Vosque auræ liquidi ætheris, O si tempus erit modo, Cum suetum huc aditum ferat, Quæ nos ante diem nigros Cogit visere manes, Et locum aspiciens, ubi Me vidit, miserum suis Instar imbris in aureum Manabant dominæ sinum Flores suave rubentes. Talis Idalia Venus Silva, sub viridi jacet Myrto, puniceo hinc et hine Nimbo tecta rosarum. Hic flos purpureas super Vestes, hic super aureos Crines, hic rosei super Oris labra cadebat: Ille gramine roscido Insterni, hic vitrea super Nam super nitidum æthera Illo ex tempore frigerans ANNOTAZIONI AL PETRARCA PARTE 11. SONETTO 228. Oimè il bel viso, oimè il soave sguardo E Sonetto fatto dal Petrarca, quando gli fu data la novella della morte di Laura. Poca arte mostrano que' tanti oimè; ma nelle veementi perturbazioni, come riflette il Tassoni egregiamente, il mancar d'arte scuopre l'affetto; perciocchè l'arte non suole aver luogo contra gl' impeti della natura gagliardi . - Di che morte, altro bene omai non spero, cioè spero morte, non altro bene. L'in voi respire è oscu ro, non vedendosi come il Petrarca potesse respirare in lei già estinta, quando non intendesse respirare in lei dopo la propria morte. Quand' io partii dal sommo piacer vivo, cioè quando parti l'ultima volta da Laura. CANZONE 40. Che debb' io far? che mi consigli, Amore? È Canzone affettuosissima, la quale il Petrarca avea prima cominciata con questi versi, che si leggono in un suo manoscritto: » Amor, in pianto ogni mio riso è volto, Ogni allegrezza in doglia, » Ed è oscurato il Sole agli occhi miei; » La qual di qua vedere omai non spero. Ma poi la mutò, avendo scritto nel inargine a basso ne quid ultra, e di sopra non sat triste principium l'assoni.Nella IV. stanza di strascinata pronunzia riesce l'oimė trisillabo. Nella V. Tornami innanzi, come Là dove più gradir sua vista sente è invece di torna innanzi a me, come a quello, cui ec. Nella VII. dolci nè cari è invece di dolci e cari. Nella chiuse Non fa per te di star fra gente allegra oltre alla cacofonia de' monosillabi, l' espressione ha del basso. SONETTO 229. Rotta è l'alta Colonna e'l verde Lauro Questo Sonetto fa credere, che 'l Cardinal Giovanni Colonna, e Laura morissero in uno stesso tempo amendue di quella sì memorevole pestilenza, che l'anno 1348. si sparse per tutta Europa. Tassoni. CANZONE 45. Amor, se vuoi ch' ï' torni al giogo antico Sembra che Amore tentasse d'accenderlo nuovamente per altra donna ; e con questa Canzone il Petrarca ad esso risponde. Nella II. stanza, secondo il Tassoni, il Petrarca chiama dolce costume le dolci maniere di Laura, ovvero l'abito da lui preso di vagheggiarla. In qualunque senso però si prenda, il saltar dal lume e dalla fiamma al costume così indeterminatamente non può lodarsi. Il Muzio rimprovera ancora il Petrarca d'aver detto Qual io il dolce costume in |