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giunzione vi è richiesta da quanto precede, e perchè poggio o muro non bastavano ad impedire il penetrativo lume degli occhi di quella donna, ma potevano bensì essere d'ostacolo a Dante per ammirarla in viso. Ad ogni modo (ei prosiegue) ho seguíto la stampa del Fraticelli, lasciandone altrui il giudizio. » Noi crediamo che non si debba abbandonare la lezione del Cod. Palatino. L'onde delle stampe non può sostenersi, richiedendosi l'ed necessariamente. Or senza necessità non possiamo prendere l'ed dal Cod. Palatino, ed al suo lume dalla volgata, fondendo le due lezioni diverse. Inoltre, viso non solo può valer volto e faccia, ma anche vista, veduta, e pure occhio; in modo che verrebbe meno l'osservazione del Giuliani. Finalmente l'Alighieri fugge per scampare dal colpo insanabile della bellezza di Gentucca, e questo colpo sta benissimo al viso non bene a lume. Dante poi rimane ferito dagli strali immedicabili della donna, per quanto fugga, e per quanto si faccia riparo di mura e di poggi, perchè vede sempre nei suoi pensieri quella che porta scolpita profondamente nel suo cuore.

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pure. Altri: solo. I critici possono avere sostituito solo a pure, ma non fatto il contrario.

7 Seguiamo il Cod. Palatino nel v. 30 che pone chiuso e non chiusa come ha la volgata; e ponemmo fra due virgole in un bel prato d'erba, giacchè tali parole vanno unite a quelle del v. 30.

8 su pietra. La volgata porta: in pietra, che potrebbe far correre il pensiero alla tomba.

9 Tutto il mio tempo. Così la volgata. Il Cod. Palatino: Tutti i miei giorni.

10 Sol per vedere de' suoi panni l'ombra. Altri leggono: Sol per veder u' suoi panni fann'ombra. Ma Dante non volea sapere il luogo dove facesser ombra panni della

sua donna, ma sì di vedere l'ombra di questi panni, perchè se non potea vedere la sua donna si contentava di vederne almeno i panni; e, non potendo vedere neppur questi, si contentava di vederne l'immagine, l'ombra.

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il bel verde. La volgata ha: un bel verde. Qui si parla di cosa determinata, cioè del vestire a verde che facea la Gentucca.

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SESTINA II.

Amor mi mena tal fiata all'ombra Di donne c'hanno bellissimi colli, E bianchi più che fior di nessun' erba ; Ed havvene una ch'è vestita a verde, Che mi sta in cor, come virtute in pietra, E intra l'altre mi par più bella donna.

Quando riguardo questa gentil donna, Lo cui splendore fa sparire ogni ombra, Sua luce mi fier sì, che il cuor m' impietra,

E sento doglia, che par uom mi colli:
Fra ch' io rinvengo, i' son d' amor più verde,
Che non è il tempo, nè fu mai null' erba.

Non credo fosse mai virtute in erba
Di tal salute, chente è in questa donna;
Chè,1 togliendomi'l cor rimango verde;
Quando 'l mi rende, ed io son come un'ombra,
Non ho più vita, se non come i colli
Che son più alti e di più secca pietra.

I' aveva duro il cor, come una pietra,
Quando vidi costei cruda, com' erba
Nel dolce tempo che fiorisce i colli;
Ed ora è molto umíl vers' ogni donna,
Sol per amor di lei che mi fa ombra
Più nobil, che non fe mai foglia verde.

2

Che tempo freddo, caldo, secco e verde
Mi tien giulivo, tal grazia m' impetra
Il gran diletto, ch' ho, di starle all'ombra.
Deh! quanto bel fu vederla sull'erba
Gire alla danza vie me' ch'altra donna,
Danzando un giorno per piani e per colli!

Quantunque io sia intra montagne e colli
Non m'abbandona amor, ma tiemmi verde,
Come tenesse mai neun per donna;
Chè non si vide mai intaglio in pietra,
Nè alcuna figura o color d'erba,

Che bel possa veder, com'è sua ombra.

3

Così m' appaga, Amor, ch' io vivo all'ombra D'aver gioia e piacer di questa donna,

Che in testa messa s'ha ghirlanda d'erba.

1 Chè ec. Abbiamo posto l'accento sopra che, dandosi con questo e coi seguenti tre versi ragione dei due precedenti. Perciò dopo donna ab

biamo posto un punto e virgola, e così pure dopo verde.

2

Che. Ho tolto l'accento sopra che, connesso alla proposizione tal

grazia m' impetra ec. Perciò tolsi pure i due punti, e posi una semplice virgola dopo giulivo.

Ho posta semplice virgola dopo

appaga, prendendo così per congiuzione da unirsi al che della proposizione seguente.

SESTINA III.

Gran nobiltà mi par vedere all'ombra
Di belle donne c'han puliti colli,

E l'una all' altra va gittando l'erba,
Essendovi colei, per cui son verde,

E fermo nel suo amor come in mur pietra,
O più che mai non fu null' altro in donna.
S'io porto amor corale alla mia donna,
Neun si maravigli nè faccia ombra;
Chè lo cor mio per lei suo bene impetra,
Che in altra guisa basserebbe i colli,
E così cangerebbe, come il verde
Color cangia segata la bell' erba.

Io posso dire ch'ella adorna l'erba,
La qual per adornarsi ogni altra donna
Si pon con fiori e con foglietta verde;
Perchè risplende sì la sua dolce ombra,
Che se n'allegran valli, piani e colli,
E ne dona virtù (son certo) in pietra.

Io so che sarei più vile che pietra,
S'ella non fosse che mi val, com'erba 1
Valuta ha già in drizzar monti e colli;
Chè neun' altra porríane esser donna,

2

Fuor ch'ella sola, cui io amo all'ombra,
Come augelletto sotto foglia verde.

E, sed io fossi così umile verde,
Ovrar potrei la virtù d'ogni pietra
Senza neuna ascondersi sott' ombra;

Però ch' io son suo fior, suo frutto ed erba.3
Ma niun può far, così com' ella, donna
Delle sue cose, ch' ella scenda, o colli.

Tutte le volte mi par uom mi colli,
Ch'io da lei parto, e mi sento di verde;
Tanto m' aggrada vederla per donna!
Quando non vedo lei, com' una pietra
Mi sto, e miro fedel, come l'erba,
Quell' animale, cui più piace l'ombra.*

Più non desio, che sempre stare all'ombra
Di quella che è delle nobili donna,
Nanzi che d'altri fiori o foglie od erba.

Qui comincia la grande oscurità di questa terzina, e ciò forse perchè la lezione è falsa. Ma in mancanza di Codici, osserva il Fraticelli, come correggerla? Per me ardisco far qualche cosa col timore di far peggio.

In questo verso ho levato il punto dopo erba. Gentucca non dovea a Dante valere come un'erba qualunque, perchè non sarebbe volta a farlo men vile di pietra, anzi a levarlo in alto, ma come un'erba potentissima, com'erba magica la quale fu potente a drizzare monti e colli. E, se così non fosse, chi valse a drizzar monti e colli? Non certo Gentucca drizzò mai colli e monti. In conseguenza pongo il punto e virgola dopo colli, ove fa terminare il periodo a mezzo.

2

Sopra che ho posto l'accento, perchè rendesi ragione del detto innanzi. Porriane forse potrebbe

cambiarsi in porriansi; però il ne qui può valere di noi (donna e signora di noi), e può valere di ciò (potente donna di fare tal cosa mirabile).

8 Questa sestina è oscura, ma forse per lo stile non molto schietto e limpido, e per la costruzione alquanto contorta. Abbiamo creduto far bene a metter punto dopo erba, e chiudere fra due virgole le parole così com'ella.

4 Quell' animale, cui più piace l'ombra. Abbiamo così corretta la lezione volgata: Quell'anima, cui più vi piace l'ombra. Questa fa contro le leggi grammaticali, nè dà sentenza che possa entrarci nella mente. Secondo la nostra lezione, Dante mira fissamente l'ombra di Gentucca, come l'animale erbivoro mira l'erba che più gli piace. Ei la vedeva per forza di fantasia.

CANZONE XIX.

Dimostra che il suo cuore non muta per mutar di tempo.

La Canzone fu scritta l'autunno del 1307.

Io son venuto al punto della rota,
Che l'orizzonte,' quando il sol si corca,
Ci partorisce l'ingemmato cielo,

2

E la stella d'Amor ci sta 3 rimota
Per lo raggio lucente che la inforca
Sì di traverso che le si fa velo:

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4

E quel pianeta, che conforta il gelo,
Si mostra tutto a noi per lo grand' arco,
Nel qual ciascun de' sette fa poc' ombra;
E però non disgombra

Un sol pensier d'amore, ond' io son carco,
La mente mia, ch'è più dura che pietra
In tener forte immagine di pietra.

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8

Un vento peregrin che l'aer turba,
Per la spera del sol ch'or la riscalda;
E passa il mar, onde n' adduce copia
Di nebbia tal, che s'altro non la sturba,"
Quest' emisfero chiude e tutto salda; "1
E poi si solve, 12 e cade in bianca falda.
Di fredda neve, od in noiosa pioggia;
Onde l'aer s'attrista tutto e piagne;
Ed Amor, che sue ragne

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Ritira al ciel per lo vento 1 che poggia,
Non m'abbandona: sì è bella donna
Questa crudel che m'è data per donna!
Fuggito è ogni augel, che 'l caldo segue,

Dal paese d'Europa, che non perde
Le sette stelle gelide unquemai;

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