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IX: 975 1547 A15

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COMMISSIONE senese di sTORIA PATRIA

PIETRO ROSSI, presidente - NARCISO MENGOZZI, segretario
ALESSANDRO LISINI LODOVICO ZDEKAUER, redattori.

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SOCI ONORARI

-

CARDUCCI sen. comm. prof. Giosuè, Bologna CUGNONI Comm. prof. Giuseppe, Roma. — D'ANCONA comm. prof. Alessandro, Pisa - DEL LUNGO comm. prof. Isidoro, Firenze GAMURRINI Comm. prof. Gian Francesco, HELBIG Comm. prof. Volfango, Roma PAOLI Cav. prof. Cesare, PICCOLOMINI Cav. prof. Enea Silvio, Roma TOMMASINI Comm. prof. Oreste, Roma VILLARI sen. comm. prof. Pasquale, Firenze. SOCI FONDATORI &

Arezzo
Firenze

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BACCI cav. prof. Orazio, Pirenze CALISSE cav."
SCOTONI Cav. prof. Giovanni

prof. Carlo, Pisa

CORRISPONDENTI E COLLABORATORI
BANDI-VERDIANI cav. Arnaldo, S. Quirico d'Orcia

-

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BARDUZZI Cav.

prof. Domenico, Siena BASSI dott. Domenico, Milano BROGI Riccardo,
Siena BRUGI prof. cav. Biagio, Padova.
CANESTRELLI cav. arch. Antonio, Firenze
LICURGO, Livorno GAROCCI Cav. Guido, Firenze

-

CAPPELLETTI cav. prof.
CARNESECCHI Carlo,

CHIAPPELLI avv. cav. Luigi, Pistoia CORAZZINI avv. Giov.

Firenze
Odoardo, Firenze.

DAVIDSOHN dott. Roberto, Firenze
DEL VECCHIO cav. prof. Alberto, Firenze
Versailles.

ELLON Federigo, Berlino.

DEJOB Prof. Charles, Parigi

DE NOLHAC prof. Pierre,

FALLETTI cav. prof. Pio Carlo, Bologna — FUMI comm. Luigi, Orvieto.
GHERARDI Cav. Alessandro, Firenze

GROTTANELLI conte Lorenzo, Firenze.

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HARTWIG prof. dott. Otto, Halle HARTMANN dott. L, M., Vienna.
LANCZY prof. Giulio, Budapest LUSCHIN VON EBENGREUTH prof.

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PARDI prof. Giovanni, Orvieto PÉLISSIER prof. cav. Leon Gabriele, Montpellier PERATÉ M. André, Versailles PRATESI prof. -PROFESSIONE prof. Alfonso, Novara

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RAVA comm. prof. Luigi, Bologna RONDONI prof. Giuseppe, Firenze Rossi dott. Agostino, Bologna Rosi dott. Michele, Genova RICCI avv. Arturo, Roma.

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SCHUPFER Comm. prof. Francesco, Roma SFORZA Cav. Giovanni, Massa SIMONELLI prof. dott. Vittorio, Bologna SOLAINI avv. Ezio, Volterra SUPINO cav. Igino Benvenuto, Pisa. Tori mons. Alessandro, Colle Val d'Elsa. VANNI dott. Manfredo, Milano

VENTURI Cav. prof. Adolfo, Roma

VIGO cav. prof. Pietro, Livorno VANNI prof. Antonio, Urbino. ZANELLI dott. Agostino, Pistoia.

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Sono ormai circa tre anni che furono finite di pubblicare, in undici volumi, a cura del senatore Marco Tabarrini e del comm. Aurelio Gotti, la raccolta di Lettere e documenti e la Vita del Barone Bettino Ricasoli. Nel nostro bullettino non se ne tenne parola, volendosi, a proposito di questa pubblicazione, discorrere del Ricasoli, più distesamente in quanto si conviene all' indole del nostro periodico: delle attinenze, cioè, che la sua vita ebbe col nostro territorio, degli avvenimenti che per opera e sotto gli auspici di lui si compirono nella nostra città. Procurerò di farlo giovandomi, in parte, di alcune sue corrispondenze rimaste inedite, in parte di ricordi personali da me raccolti, ma più che altro di questi undici volumi che ho citato.

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Narrano essi, quasi giorno per giorno, non soltanto i casi e le vicende proprie del Ricasoli, ma i tempi e gli eventi in mezzo ai quali la sua vita si svolse, che furono tanta parte della storia del risorgimento d'Italia, l'animo e l'intelletto ch' egli vi portò, e coi quali, in tanta gravità di fortune, li seppe governare; intelletto ed animo, sempre fulgidi della stessa luce di virtù, librati sempre a una medesima altezza di pensieri e di affetti, eguali e costanti, - sia che, reggendo le sorti della patria, la avviasse al sospirato fine della unità nazionale, sia che vegliasse alla coltivazione de' suoi campi e alle finanze d'un comunello di montagna, o fossero tutte le sue solleci

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tudini intente alla educazione della figliola, o a promuovere, attuare, diffondere i suoi propositi di riforma politica del governo, di redenzione civile e morale del popolo, di miglioramento economico del paese; onde nasce « quel<< l'armonia che si riscontrò sempre in lui tra le parole «<e i fatti, tra l'uomo di famiglia o di casa e l'uomo di << Stato o di governo, tra il semplice cittadino e il depu<< tato e il ministro » (').

scrisse

In siffatta indole, certi difetti parvero piuttosto la esagerazione di certi pregi : « una sensibilità soverchia » di sè medesimo << per tutto ciò che gli attraversava un << nobile desiderio » ('): una intransigenza, un' inflessibilità, che assunsero qualche volta l'aspetto di soverchia durezza, riguardo ai principî che informavano, con la forza ingenua di un sentimento, tutto il suo modo di agire e di ragionare. Non v'era considerazione che lo rimovesse d'una linea dalla sua condotta e dal suo fine; ma l' uno e l'altra erano mossi sempre dalla idea del dovere, « che illumi<< nava tutta la sua politica, reggeva tutta la sua morale, << governava tutta la sua vita» (3). In ogni contingenza, la più grave o la più insignificante, trovi impressi i segni di questo suo carattere adamantino.

Ciò conferisce, come a tutta la esistenza del Barone, così a questo carteggio che contiene tanta disparità d'argomenti ed abbraccia tanto spazio di tempo, dagli anni della sua prima giovinezza a quello della sua morte una mirabile unità; ma la monotonia e la stanchezza che generano gli epistolari è rimossa dall' alternarsi continuo delle lettere del Ricasoli con quelle di quanti furono in corrispondenza con lui: ne ricevi l'impressione come di un lungo dialogo, sopra vari soggetti, tutti degni d'interesse, dove molti e tutti degni di attenzione fossero gl' interlocutori, raccolti intorno a uno solo: la voce del

(') Lettere e docum. vol. IX, prefazione, pag. IX.
(2) Ibid. vol. III prefazione, pag. XXIV.

(3) Ibid. pag. XXVIII.

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