120 125 E'n disparte color che sotto'l freno Avem veduti, ed alla fine il sesto, Che 'l tempo spense; e i bei visi leggiadri 135 È quella che piangendo il mondo chiama Che poi ch' avrà ripreso il suo bel velo, 145 Or che fia dunque a rivederla in cielo ? GIUNTA D'ALCUNE COMPOSIZIONI DEL PETRARCA Che si dicono da lui rifiutate; parte delle quali si leggono in molte altre edizioni, parte si son tratte da libri antichi manoscritti, ed impressi; e principalmente la Frottola riportata dal Bembo nel VI. libro del 1. volume delle sue Lettere: colle proposte d'alcuni Poeti di que' tempi al 'Petrarca; e colle tre famose Canzoni di Guido Cavalcanti, di Dante Alighieri, e di Cino da Pistoja, i primi versi delle quali piacque al nostro Poeta d' inserire nella sua Canzone: Lasso me, ch'i' non so in qual parte pieghi ec. posta a carte 59. FRAMMENTO D'UN CAPITOLO M. F. DI PETRARCA Che in alcune edizioni suol collocarsi Quanti uanti già nell'età matura ed acra Trionfi ornaro il glorioso colle: Quanti prigion passar per la Via Sacra Sotto'l monarca ch' al suo tempo volle Far il mondo descriver universo Che'l nome di grandezza a gli altri tolle: O sotto quel che non d' argento terso Die ber a' suoi, ma d' un rivo sanguigno Tutti poco, o niente foran verso Quest' un ch' io dico; e sì candido cigno Non fu giammai, che non sembrasse un corvo Press' al bel viso angelico e benigno. E così in atto dolcemente torvo L'onesta vincitrice in ver l'occaso Segnò 'l lito Tirren sonante e corvo. Ove Sorga, e Durenza in maggior vaso Congiungon le lor chiare e torbide acque, La mia Accademia un tempo, e'l mio Parnaso; Ivi, ond'a gli occhi miei il bel lume nacque Che gli volse a bon porto, si rattenne Quella per cui ben far prima mi piacque. |