150 155 Che divenne un bel fior senz' alcun frutto Ifi, ch' amando altrui, in odio s' ebbe Far i lor nidi a' più soavi verni : 160 Lungo costor pensoso Esaco stare, 165 170 Cercando Esperia, or sopr' un sasso assiso, Fuggir volando, e correr Atalanta Di tre palle d'or vinta e d'un bel viso; Sol di vittoria si rallegra e vanta. Vidi Aci, e Galatea che 'n grembo gli era, Glauco ondeggiar per entro quella schiera Nomando un'altra ainante acerba e fera: 175 Carmente e Pico, un già de' nostri regi, 180 Or vago augello; e chi di stato il mosse, Lasciogli nome e'l real manto e i fregi. Vidil pianto d' Egeria, e 'n vece d'osse Scilla indurarsi in petra aspra ed alpestra, Che dal mar Siciliano infamia fosse: E quella che la penna da man destra, 185 TRIONFO D'AMORE. CAPITOLO TERZO. Era si pieno il cor di maraviglie, Ch'io stava come l'uom che non può dire, E tace, e guarda pur ch'altri'l consiglie; Quando l'amico mio: Che fai? che mire? 5 Che pensi? disse, non sai tu ben, ch'io Son della turba, e mi convien seguire? Frate, risposi, e tu sai l'esser mio, ΙΟ 15 E l'amor di saper che m'ha sì acceso, Ed egli: I' t'avea già tacendo inteso: Tu vuoi saper chi son quest' altri ancora: L'altro più di lontan, quell' è 'l gran Greco ; Vedi Piramo e Tisbe insieme all'ombra, 20 25 30 Che la casta mogliera aspetta e prega, Ma Circe amando gliel ritiene e'ngombra. L'altr' è'l figliuol d'Amilcar, e nol piega In cotant'anni Italia tutta e Roma, Vil femminella in Puglia il prende e lega. Quella che 'l suo signor con breve chioma Va seguitando, in Ponto fu reina; Or in atto servil sè stessa doma. L'altra è Porzia, che'l ferro al foco affina: Quell' altra è Giulia, e duolsi del marito, Ch' alla seconda fiamma più s'inchina. Volgi in qua gli occhi al gran padre schernito, Che non si pente, e d'aver non gl'incresce 35 Sette e sett' anni per Rachel servito . Vivace amor, che negli affanni cresce: Vedi 'l padre di questo, e vedi l'avo, Come di sua magion sol con Sarra esce. Poi guarda come Amor crudele e pravo Vince David, e sforzalo a far l'opra Onde poi pianga in luogo oscuro e cavo. Simile nebbia par ch' oscuri e copra Del più saggio figliuol la chiara fama, E' parta in tutto dal Signor di sopra. Ve' l'altro che 'n un punto ama e disama: Vedi Tamár ch' al suo frate Absalone Disdegnosa e dolente si richiama. 40 45 50 Poco dinanzi a lei vedi Sansone, Via più forte che saggio, che per ciance In grembo alla nemica il capo pone. Vedi qui ben fra quante spade e lance Amor, e 'l sonno, ed una vedovetta Con bel parlar e sue pulite guance 55 Vince Oloferne, e lei tornar soletta Con un' ancilla e con l'orribil teschio, Dio ringraziando a mezza notte in fretta. Vedi Sichen, e'l suo sangue ch'è meschio Della circoncision e della morte, 60 E'l padre colto e 'l popolo ad un veschio: Questo gli ha fatto il subito amar forte. 65 Vedi Assuero, e'l suo amor in qual modo Va medicando, acciù che 'n pace il porte. Dall' un si scioglie, e lega all' altro nodo: Cotale ha questa malizia rimedio, Come d'asse si trae chiodo con chiodo. Vuoi veder in un cor diletto e tedio Dolce ed amaro? or mira il fero Erode, Ch' Amor e crudeltà gli han posto assedio. 70 Vedi com' arde prima, e poi si rode Tardi pentito di sua feritate, Marianne chiamando che non l'ode. Come ciascuna par che si vergogni |