NICCOLÒ TOMMASEO, 1802-1874 N povera capanna amico scende I e in si vede: varca i fiumi lo sguardo, i monti ascende : ecco la Fede! Sè del suo canto e i vïator consola l'uccel volando, e l'aure e il ciel non teme: posa sul ramo e canta, e poi rivola: ecco la Speme! Della luce di Dio poche scintille empiono i cieli immensi ; e a quel calore spuntano i mondi, come foglie a mille: ecco l' Amore! GIUSEPPE GIUSTI, 1809-1850 E solitaria pellegrina il lido TH tirreno e la salubre onda ritiene, e un doloroso grido distinto a te per tanto aere non viene, nè il largo amaro pianto tergi pietosa a quei che t' ama tanto. E tu conosci amore, e sai per prova che nell' assenza dell' obbietto amato al cor misero giova interrogar di lui tutto il creato. Oh se gli affanni accheta questa di cose simpatia segreta; quando la luna in suo candido velo ritorna a consolar la notte estiva, NICCOLÒ TOMMASEO, 1802-1874 T HE sun descendeth and sheds friendly beams On humble cot (the sky seems a blue wraith); His glance doth climb the hills and ford the streams: Lo, this is Faith! The bird doth sing; nor space nor wind and rain He fears; while wayfarers forget to mope, He sings upon a spray, then flies again : Lo, this is Hope! The vastity of Heaven few sparks doth hold Of light divine, but in its glow above Worlds in their thousands like the leaves unfold: Lo, this is Love! GIUSEPPE GIUSTI, 1809-1850 HEE, lonely pilgrim, the Tyrrhenum shore To thee could never soar Through such wide distances my cry of pain; To thy unhappy lover's eyes. Love is not strange to thee, and so hast proved How the despairful heart, Parted from the Beloved, To speak thereof with all the world doth start. If secret sympathy of things To grief some consolation brings, When the moon in white raiment doth return And summer nights console, se volgi gli occhi al cielo, e un' amorosa lacrima furtiva bagna il viso pudico per la memoria del lontano amico, quell' occulta virtù che ti richiama ai dolci e malinconici pensieri, è di colui che t' ama un sospir, che per taciti sentieri giunge a te, donna mia, e dell' anima tua trova la via. Se il venticel con leggerissim' ala increspa l'onda che lieve t' accoglie, e susurrando esala intorno a te dei fiori e delle foglie il balsamo, rapito lunge ai pomarii dell' opposto lito; dirai: "Quest' onda che si lagna, e questo aere commosso da söave fiato, un detto, un pensier mesto sarà del giovinetto innamorato cui deserta e sgradita non divisa con me fugge la vita." Quando sull' onda il turbine impreversa alti spingendo al lido i flutti amari, e oscurità si versa sull'ampia solitudine dei mari; guardando da lontano l'ira e i perigli del ceruleo piano, pensa, o cara, che in me rugge sovente di mille e mille affetti egual procella; ma se l'aere fremente raggio dirada di benigna stella, è il tuo sereno aspetto, che reca pace all' agitato petto. Should thy glance heavenwards yearn, Down thy pure cheeks, while thought doth stray May occult virtue, which doth draw thee nigh . Dreams melancholy sweet, With this thy lover's sigh, Which, beating hidden roadways, doth thee greet, At last, O Lady, find a goal In thine own self and in thy soul! When zephyr with a tender pinion thrills The wave that welcomes thee, And, in his whispering, spills About thee leaf and blossom fragrancy, Stolen from apple-trees in pride Of April on the other side; Wilt say: "This wave that chants so mournfully, This air soft breathings move, A sorry thought must be, A message wafted hither by my Love When the storm rages wildly and toward The shore lifts waves apace, When darkness is outpoured On the deserted waters' boundless space, Of the blue waste, its perils dire, Dear heart, remember that likewise in me Do myriad passions war ; But if the clouds should be Rent by the tremulous ray of some kind star, It is thy glance serene gives rest At last unto this fevered breast. Anch' io, mesto vagando all' Arno in riva, teco parlo e deliro, e veder parmi come persona viva te muover dolcemente a consolarmi : riscosso alla tua voce nell' imo in petto il cor balza veloce. Or flebile mi suona e par che dica nei dolenti sospiri : "O mio diletto, all' infelice amica serba intiero il pensier, serba l'affetto: siccome amor la guida, essa in te si consola, in te s' affida. Or mi consiglia, e da bugiardi amici è da vane speranze a sè ti chiama. Brevi giorni felici avrai,-mi dice,-ma d' intatta fama : dolce perpetuo raggio rischiarerà di tua vita il viaggio. Conscio a te stesso, la letizia, il duolo premi e l' amor di me nel tuo segreto; a me tacito e solo pensa; e dal core ardente irrequieto apri l' interna guerra a me che sola amica hai sulla terra." Torna la cara immagine celeste tutta lieta al pensier che la saluta, e d'un angelo veste l'ali, e riede a se stessa, e si trasmuta quell' aereo portento, come una rosea nuvoletta al vento. Così da lunge ricambiar tu puoi meco le tue dolcezze e le tue pene : interpreti tra noi sien le cose superne e le terrene : |