BALLATA IX. Ricorda la fede avuta dalla sua donna. Donne, io non so di che mi preghi Amore, Ch' egli m'ancide, e la morte m'è dura, E di sentirlo meno ho più paura. Nel mezzo della mia mente risplende Un lume da' begli occhi, ond' io son vago, Chè l'anima contenta: Vero è, che ad ora ad or m' asciuga un lago Ciò face Amor, qualvolta mi rammenta CANZONE XX. Prega la sua donna ad aver pietà di lui. La dispietata mente, che pur mira Verso il dolce paese che ho lasciato, Ad iscampo di lui mai fare impresa, 2 Piacciavi, donna mia, non venir meno In questo punto al cor che tanto v'ama; Poi' sol da voi lo suo soccorso attende; 3 Chè buon signor mai non restringe il freno 5 Vie maggiormente aver cura di lui; Chè quel, da cui convien che 'l ben s'appari, Per l'immagine sua ne tien più cari. Se dir volesté, dolce mia speranza, 6 Di dare indugio a quel ch' io vi domando, 8 9 E, s' egli avvien che gli risponda male, E voi pur siete quella ch'io più amo, Ha posto Amore, ond' io grande mi tegno. Muove dal vostro portamento umano; Dunque vostra salute omai si muova, 12 Che Amor lanciò lo giorno ch'io fui preso; Onde nella mia guerra La sua venuta mi sarebbe danno, De' messi del Signor che m'ha in balía. Canzone, il tuo andar " vuol esser corto; Chè tu sai ben, che picciol tempo 15 omai Puote aver luogo quel, per che tu vai. 1 Nè dentro io sento tanto di valore. Preferiamo questa lezione del Cod. Palatino, come più bella, alla volgata ch'è la seguente: Nè dentro a lui sent' io tanto valore. 2 In. Il Cod. Palatino pone così. Altri: A. 8 soccorrere al servo. Il Cod. Palatino mette: il servo soccorrere. Può ricevere l'accusativo, ma qui non pare buono quest'uso. 4 penso, donna mia. Altri: penso ben, donna. 5 dovete. Altri: devete, e così nel v. 5 della strofa terza. Devete è più secondo l'etimologia, ma la forma contraria ha trionfato per l'uso. Sappiate. Così il Cod. Marciano 152, seguíto dal Giuliani. Facciate si trova nella volgata. 7 al fine. Altri: a fine. Pare che si richieda il segnacaso articolato. 8 Chè. Abbiamo posto l'accento sopra questa parola, e perciò punto e virgola alla fine del verso precedente, e sola una virgola dopo trovi; perciocchè si dà ragione di ciò che è detto ne' tre versi precedenti. perciocchè lo entrare del core è appunto quello che si trova serrato, come ripetesi ai versi 7 ed 8. La volgata lezione fa cuore (sottinteso) soggetto di si trova serrato, ma in questo caso allo entrar di lui sarebbe un pleonasmo degno di tutta riprovazione. Al più non volendosi cambiare allo entrar dovrebbe mettere di lei (della salute), in luogo di lui (del cuore). 12 di. Alcuni testi pongono: da. Non è la saetta propriamente che serrò lo entrare del cuore di Dante, ma la volontà di Amore, come dicesi appresso. La saetta è uno strumento. Sta dunque assai bene il di. a tutt' altri. Alcuni pongono a tutt' altre (saluti?). Si fa opposizione a' messi d'Amore. 13 14 andar. Altri: cammin. 15 picciol tempo. Altri: poco tempo. SONETTO XLIII. Si duole d'esser lontano dalla sua donna. Se'l bello aspetto non mi fosse tolto Ciò che mi grava e che mi pesa molto, Mi saria lieve e senz' alcuno affanno; CANZONE XXI. Prega la morte ad aver pietà della sua donna. Morte, poich' io non trovo a cui mi doglia, Nè cui pietà per me mova sospiri, Ove ch' io miri, o in qual parte ch' io sia; E perchè tu sei quella che mi spoglia D'ogni baldanza e vesti di martíri, E per me giri ogni fortuna ria; Se guardi agli occhi Se guardi alla pietà, ch'ivi entro tegno, Se guardi al segno ch'io porto de' tuoi. Deh! se paura già coi colpi suoi M'ha così concio, che farà 'l tormento? Tu togli a leggiadria il suo ricetto; Tu l'alto effetto spegni di mercede; |