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lui sembro 'l fango, e 'l sol gentil valore.

Chè non de' dare om fè

che gentilezza sia for di coraggio

in degnità di re:

se da vertute non ha gentil core, com' aigua porta raggio,

e 'l ciel riten le stelle e lo splendore.

Splende in l' intelligenza de lo cielo Deo creator più ch' ai nostri occhi il sole; quella l' intende; i̇'s' afaita lo cielo.

Lo ciel, vogliando, a lui ubidir tôle, e 'n sè qui ha il primo amore

del giusto Deo, beato compimento. Così adovra al core

la bella donna, po' che 'n gli occhi splende de l' om gentile, talento

che mai de lei ubidir non si disprende.

Donna, Deo mi dirà: "Che presumisti ? " (stando l' anima mia a lui davanti :)

"lo ciel passasti e fino a me venisti,

e desti in vano amor me per sembianti, ch' a me convien la laude

e a la reina del reame degno,

per

cui cessa ogni fraude.”

Dir li potrò: "Tenne d' angel sembianza

che fosse del tuo regno :

non mi fu fallo s' eo le posi amanza.”

GUIDO CAVALCANTI, 1255-1300

RESCA rosa novella,

piacente primavera,

per prata e per rivera

gaiamente cantando,

vostro fin pregio mando-a la verdura.

He, mire, and the sun, gentleness, I hold.
Let no man think that he

May be possessed of gentleness, although
He boast a king's degree,

Unless a gentle heart be found in him:

The water is aglow

With stars, and yet the heavens have not grown dim.

God the Creator in heaven's mind of grace
Shines brighter than before our eyes the sun;
There it is given to see Him face to face,
Whence in their beauty the skies, serving one
Just God, to Him do turn

And the blest end of primal love fulfil.
Thus the truth which doth burn

In my sweet Lady's eyes she should make clear,
Of her own gentle will,

To him who in her service tarries near.

My Lady, God will say: "Didst thou not fear,' (When my soul standeth yonder in His sight :) "To pass the heavens and seek Me even here, Vain love pursuing with My image dight? To Me doth praise belong

And to the Queen of Heaven, who from her sphere

Of glory endeth wrong.

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Then I could plead: "Thy angels up above,

O Lord, like her appear;

I did not sin in giving her my love."

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Thy virtue rare amid green woods—at leisure.

Lo vostro pregio fino
in gio' si rinovelli
da grandi e da zitelli
per ciascuno cammino.
E cantine li augelli,
ciascuno in suo latino,
da sera e da matino
su li verdi arbuscielli.
Tutto lo mondo canti,
poi che lo tempo vene,
sì come si convene,
vostr' altezza pregiata ;
chè siete angelicata-criatura.
Angelica sembianza

in voi, Donna, riposa.
Dio, quanto aventurosa
fue la mia disianza!
Vostra cera gioiosa,
poi che passa ed avanza
natura e costumanza,
ben è mirabil cosa.

Fra lor, le donne, dea

vi chiaman, come siete ;

tanto adorna parete

ch' eo non saccio contare;

e chi poría pensare-oltr' a natura?

Oltr' a natura umana

vostra fina piagenza fece Dio, per essenza che voi foste sovrana. Perchè vostra parvenza vêr me non sia lontana, or no mi sia villana

la dolce provedenza.

Thy virtue doth unfold
Its happy grace

In hearts both young and old,
In every place :

The birds make it their song

As each doth please,

At eve and dawn among
The verdant trees :

And all the world doth sing,

For now's the time

When 'tis a fitting thing

Thy cherished prime

To vaunt, O thou who art a heavenly-treasure.

An angel's face indeed,

Madonna, thine;

O God, good-chance did speed

Desire of mine!

Thy gaily smiling face

All doth excel

That Art and Nature trace,
O wond'rous well!

Queen among women, thou
Art honoured so,

Such is thy beauty, how

Should my heart know

To frame thy praise and taste thy godly-pleasure?

Not earthly grace can be

Thine own, I ween,

God truly fashioned thee

For sovereign queen :
O let sweet providence
To me be kind,

Nor take thy image hence,
Out of my mind.

E, se vi pare oltraggio ch' ad amarvi sia dato, non sia da voi blasmato,

che solo amor mi sforza,

contr' a cui non val forza-nè misura.

N un boschetto trovai pasturella

I più più che la stella-bella al mi' parere. Cavelli avea biondetti e ricciutelli e li occhi pien d' amor, cera rosata : con sua verghetta pasturav' agnelli, e, scalza, di rugiada era bagnata; cantava come fosse 'nnamorata ; er' adornata di tutto piacere.

D'amor la salutai inmantenente e domandai s' avesse compagnia, ed ella mi rispose dolcemente che sola sola per lo bosco gía, e disse: "Sacci, quando l' augel pia, allor disia-'l mio cor drudo avere."

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Po' che mi disse di sua condizione, e per lo bosco augelli audío cantare, fra me stesso dicea : Or' è stagione di questa pasturella gio' pigliare." Merzè le chiesi sol che di baciare e d' abbracciare-se fosse 'n volere. Per man mi prese d' amorosa voglia e disse che donato m' avea 'l core. Menommi sott' una freschetta foglia là dov' i' vidi fior d' ogni colore, e tanto vi sentío gioia e dolzore, che dio d' amore-parvemi vedere.

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