Sayfadaki görseller
PDF
ePub

Or muovi, e con la tua parola ornata,
E con ciò che ha mestieri al suo campare
L'ajuta sì ch' io ne sia consolata.

Io son Beatrice che ti faccio andare:
Vegno di loco ove tornar disio:
Amor mi mosse che mi fa parlare '.
Quando sarò dinanzi al Signor mio,
Di te mi loderò sovente à lui.
Tacette allora, e poi comincia' io:
O donna di virtù, sola per cui
L'umana specie eccede ogni contento
Da quel ciel ch' ha minor li cerchi sui2;
Tanto m' aggrada il tuo comandamento,
Che l' ubbidir, se già fosse, m' è tardi3 :
Più non t' è uopo aprirmi 'l tuo talento.

1 Io son Beatrice ec. Veggasi la nota al fine della Vita Nuova (pag. 84.)

20 donna di virtù ec. Dante fu innamorato di Beatrice : Dante fu sempre innamorato della sapienza. Anche quando Beatrice era viva, egli si compiaceva a rivestire delle vere forme di lei il personaggio ideale della Sapienza. E così sogliono fare coloro che hanno, come diceva il Poeta, intelletto d'amore. Per questo, sino nelle sue rime amorose v'è spesso un doppio senso, letterale e allegorico. Non ci sorprenda dunque, se per Beatrice talora s' intenderà la Sapienza, e talora la bella e virtuosa giovane che visse realmente, e che in lui mise un così nobile amore. O donna di virtù ec., qui sta per la Sapienza, per cui l' umana specie sopravanza ogni contento, ogni cosa contenuta, da quel ciel ec. dal cielo della Luna.

3 Tanto m' è caro e onorevole il tuo comando, che m' è già tardi il non averlo eseguito.

Ma dimmi la cagion che non ti guardi Dello scender quaggiuso in questo centro Dall' ampio loco ove tornar tu ardi.

Da che tu vuoi saper cotanto addentro, Dirotti brevemente, mi rispose,

Perch' io non temo di venir

qua entro.
Temer si dee di sole quelle cose
Ch' hanno potenza di far altrui male:
Dell' altre no, che non son paurose.

Io son fatta da Dio, sua mercè, tale,
Che la vostra miseria non mi tange,
Nè fiamma d' esto 'ncendio non m' assale.
Donna è gentil nel ciel che si compiange
Di questo 'mpedimento ov' io ti mando,
Sì che duro giudicio lassù frange'.

Questa chiese Lucia in suo dimando",
E disse or abbisogna il tuo fedele
Di te, ed io a te lo raccomando.

Lucia nimica di ciascun crudele
Si mosse e venne al loco dov' io era,
Che mi sedea con l'antica Rachele.
Disse: Beatrice, loda di Dio vera,
Che non soccorri quei che t' amò tanto,
Ch' uscìo per te della volgare schiera?

1 Donna è gentil ec. La Bontà divina, che ha pietà di Dante, e che disarma la Giustizia.

2 Questa Lucia teologicamente è la Grazia illuminante, filosoficamente la Verità.

Non odi tu la pieta del suo pianto,
Non vedi tu la morte che 'l combatte
Su la fiumana ove 'l mar non ha vanto 1?
Al mondo non fur mai persone ratte
A far lor pro ed a fuggir lor danno,
Com' io dopo cotai parole fatte,

Venni quaggiù dal mio beato scanno,
Fidandomi nel tuo parlare onesto
Ch' onora te e quei ch' udito l' hanno.
Poscia che m' ebbe ragionato questo,
Gli occhi lucenti lagrimando volse;
Perchè mi fece del venir più presto :

E venni a te così com' ella volse :
Dinanzi a quella fiera ti levai,

Che del bel monte il corto andar ti tolse.
Dunque che è? perchè perchè ristai?
Perchè tanta viltà nel core allette?
Perchè ardire e franchezza non hai,
Poscia che tai tre donne benedette2
Curan di te nella corte del cielo,.
El mio parlar tanto ben t' impromette?

1 Fiumana, o fiumara, allagazion di molt' acqua. Qui per metafora le passioni e gli affari politici, più tempestosi del

mare.

2 Poscia che tai tre donne ec. Queste tre donne sono le stesse che celebrava il Poeta colla Canzone XXII (v. p. 185, e la nota p. 189), ma poste in cielo. La Virtù è qui la BoNTa', perchè le virtù morali degli uomini non sono altro che raggi della Bontà divina. Beatrice è la SAPIENZA, e sedeva ella con

I

Quale i fioretti dal notturno gelo
Chinati e chiusi, poi che 'l sol gl' imbianca,
Si drizzan tutti aperti in loro stelo;

Tal mi fec' io di mia virtute stanca,
E tanto buono ardire al cor mi corse,
Ch'io cominciai come persona franca :
Oh pietosa colei che mi soccorse,
E tu cortese ch' ubbidisti tosto
Alle vere parole che ti porse!

Tu m' hai con desiderio il cor disposto
Si al venir con le parole tue,
Ch'io son tornato nel primo proposto.
Or va, ch' un sol volere è d' amendue 2:
Tu duca, tu signore, e tu maestro:
Così li dissi, e poichè mosso fue,
Entrai per

lo cammino alto e silvestro.

l'antica Rachele, simbolo della vita contemplativa; perchè non v'è sapienza senza meditazione. Lucia manda Beatrice; perchè luce di sapienza è la VERITA'. Onde è scritto nel libro della Sapienza (dice Dante medesimo nel Convito): « Amate il lume della sapienza, voi che siete dinanzi alli popoli : e « lume di sapienzia è essa verità. »

[ocr errors]

I VAR. Quale i fioretti da notturno gelo. 2 VAR. Or muovi con volere d' amendue.

CANTO III.

Iscrizione della porta infernale. Luogo e supplizio degl' Ignavi, egualmente sprezzati dall' Inferno e dal Cielo. Barca di Caronte, e descrizione del tragitto dell' anime.

PER me si va nella città dolente;
Per me si va nell' eterno dolore;
Per me si va tra la perduta gente:
Giustizia mosse 'l mio alto Fattore;
Fecemi la divina Potestate,

La somma Sapienza e 'l primo Amore '.
Dinanzi a me non fur cose create,

Se non eterne; ed io eterno duro 2 :
Lasciate ogni speranza voi che 'ntrate.

1 Perchè l' Amore sovra la porta infernale? Han detto alcuni critici. Rispondo: 1°, che qui si dee intendere teologicamente per la terza persona della indivisibile Trinità: 2o che vista bene anche filosoficamente; poichè, quantunque Dio ami gli uomini, purc Giustizia vuole, e vuole il primo Amore, cioè l'amore dell' ordine dell' universo, che i rei sieno puniti.

2 Dinanzi a me non furono creati che gli Angeli e l'altre potenze celesti che sono eterne, cioè sempiterne.

« ÖncekiDevam »