella che Virgilio fa a Dante: il bene non si raggiunge né presto né facilmente: a Francesco conviene attraversare dubiosi passi come al divino poeta l'Inferno il Purgatorio, e poi gli sarà mostrata la più solenne cosa, come a quello Beatrice e il Paradiso.

Dopo di che, Francesco segue le due donne pieno di baldanza, non meno che Dante allorché è stato confortato dalla parola del suo Maestro. 3 Quelle soggiungono:

Or passa avanti, passa questo fuoco,
túrati 'l viso, per gli occhi guardare:
chennoi dannoi abiamo un privilegio,
che nullo sia alimento che possa
nuociere annoi, né ancor creatura,
sia qual vuol eser, umana o fernale,
rationale overo inrationale;

di ciò abiàno lettere bollate

di bolla d'oro dalla detta donna.

Ognun vede come questi versi derivino dalle parole con cui Beatrice spie

ga a Virgilio perché ella non si sia guardata di scendere all' Inferno.

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