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che lasceremo eredità vergognosa di stolti esempi, di = inutili studi, di vizi, cui manca fino la scusa d'una gagliarda passione. Voi giovani, che potete dare lodevole forma alla vita vostra, guardate a quello che fecero i I nostri maggiori. Furono essi al pari di noi o più di noi sventurati: ma perchè sdegnarono l'ozio e tennero l'occhio e la mente alla luce purissima che ri- splende nelle opere degli antichi, se non seppero o non poterono continuare la scuola di Dante, ne apersero un'altra da cui uscirono Ariosto e Tasso, Michelangiolo, Raffaello. Gloriosi nomi, pe' quali ebbe ed avrà l'Italia, ad onta della fortuna, la riverenza d'ogni ciEvile nazione.

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LEZIONE DECIMASESTA.

SOMMARIO.

Della protezione dai principi data alle lettere, e dei suoi effetti - Come l'ingegno per sua natura sia indipendente - Si parla della mutazione avvenuta nell' indole della italiana letteratura: se ne spiegano le ca. gioni, e le conseguenze Di Lorenzo il Magnifico- Qualità del suo ingegno Esempi della sua maniera di scrivere in verso Del Poliziano Giudizio intorno alle sue poesie Se ne trae materia ad alcune considerazioni generali sul modo di descrivere poeticamente cose e persone, e su quello con cui si debbono imitare i classici – Di Pandolfo Collenuccio Suo Inno alla morte Di altri scrittori di rime nel quattrocento.

1

Parlando della poesia provenzale1 dissi, non esservi surto alcuno, che sopra gli altri per novità di concetti, o per bellezza di stile si sollevasse, perchè la vita cortigianesca, errante, inutile, spensierata dei Trovatori loro impedì di rivolgere tutte ad un fine le forze dell'intelletto e d'invigorirle nella battaglia con la nemica fortuna. Lo stesso affermo degli scrittori del quattrocento e di altri molti ch' ebbero grido nel secolo xvi. Imperocchè io non mi accordo con l'opinione di quelli, i quali pensano, avere l'Italia avuto buoni scrittori perchè i principi diedero loro largo favore, Per questo si accrebbe, certo nol nego, il numero dei letterati, piegando gli uomini a quella parte ove sperano di trovare onori e ricchezze. Ma il dono dell' inventivo intelletto viene da Dio: si fa più splendido per gli studi

' Vol. 1, lezione II.

ordinati sapientemente, per il fermo volere, per quella forza che sogliono dare ai nobili ingegni lunghe sventure. Chè quando alcuno di essi patisce le offese della ignoranza o dell' astiosa malignità, non si avvilisce nè si sconforta; ma tiene in dispregio del pari le lusinghevoli lodi e le inique accuse; e trasportandosi col pensiero nell'avvenire, sdegna gl' ingrati o gl'ingiusti giudicii dell'età sua, sicuro di ottenere dai posteri quella gloria che gli contende l'invidia.

Quale poeta, che meriti veramente l'onore di questo nome, s' innalzò sulla folla dei letterati, che ricevevano dai Visconti, poi dagli Sforza, dai Gonzaga, dai Malatesta, dai papi, dai re di Aragona ricchi stipendi? L'Ariosto e il Tasso furono anch' essi, egli è vero, alla corte del cardinale e del duca d' Este ma il primo non En'ebbe tanto da uscirne di povertà,' e l'altro per comando di Alfonso venne, siccome pazzo, chiuso in prigione. Machiavello, che certo è il primo scrittor di prosa, di cui si vanti l'Italia, fu posto dai Medici alla tortura : ed il Guicciardini non avria forse eguagliato in fama i più insigni storici degli antichi, se non avesse veduto per esperienza, essere i grandi senza memoria dei beneficii. Perchè non trovando in Cosimo quella grazia che ne aspettava per avergli mostro evidentemente di amarlo più della patria e più dell'onore, ritirossi sdegnato nella sua villa, ove ritrovò modo di conse

1

«Io per la mala servitute mia

Non ho dal cardinale ancora tanto,
Ch'io possa fare in corte l'osteria.

Apollo, tua mercè, tua mercè, santo
Collegio delle Muse io non possiedo

Tanto per voi, ch' io possa farmi un manto. >>

Satira 11.

LEZIONE DECIMASESTA.

SOMMARIO.

Della protezione dai principi data alle lettere, e dei suoi effetti Come l'ingegno per sua natura sia indipendente - Si parla della mutazione avvenuta nell' indole della italiana letteratura: se ne spiegano le cagioni, e le conseguenze Di Lorenzo il Magnifico - Qualità del suo ingegno Esempi della sua maniera di scrivere in verso Del Poliziano Giudizio intorno alle sue poesie Se ne trae materia ad alcune considerazioni generali sul modo di descrivere poeticamente cose e persone, e su quello con cui si debbono imitare i classici Di Pandolfo Collenuccio Suo Inno alla morte Di altri scrittori di rime nel quattrocento.

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Parlando della poesia provenzale ' dissi, non esservi surto alcuno, che sopra gli altri per novità di concetti, o per bellezza di stile si sollevasse, perchè la vita cortigianesca, errante, inutile, spensierata dei Trovatori loro impedì di rivolgere tutte ad un fine le forze dell'intelletto e d'invigorirle nella battaglia con la nemica fortuna. Lo stesso affermo degli scrittori del quattrocento e di altri molti ch' ebbero grido nel secolo XVI. Imperocchè io non mi accordo con l'opinione di quelli, i quali pensano, avere l'Italia avuto buoni scrittori perchè i principi diedero loro largo favore, Per questo si accrebbe, certo nol nego, il numero dei letterati, piegando gli uomini a quella parte ove sperano di trovare onori e ricchezze. Ma il dono dell' inventivo intelletto viene da Dio: si fa più splendido per gli studi

' Vol. 1, lezione II.

ordinati sapientemente, per il fermo volere, per quella forza che sogliono dare ai nobili ingegni lunghe sventure. Chè quando alcuno di essi patisce le offese della ignoranza o dell' astiosa malignità, non si avvilisce nè si sconforta; ma tiene in dispregio del pari le lusinghevoli lodi e le inique accuse; e trasportandosi col pensiero nell'avvenire, sdegna gl'ingrati o gl'ingiusti giudicii dell'età sua, sicuro di ottenere dai posteri quella gloria che gli contende l'invidia.

Quale poeta, che meriti veramente l'onore di questo nome, s'innalzò sulla folla dei letterati, che ricevevano dai Visconti, poi dagli Sforza, dai Gonzaga, dai Malatesta, dai papi, dai re di Aragona ricchi stipendi? L'Ariosto e il Tasso furono anch' essi, egli è vero, alla corte del cardinale e del duca d' Este: ma il primo non n'ebbe tanto da uscirne di povertà, e l' altro per comando di Alfonso venne, siccome pazzo, chiuso in prigione. Machiavello, che certo è il primo scrittor di prosa, di cui si vanti l'Italia, fu posto dai Medici alla tortura : ed il Guicciardini non avria forse eguagliato in fama i più insigni storici degli antichi, se non avesse veduto per esperienza, essere i grandi senza memoria dei beE neficii. Perchè non trovando in Cosimo quella grazia che ne aspettava per avergli mostro evidentemente di amarlo più della patria e più dell' onore, ritirossi sdegnato nella sua villa, ove ritrovò modo di conse

1

<< lo per la mala servitute mia

Non ho dal cardinale ancora tanto,
Ch'io possa fare in corte l'osteria.
Apollo, tua mercè, tua mercè, santo
Collegio delle Muse io non possiedo

Tanto per voi, ch'io possa farmi un manto. »

Satira II.

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