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chiamo, cioè di quella, che è pienissima di urbanità; e questa divisione è, che molti sono i gradi delle costruzioni, cioè lo insipido, il quale è delle persone grosse, come è: Piero ama molto madonna Berta. Ecci il simplicemente saporito, il quale è dei scolari rigidi, overo dei maestri, come è: Di tutti i miseri m' incresce; ma ho maggior pietà di coloro, i quali in esiglio affliggendosi, rivedono solamente in sogno le patrie loro. Ecci ancora il saporito e venusto, il quale è di alcuni, che così di sopra via pigliano la Rettorica, come è: La lodevole discrezione del Marchese da Este, e la sua preparata magnificenzia fa esso a tutti essere diletto. Ecci appresso il saporito, e venusto, ed ancora eccelso, il quale è dei dettati illustri, come è: Avendo Totila mandato fuori del tuo seno grandissima parte dei fiori, o Fiorenza, tardo in Sicilia, e indarno se n' andò. Questo grado di costruzione chiamiamo eccellentissimo, e questo è quello, che noi cerchiamo, investigando (come si è detto) le cose supreme. E di questo solamente le illustri Canzoni si trovano conteste, come:

Gerardo:

« Si per mon Sobre-Totz no fos. >>

Il Re di Navarra :

«Dreit Amor qu'en mon cor repaire. »

Folchetto di Marsiglia:

« Tan m' abelhis l' amoros pensamens. >>

Arnaldo Daniello :

1

« Sols sui qui sai lo sobrafan, que m sortz. »

'Invece di la sua preparata ma• gnificenzia fa esso a tutti essere diletto, deve forse tradursi la sua magni

ficenza, a tutti preparata, fa esso essere diletto.

Hamericus de Belinoi: 1

« Nuls hom no pot complir adreitamen. 2 >>

Hamericus de Peculiano: .

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Nec mireris, Lector, de tot reductis Auctoribus ad memoriam. Non enim quam supremam vocamus constructionem, nisi per hujusmodi exempla possumus indicare. Et fortassis utilissimum foret ad illam habituandam regulatos vidisse Poetas, Virgilium videlicet, Ovidium in Metamorphoseos, Statium atque Lucanum, nec non alios, qui usi sunt altissimas prosas, ut Tullium, Livium, Plinium, Frontinum, Paulum Orosium, et multos alios, quos amica solitudo nos visitare invitat. Desistant ergo ignorantiæ sectatores Guidonem Aretinum, et quosdam alios extollentes, nunquam in vocabulis atque constructione desuetos plebescere.

Questo Amerigo da altri è detto di Belinei, e dal Barbieri (Poesia rimata) di Belenuci.

Null'uomo non può compire drittamente (giustamente).

Si come l'albero, che per sopraccaricarsi.

È la Canzone che nel Canzoniere sta col num. XV.

Amerigo di Belinoi:

<< Nuls hom no pot complir adreitamen. >>

Amerigo di Peculiano:

« Si com' l'arbres, que per sobrecarcar. >>

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<< Amor, che nella mente mi ragiona. >>>

Non ti maravigliare, Lettore, che io abbia tanti Autori alla memoria ridotti; perciò che non possiamo giudicare quella costruzione, che noi chiamiamo suprema, se non per simili esempj. E forse utilissima cosa sarebbe per abituar quella, aver veduto i regulati Poeti, cioè Virgilio, la Metamorfosi di Ovidio, Stazio, e Lucano, e quelli ancora che hanno usato altissime prose; come è Tullio, Livio, Plinio, Frontino, Paolo Orosio, e molti altri, i quali la nostra amica solitudine ci invita a vedere. Cessino adunque i seguaci della ignoranzia, che estollono Guittone d' Arezzo, ed alcuni altri, i quali sogliono tutte le volte nei vocaboli e nelle costruzioni essere simili alla plebe.

CAPUT VII.

Quæ sint ponenda vocabula, et quæ in metro vulgari
cadere non possunt.

1

:

Grandioso modo vocabula sub prælato stilo digna consistere, successiva nostræ progressionis provincia lucidari expostulat. Testamur, proinde incipientes, non minimum opus esse rationis discretionem vocabulorum habere, quoniam perplures eorum materies inveniri posse videmus. Nam vocabulorum quædam puerilia, quædam muliebria, quædam virilia; et horum quædam silvestria, quædam urbana; et eorum, quæ urbana vocamus, quædam pexa et irsuta, quædam lubrica et reburra sentimus inter quæ quidem pexa atque irsuta sunt illa, quæ vocamus grandiosa: lubrica vero et reburra vocamus illa, quæ in superfluum sonant: quemadmodum in magnis operibus, quædam magnanimitatis sunt opera, quædam fumi; ubi, licet in superficie quidam consideretur adscensus, ex quo limitata virtutis linea prævaricatur, bona ratione non adscensus, sed per alta declivia ruina constabit. Intuearis ergo, Lector, quantum ad exacceranda egregia verba te cribrare oportet: nam si Vulgare Illustre consideres, quo tragice debent uti Poeta Vulgares, ut superius dictum est, quos informare intendi-· mus, sola vocabula nobilissima in cribro tuo residere curabis. In quorum numero, nec puerilia propter sui simplicitatem, ut Mamma et Babbo, Mate et Pate; nec muliebria propter sui mollitiem, ut dolciada et placevole ; nec silvestria, propter asperitatem, ut gregia, et cætera; nec urbana lubrica et reburra, ut femina et corpo, ullo modo poteris conlocare. Sola etenim pexa, irsutaque urbana tibi restare videbis,

1 Reburrus (Vedi il Glossario del Du Cange) ha vari significati, fra i quali quelli di hispidus, cirratus, crispus. E il Glossatore aggiunge Galli dicimus rebursos qui ont les cheveux

reboursez vel rebroussez.... Unde traslate nobis rebours.... difficilis, intractabilis. Traducendo dunque vocaboli rabbuffati pare che il Trissino abbia ben tradotto.

CAPITOLO VII.

Dei vocaboli che si denno ponere nelle Canzoni,
e di quelli che ponere non si denno.

La successiva provincia del nostro procedere ricerca, che siano dichiarati quelli vocaboli grandi, che sono degni di stare sotto l'altissimo stilo. Cominciando adunque, affermiamo non essere piccola difficoltà dello intelletto a fare la divisione dei vocaboli; perciò che vedemo, che se ne possono di molte maniere trovare. Dei vocaboli adunque alcuni sono puerili, altri feminili ed altri virili, e di questi alcuni silvestri, ed alcuni cittadineschi; e di quelli che chiamiamo cittadineschi, alcuni pettinati e irsuti, alcuni lubrici e rabbuffati conosciamo;1 tra i quali i pettinati e gl'irsuti sono quelli, che chiamiamo grandi: i lubrici poi, e i rabbuffati sono quelli, la cui risonanzia è superflua; perciò che si come nelle grandi opere alcune sono opere di magnanimità, altre di fumo, nelle quali avvegna che così di sopra via paia un certo ascendere, a chi però con buona ragione esse considera, non ascesa, ma più tosto ruina per alti precipizi essere giudicherà; conciò sia che la limitata linea della virtù si trapassi. Guarda adunque, Lettore, quanto per scegliere le egregie parole ti sia bisogno di crivellare; perciò che se tu consideri il Volgare Illustre, il quale i Poeti volgari, che noi vogliamo ammaestrare, denno (come di sopra si è detto) tragicamente usare, averai cura, che solamente i nobilissimi vocaboli nel tuo crivello rimangano. Nel numero dei quali ně i puerili per la loro simplicità, com'è Mamma e Babbo, Mate e Pate, per niun modo potrai collocare; nè anco i feminili, per la loro mollezza, come è dolciada e placevole, nė i contadineschi per la loro asperità, come è gregia e gli altri; nė i cittadineschi, che siano lubrici, e rabbuffati, come è femina e corpo, vi si denno porre. Solamente adunque i cittadineschi

1 Avverto una volta per sempre, che in più luoghi ho raddrizzato la traduzione del Trissino, ed ho sup

plito alle sue lacune. Qui per esempio v' avea lacuna delle parole: e di quelli che chiamiamo cittadineschi.

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