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E gli altri han posto alle lor voci tregue
Per non sonarle infino al tempo verde,
Se già 15 non fosse per cagion di guai:
E tutti gli animali che son gai 16
Di lor natura, son d'amor disciolti,
Perocchè il freddo loro spirto 17 ammorta;
E'l mio più d'amor porta,

Chè gli dolci pensier non mi son tolti,
Nè mi son dati per volta di tempo,
Ma donna gli mi dà, che ha picciol tempo.
Passato hanno lor termine le fronde,
Che trasse fuor la virtù d' Arïete,

Per adornare il mondo, e morta è l'erba;
Ed ogni ramo verde a noi s'asconde,
Se non se in pino, in lauro od in abete,18
Od in alcun che sua verdura serba;
E tanto è la stagion forte ed acerba,
Che ammorta1 gli fioretti per le piagge,
Gli quai non posson tollerar 20 la brina:
E l'amorosa 1 spina

21

Amor però di cor 22 non la mi tragge;
Perch'io son fermo 23 di portarla sempre
Ch'io sarò in vita, s'io vivessi sempre.

24

Versan le vene le fumifere acque Per li vapor, che la terra ha nel ventre, Che l'abisso gli tira suso in alto; Onde il cammino al bel giorno mi piacque, Che ora è fatto rivo e sarà mentre Che durerà del verno il grande assalto: La terra fa un suol che par di smalto, E l'acqua morta si converte in vetro Per la freddura che di fuor la serra: Ed io della mia guerra

Non son però tornato un passo a retro,"

Nè vo' tornar, chè, se'l martiro è dolce,
La morte dee passare ogni altro dolce.
Canzone, or che sarà di me nell' altro
Dolce tempo novello, quando piove
Amore in terra da tutti li cieli ? 27

26

Quando per questi geli

Amore è solo in me e non altrove?

Saranne quello ch'è 28
Se in pargoletta fia 29

Che l'orizzonte. Così leggiamo con la volgata. Parecchi Codici hanno: Dell'orizzonte. Il Giuliani, correggendo questa lezione, ha posto: Che all'orizzonte. Noi disapproviamo la correzione del Giuliani, perciocchè non necessaria. Il parto del cielo ingemmato può attribuirsi al sole, in quanto che le stelle appariscono in cielo la notte per l'assenza del sole dal nostro orizzonte; ma ci sembra più poetico far sì che l'orizzonte ci partorisca il cielo ingemmato. Se la lezione di parecchi Codici che hanno: Dell' orizzonte, non unisse incoerentemente orizzonte a rota, potrebbe sostenersi accettando nel terzo verso la lezione, e partorisce, se non che ci pare, che qui Dante non voglia semplicemente e direttamente determinare il tempo della sera.

2 Ci partorisce. Altri: Ne partorisce. Alcuni: E partorisce. Questa ultima lezione è in relazione con quella che al secondo verso ci dà Dell' orizzonte.

In questo verso comunemente si legge il geminato cielo. Noi leggiamo l'ingemmato cielo col Giuliani.

ci sta. Altri: ne sta.

le si. Altri: ella si. La stella d'amore si fa velo del raggio che la inforca; ma l'espressione è monca e quasi falsa. Bene però il raggio che inforca la stella di amore le si fa velo.

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d'un uom di marmo, per core un marmo.

pianeta. Ma il titolo di bella conviene più alla stella di Venere che non a quella di Saturno.

6 dell' arena. Altri: della rena. E meglio scrivere per intero la voce arena, perchè noi dobbiamo per quanto si possa tenerci alla forma originaria delle parole.

8

7 Un vento. La volgata: Lo vento. or la riscalda. Altri: ora la scalda.

9 n'adduce. La comune lezione dà: conduce. Mi sembra errata.

11

10 sturba. Altri: turba. Altro è turbare ed altro sturbare o disturbare. chiude e tutto salda. Altri leggono: chiude tutto e salda. 12 E poi si solve. Altri: Poi si risolve.

18 l'aer s'attrista tutto e piagne. Altri: l'aria si attrista tutta e piagne. E questa lezione è identica nel senso alla precedente. Alcuni poi leggono: l'aer s'attrista e tutto piagne. Qui tutto potrebbe avere una estensione maggiore di aer, e perciò potrebb'essere un soggetto di piagne.

14 al ciel per lo vento. Altri: in alto pel verno. Non rigetto nè approvo questa lezione che va meditata. Ben però ci pare che trattisi qui del vento peregrino, del quale parla al secondo verso.

15 Se giù. Così leggiamo col Cod. Palatino. La volgata pone: Se ciò. Col già si nota alcun che di passato, e col se già abbiamo un lad

dove, prima della primavera non avesse luogo il sonare delle loro voci per cagione di dolore.

16 animali che son gai. Altri: animal ch'eran più gai. Gli animali ch'erano gai di lor natura, sono sempre tali, perchè natura non muta. 17 Perocchè il freddo loro spirto. La volgata porta lor spirito in luogo di loro spirto, ma la nostra lezione ci sembra da preferire, perchè molto imitativa. Alcuni poi leggono: Per lo freddo che loro spirti, ed è bellissima lezione; perocchè parmi che il freddo ammorta gli spiriti e non lo spirito degli animali.

18 Se non se in pino, in lauro od in abete. Abbiamo ripetuto l'in, che la volgata pone solo una volta, guastando il verso e l'armonia del concetto, tanto più che indi ripete questa preposizione in od in alcun. 19 Che ammorta. Altri leggono: Che ha morti.

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24 gli tira. Altri: le tira. La seconda lezione è del Cod. Palatino seguíto dal Giuliani, l'altra è la volgata. Quella riferisce le ad acque, questa riferisce gli a vapori. Ciò che a Dante importa di dire è la salita delle acque in forma di vapori. Secondo l'Alighieri i vapori ristorano le vene dei fiumi, perchè dice nel Purgatorio:

L'acqua che vedi non surge di vena, Che ristori vapor, che giel converta, Come fiume che acquista o perde lena.*

E più chiaramente nella dissertazione De aqua et terra: < Credunt enim vulgares et physicorum argumentorum ignari, quod aqua ascendat ad cacumina montium, et etiam ad locum fontium in forma aquæ; sed istud est valde puerile, nam aquæ generantur ibi (ut per phylosophum in metheoris suis), ascendente materia in forma vaporis. > a retro. Altri: arretro.

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26 Dolce tempo novello. Altri: Tem-. po novello e dolce.

27 Amore in terra da tutti li cieli. Secondo altra lezione abbiamo: In mare e in terra Amor da tutti i cieli.

28 ch'è. Altri: che fia. Qui non si richiede il futuro.

29 Se in pargoletta fia. Altri leggono: Se pargoletta avrà.

Purgat., XXVIII, v. 121.

SONETTO XLII.

Si duole di amare.

Io maledico il dì, ch' io vidi in prima La luce dei vostri occhi traditori, E'l punto, che veniste in sulla cima Del core a trarne l'anima di fuori: E maledico l'amorosa lima

Che ha pulito i miei detti, e i bei colori,

Ch'i' ho per voi trovati e messi in rima,
Per far che il mondo mai sempre v' onori:
E maledico la mia mente dura

Ch'è ferma di tener quel che m' uccide,
Cioè la bella e rea vostra figura,

Per cui Amor sovente si spergiura,
Sicchè ciascun di lui e di me ride,
Che credo tôr la ruota alla ventura.

vidi in prima. Altri: veddi prima. Quel veddi ci spiace. 2 detti. Altri: motti.

BALLATA VII.

Ricorda la sua donna inghirlandata di fiori.

Per una ghirlandetta

Ch'io vidi, mi farà

Sospirar ogni fiore.

Vidi a voi, donna, portar ghirlandetta A par di fior, gentile;

E sovra lei vidi volare in fretta

Un angiolel d'amore tutto umíle;
E in suo cantar sottile

Dicea Chi mi vedrà

Lauderà il mio Signore.

S' io sarò là, dove un fioretto sia,
Allor fia ch'io sospire.

Dirò: La bella gentil donna mia

Porta in testa i fioretti del mio sire;

Ma per crescer desire,

La mia donna verrà

Coronata da Amore.

Di fior le parolette mie novelle
Han fatto una ballata:

Da lor per leggiadria s' hanno tolt' elle
Una veste che altrui non fu mai data:
Però siete pregata,

Quand' uom la canterà,

Che le facciate onore.

BALLATA VIII.

Spera pietà dalla sua donna.

Madonna, quel Signor, che voi portate
Negli occhi, tal che vince ogni possanza,
Mi dona sicuranza,

Che voi sarete amica di pietate.

Però che là, dov' ei fa dimoranza,
Ed ha in compagnia molta beltate,
Tragge tutta bontate

A sè, come a principio che ha possanza:
Ond' io conforto sempre mia speranza,
La qual è stata tanto combattuta,
Che sarebbe perduta,

Se non fosse che Amore

Contra ogni avversità le dà valore

Con la sua vista, e con la rimembranza
Del dolce loco e del soave fiore,
Che di nuovo colore

Cerchiò la mente mia,

Mercè di vostra dolce cortesia.

1 Cerchio. Nel Cod. Alessandri, onde fu tolta questa Ballata, leggesi cerco, che non ha senso opportuno qui, e perciò abbiamo posto cerchio. L'abate Luigi Fiacchi facea la correzione in cerchio, ed il Fra

ticelli in cerchia; ma qui richiedesi
il tempo passato e la persona terza.
Per l'espressione abbiamo nel So-
netto XXV della prima parte:

E spesse volte piangon sì, che Amore
Gli cerchia di corona di martiri.

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