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4

Servo, non di signor, ma di vil servo Si fa chi da cotal signor si scosta. Udite quanto costa,

5

Se ragionate l'uno e l'altro danno,
A chi da lei disvia: "

Questo servo signor tanto è protervo,7
Che gli occhi che alla mente lume fanno,
Chiusi per lui si stanno;

Sicchè gir ne conviene all' altrui posta,
Che adocchia pur follia:

Ma' perocchè il mio dire util vi sia,
Discenderò del tutto

In parte, ed in costrutto

Più lieve perchè men grave s'intenda;
Chè rado sotto benda

Parola oscura 10 giugne all' intelletto;

11

Per che parlare a voi si vuol aperto;
E questo vo' per merto,

Per voi non per me certo,

8

Che abbiate a vil ciascuno ed a dispetto; Chè simiglianza 12 fa nascer diletto.

13

Chi è servo, è come quello ch'è seguace Ratto a signore e non sa dove vada, Per dolorosa strada;

Come l'avaro, seguitando avere

Che a tutti signoreggia:

Corre l'avaro, ma più fugge pace.

O mente cieca, che non puoi vedere

Lo tuo folle volere!

Chè 'l numero, che ognora passar bada,

Infinito vaneggia."

Ecco giunto 15 a colei che ne pareggia :

Dimmi, che hai tu fatto,

Cieco avaro disfatto,

16

(Rispondimi, se puoi), altro che nulla? Maledetta tua culla

Che lusingò cotanti sonni 7 invano:
Maledetto lo tuo perduto pane
Che non si perde al cane;

Che da sera e da mane

Hai ragunato e stretto ad ambe mano

Ciò che si tosto ti si fa

18 lontano.

Come con dismisura si raguna,

Così con dismisura si distringe.

Quest' è quello che pinge

19

Molti in servaggio; "9 e, s' alcun si difende, Non è senza gran briga.

Morte, che fai? che fai, buona Fortuna?
Che non solvete quel che non si spende?
Se il fate, a cui si rende ?

Nol so. Posciachè tal cerchio ne cinge,
Che di lassù ne riga,

Colpa è 22 della ragion che nol castiga.
Se vuol dire: 23 Io son presa,

Ah com' poca difesa

Mostra signore, a cui servo sormonta!
Qui si raddoppia l'onta,

Se ben si guarda là, dov' io addito,
Falsi animali, a voi ed altrui crudi;
Chè vedete 25 gir nudi
Per colli e per paludi

Uomini, innanzi a cui vizio è fuggito,
E voi tenete vil fango vestito!

Fassi dinanzi dall' avaro volto
Virtù che i suoi nemici a pace invita

Con materia pulita,

Per allettarlo a sè; ma poco vale,

Chè sempre fugge l'esca.

24

20

Poichè girato l'ha, chiamando molto,
Gitta il pasto vêr lui, tanto glien cale!
Ma quei non v' apre l'ale,

E, se pur viene, quand'ella è partita,2
Tanto par che gl'incresca!

26

Come non 27 possa dar sì, che non esca
Del benefizio loda.

Io vo' che ciascun m' oda:

28

Qual 2 con tardare e qual con vana vista,
Qual con sembianza trista

Volge il donare in vender tanto caro,
Quanto sa sol chi tal compera paga.
Volete udir, se piaga? 29
Tanto chi prende, smaga,

Che 'l negar poscia non gli pare amaro:
Così altrui e sè concia l'avaro.

Disvelato v' ho, donne, in alcun membro

La viltà della gente che vi mira,

Perchè l'aggiate 30 in ira;

Ma troppo è più ancor quel che s'asconde,
Perchè a dire è lâdo.

In ciascuno è ciascuno vizio assembro;
Perchè amistà nel mondo si confonde,
E l'amorosa fronde

Di radice di bene altro ben tira,

Poi suo simile è in grado.

Udite, come conchiudendo vado:

Che non dee creder quella,
Cui par ben esser bella,

Essere amata da questi cotali;

Chè, se beltà fra' mali

31

Vogliamo annoverar, creder si puone,
Chiamando amore appetito di fera.
Oh cotal donna pèra,

Che sua beltà dischiera

Da natural bontà par tal cagione!

E crede Amor fuor d'orto 32 di ragione!
Canzone, presso qui è una donna,33
Ch'è del nostro paese,

Bella, saggia, cortese:

La chiaman tutti, e niuno se ne accorge,
Quando suo nome porge,

Bianca, Giovanna, Cortese chiamando:

A costei te ne va chiusa ed onesta:
Prima con lei t'arresta;

Prima a lei manifesta

Quel che tu se', e quel per che io ti mando;
Poi seguirai secondo suo comando.

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trattare non si vuol preferire qui a parlare. Il parlare aperto non è opposto qui a parlar chiuso, a parlar sotto benda. Non credo che il trattar sotto benda possa dirsi regolatamente.

13 Chè simiglianza. Altri: Chè assimiglianza. Non bene, perchè basta il simile.

13 Ratto a signore. Altri: Tratto a signore. Il tratto direbbe seguace non libero, na tirato per servilità violenta. Ma ratto ci dà seguace che rapidamente corra dietro al signore, come fa l'avaro che corre senza giungere a pace, la quale più fugge che egli non corra.

14 Chè 'l numero, che ognora pas sar bada, Infinito vaneggia. Altri tolgono il punto dopo pace, chiudono fra parentesi i versi 7 e 8, e poi leggono Col numero, che ognora passar bada, Che 'nfinito vaneggia. Ma questa lezione è troppo contorta ed intralciata. La pace inoltre non fugge col numero, mentre l'avaro va dietro al numero impossibile a giugnere. In fine quello che bada a passare il numero è il folle volere dell' avaro; e questi due versi

dicono il perchè de'due versi precedenti, cioè, che la mente, cieca della cupidigia, non può vedere che il suo desiderio sia folle nel badare a passare il numero.

15 Ecco giunto. Altri: Ecco giunti. Ma il giunto a morte è qui l'avaro, il quale più sotto si dà per disfatto. 16 (Rispondimi, se puoi), altro che nulla? Altri non pongono punto interrogativo alla fine di questo verso, ma alla fine del precedente; nè chiudono fra parentesi: Rispondimi, se puoi. Però altro che nulla si rannoda al che hai tu fatto.

17 cotanti sonni. Alcuni pongono tanti tuoi per cotanti, e ciò forse è da preferire alla lezione comune. Altri poi mettono sogni nel luogo di sonni, e questo cangiamento non è forse da lodare. Si lusinga il sonno non il sogno coll' agitarsi la culla. Così Tasso: « E i venticelli.... lusingavano il sonno de'mortali. I fanciulli non fanno sogni dorati, nè pe' sogni Dante maledirebbe la culla.

18 ti si fa. Altri: si farà. Ma qui parlasi dell' avaro già disfatto, ed a cui già si fecero lontane le ricchezze adunate. Se fosse da cambiare lezione, porrei: ti si fe, non si farò. 19 Quest'è quello che pinge Molti in servaggio. Altri: Quest'è che molti pinge In suo servaggio.

20 buona Fortuna. Altri: fera Fortuna. Scelsi buona, ma per non sapermi risolvere della mia opinione; perchè ciò che segue, da me non si è bene compreso. La buona fortuna è la provvidenza, che permuta a tempo i beni vani.

21 Che. Altri: Chi.

22 Colpa è. Altri: Colpa.

23 Se vuol dire. Altri: E si scusa. 24 a voi ed altrui crudi. Altri: all'uno e all'altro crudi.

25 Chè vedete. Pongo l'accento sopra chè, dandosi ragione del rad

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se piaga. Altri: s'è piaga. Male. Dante vuol dire: Volete conoscere, se offende il ricevitore qualunque volge il danaro in vendita? Volete udire se piaga chi paga tal compera, il volgere il dono in vendita? Onde poi si conclude: Così altrui e sè concia l'avaro, perchè sia vero il detto sopra: Falsi animali, a voi ed altrui crudi. Il sè de' Codici antichi fu sciolto in s'è.

30 Perchè l'aggiate. Altri: Perchè gli aggiate. Sopra abbiamo gente, e di questa parla.

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annoverar. Altri: annumerar.

fuor d'orto. Qualche Codice caccia via orto e pone dritto. Ma dritto di ragione non ha senso, l'ha sì e bellissimo orto di ragione; perchè vivendosi secondo ragione, si vive civilmente e da uomo. L'amore non dev'essere appetito di fera, e le donne sagge sono opposte alle selvagge. Chi vive contra ragione, erra nella selva selvaggia, ma chi vive secondo ragione, vive nel giardino del paradiso terrestre o nell'eccelso giardino ed eterna primavera de'beati.

33 La chiusa di questa Canzone si trova nel Cod. Martelli, e fu ritenuta dal Fraticelli; senza ragione che tenga, la rifiutava il Giuliani.

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