Cosi fuggendo, il mondo seco volve, Nè mai si posa, nè s'arresta o torna, nulla De' vostri nomi, ch'i' gli ebbi per Benchè la gente ciò non sa, nè crede. Cieca, che sempre al vento si trastulla, E pur di false opinion si pasce, Ma 120 125 130 Lodando più 'l morir vecchio, che'n culla. 135 Quanti felici son già morti in fasce! Quanti miseri in ultima vecchiezza! Alcun dice: Beato è chi non nasce. per la turba a' grandi errori avvezza, Dopo la lunga età sia 'l nome chiaro, Che è questo però che si s'apprezza? Tanto vince e ritoglie il tempo avaro: Chiamasi Fama, ed è morir secondo, Nè più che contra 'l primo è alcun riparo. Così 'l tempo trionfa i nomi e'l mondo. 140 145 Petrarca Vol. II. ΤΟ DELLA DIVINITA. 5 ΤΟ 15 Da poi che sotto 1 ciel cosa non vidi Stabile e ferma tutto sbigottito Mi volsi, e dissi: Guarda, in che ti fidi? Non ha promessa a chi si fida in lui: In quelle spero che 'n me ancor faranno Così detto, e risposto: Or se non stanno Questo pensava, e mentre più s'interna La mente mia, veder mi parve un mondo 20 Novo, in etate immobile ed eterna; El Sole e tutto 'l ciel disfare a tondo Con le sue stelle, ancor la terra e'l mare, Vidi in un piè colui che mai non stette, 25 За Ad una sola, e quell' una esser ferma, Sicchè come solea più non s'affrette! E quasi in terra d'erba ignuda ed erma, Nè fia, nè fu, nè mai v'era anzi, o dietro, Ch'amara vita fanuo, varia, e'nferma. Passa 'l pensier siccome Sole in vetro, Anzi più assai, però che nulla il tene: O qual grazia mi fia, se mai l'impetro, Ch'i' veggia ivi presente il sommo bene, Non alcun mal, che solo il tempo mesce, E con lui si diparte, e con lui viene! Non avrà albergo il Sol in Tauro, o'n Pesce, 40 Per lo cui variar nostro lavoro Or nasce, or more, ed or scema, Beati spirti, che nel sommo coro ed or cresce. Si troveranno, o trovano in tal grado, O felice colui che trova il guado Di questo alpestro e rapido torrente Ch' ha nome Vita, ch'a molti è sì a grado! Che pon qui sue speranze in cose tali, 35 45 50 O veramente sordi, ignudi, e frali, 55 Quel che 'l mondo governa pur col ciglio, 60 65 Ed in ciò stanno desiosi e'ntenti. Ma è solo, in presente, e ora e oggi, 70 Quanti spianati dietro e innanzi poggi, 75 80 Vaneggiar sì, che 'l viver pare un gioco, Non sarà più diviso a poco a poco, Ma tutto inseme, e non più state o verno, E non avranno in man gli anni 'l Delle fame mortali, anzi chi fia governo Chiaro una volta, fia chiaro in eterno. O felici quell' anime che 'n via Di ch' io ragiono, quandunqu'e' si sia ! E tra l'altre leggiadre e pellegrine, E l'oneste parole, e i pensier casti 85 Tanti volti che 1 tempo e Morte han guasti, E vedrassi ove, Amor, tu mi legasti; 90 Ecco chi pianse sempre, e nel suo pianto 95 E quella di cu' ancor piangendo canto, Vedendosi fra tutte dar il vanto. 105 Quando ciò fia, nol so; sassel propri' essa: 100 115 |