иии CANZONE XIX. Scherzetto. Amor, tu vedi ben che questa donna Sicchè non par ch' ella abbia cuor di donna, Per man di quel che m' intagliasse in pietra. Ed io che son costante più che pietra E mai non si scoperse alcuna pietra, L' Signor, tu sai che per algente freddo acqua Là sotto tramontana, ove è il gran freddo, Vi si converte sì, che l'acqua è donna Così dinanzi dal sembiante freddo Mi ghiaccia il sangue sempre d' ogni tempo, In lei s' accoglie d'ogni biltà luce ; Così di tutta crudeltate il freddo Le corre al core, ove non è tua luce; Perchè negli occhi sì bella mi luce, Quando la miro, ch' io la veggio in pietra, O in altra parte ch' io volga mia luce. Dagli occhi suoi mi vien la dolce luce, Che mi fa non caler d' ogni altra donna : Ver me, che chiamo di notte e di luce, Però vertù, che sei prima che tempo, Canzone, io porto nella mente donna Tal, che con tutto ch' ella mi sia pietra, Mi dà baldanza, ov' ogni uom mi par freddo; Sicch' io ardisco a far per questo freddo La novità che per tua forma luce, Che mai non fu pensata in alcun tempo'. 1 Questa così detta Canzone non è di fatti che una sestina doppia, e un gioco poco degno di tanto Poeta. CANZONE XX. Lasciando il parlar d' amore, sferza il Poeta la vanità degli uomini, e dice che nulla cosa al mondo merita onore e lode, fuorchè la sapienza e la virtù. Posciach' Amor del tutto m' ha lasciato, Non per mio grato, Che stato non avea tanto giojoso; Ma perocchè pietoso Fu tanto del mio core, Che non sofferse d' ascoltar suo pianto: Io canterò così disamorato Contr' al peccato Ch' è nato in noi di chiamare a ritroso Tal, ch'è vile e nojoso, Per nome di valore; Cioè di leggiadria, ch' è bella tanto, Che fa degno di manto Imperial colui dove ella regna: Ell' è verace insegna, La qual dimostra u' la vertù dimora: Perchè son certo, se ben la difendo, Ch' Amor di se mi farà grazia ancora. Sono, che per gittar via loro avere Credon sapere Valere là dove gli buoni stanno, Riparo nella mente A quei cotanti ch' hanno conoscenza: Ma lor messione a' buon non può piacere, Perchè 'l tenere, Savere fora, e fuggirieno il danno, Che s' aggiunge allo 'nganno Di loro e della gente, Ch' hanno falso giudizio in lor sentenza. Qual non dirà fallenza Divorar cibo, ed a lussuria intendere? Ornarsi, come vendere Si volesse al mercato de' non saggi? Che 'l savio non pregia uom per vestimenta, Perchè sono ornamenta; Ma pregia il senno e gli gentil coraggi. Ed altri son che, per esser ridenti, D' intendimenti Correnti vogliono esser giudicati |