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tore a chiunque si riconosca per aderente ai principii demagogici, e molto più a tutti coloro, che possono supporsi capaci di muovere a quella volta con prave intenzioni. Voglia il cielo che ordini di tale natura possanò essere osservati da quelle nominali autorità, malgrado il più sincero desiderio, ch'esse possano avere di prestarvisi senza riserva. Le piaccia gradire i sentimenti ecc. Roma, li 19 settembre 1829.

(Copia)

VOL I.

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CAPITOLO SECONDO

Società Segrete Italiane.

Il tempo era giunto per l'Austria d'agire contro le società segrete. La sua polizia aveva raccolto abbondante materia per poter conoscere, così nelle provincie lombardo-venete, come negli altri stati italiani, quali individui avessero per lo passato fatto parte di tali sette, e quali per avventura emergessero sospetti di essersi affigliati alle nuove, che s' andavano costituendo. Innumerevoli sono gli elenchi, le note, i rapporti trasmessi alla Direzione generale della polizia austriaca dai commissarii, dai confidenti, ed anche dalle polizie degli altri governi, colle quali essa mantenevasi in istretto rapporto e quasi in attitudine di autorità superiore. L'Austria dunque si mise all'opera onde purgare prima dal contagio il Lombardo-Veneto, ed institui perciò quelle commissioni speciali, che colle loro infami procedure susseguite da più infami giudizii popolarono le prigioni di stato degli uomini i più intemerati di costumi e talora i più valenti di scienza e di senno civile.

Più estese ancora erano le sette nelle altre regioni d'Italia, e, come altra volta notammo, ebbero alcuna

volta l'appoggio stesso de' principi, che volevano pel momento e con maligne arti farsene forti contro le mire dell'Austria, di cui non so se più desiderassero la protezione o temessero la prepotenza. Le corti di Napoli, di Torino, di Roma, di Modena se la intendevano quindi colle stesse sette, con quelle, per dir meglio, che sembravano concorrere ai loro segreti disegni; mentre poi contro le altre erano d'un' implacabile ferocia. E con ciò spiegasi tanto la crudeltà dei giudizii adoperata da quelle corti contro a' settarii in in varii tempi, come la loro non curanza talora del sorvegliarli e del procedere contro di essi, benchè di ciò fossero istantemente richieste dall'Austria. La quale non poteva far distinzione tra setta e setta, e giudicandole tutte egualmente pericolose ai troni de' suoi protetti, alla tranquillità della penisola e quindi anche delle provincie soggette al proprio dominio, non si sta va dal consigliar energia e rigore, veniva all'uopo in sussidio co' suoi mezzi di sorveglianza, e talvolta adoperava anche la minaccia. È quasi inutile l'aggiungere che, non ostante ogni persecuzione, le sette si moltiplicavano ognor più, massime negli stati di Napoli, della Chiesa e di Modena,

Tra i numerosi documenti, che in questo risguardo esistevano negli archivii della polizia austriaca pel Veneto, noi abbiamo trascelto:

1. Una serie di rapporti generali, tanto ufficiali che confidenziali, da cui rilevasi quale e quanta parte avessero in questa materia tutte le autorità, e come scrupolosamente si tenesse dietro anche ai più piccoli

indizii, che potessero condurre alla scoperta di una società segreta, del suo scopo, de' suoi statuti.

2. Una serie di atti che si riferiscono alla setta de' Carbonari, già diffusa per tutta Italia, non che alle procedure e condanne contro di essa seguite nel Lombardo-Veneto, in questo volger d'anni.

3. Finalmente tutti quei documenti, che provano quali e quante fossero in questo periodo le società segrete in Italia, secondo ciò che aveva potuto rilevarne la polizia stessa.

Rapporti generali.

L'indole svariata di questi documenti, che non hanno fra loro altra relazione, fuorchè quella generale dell'oggetto, ci mostra l'azione combinata e simultanea delle autorità e dei confidenti, diretta massimamente alla sorveglianza sulle società segrete e sugl' individui sospetti d'appartenervi. Vengono sotto i n. 155– 166.

N. 155. Vienna, 29 maggio 1820.

Devo comunicare a V. E., in via riservatissima, alcune scoperte sopra li canali di corrispondenza e comunicazione, di cui sembrano servirsi alcuni clubs rivoluzionarii, per coprire e favorire le segrete loro intelligenze ed ammutinamenti in diversi paesi, e principalmente in Germania ed in Italia.

Per la principale promotrice di questa propaganda rivoluzionaria è designata la casa di commercio, stabilitasi da 18 mesi in Tolosa, sotto il nome di Perez Herman Regal e comp. (questo u'timo nome è forse male scritto), la qual casa dicesi che abbia dei corrispondenti filiali in diverse i. r. città austriache ed in

Vienna stessa. Fu inoltre in Modena, presso un francese, di nome Bourlon (il quale tentò di rappresentare la parte di Lodovico XVII, al pari di altri ingannatori), trovata una lista di corrispondenti, i di cui nomi senza dubbio seguiranno lo stesso scopo della suaccennata casa di commercio in Tolosa. Unisco qui una perfetta copia di detta lista. È sommamente necessario che gl' indirizzi, che qui ho l' onore di comunicare a V. E., siano con tutta la cura presi in osservazione nella corrispondenza postale, tanto per li nazionali, come per li forestieri, e singolarmente per quelli che si attirassero un particolare trattamento politico. Io prego V. E. di disporre inaspettatamente l'opportuno presso l'autorità postale di costi e presso le competenti autorità politiche, e comunicarmi indilatamente e circostanziatamente ogni traccia, ecc. Sedinilzki. (Traduzione di copia)

N. 156. Vienna, 26 gennaio 1821.

Vuolsi aver osservato in Roma che, in luogo della setta de'Carbonari, caduta in discredito per le vicende di Napoli, sia subentrata una assai più pericolosa segreta società, che porta il nome Le-Braccia; che abbia avuta la sua origine dal regno lombardoveneto, e che conti un numero ragguardevole di socii negli stati papali e singolarmente in Roma. Dicesi che questa società, operando intieramente a norma dello spirito della setta de'Carbonari, e seguendo appunto lo stesso pernicioso scopo nella sua interna organizzazione, disalvei dall' istituzione de' Carbonari riguardo all'accettazione degl' individui, così che il nuovo socio non conosce che quello solo da cui viene accettato; che alcun membro non riceve mai nulla, nè nulla rilascia in iscritto, che abbia rapporto cogli affari dell' ordine; che il nuovo socio giura la più illimitata obbedienza; che è in dovere di munirsi possibilmente di contanti e di armi, e che può, coll' assenso o dietro ordine del superiore, procurare un altro membro alla segreta società. Tutto dimostra che questa setta deriva da persone di stato elevato, e che la di lei istituzione e la traccia della sua esistenza sia della più alta importanza.

Sebbene io non abbia finora altre precise notizie dell' esistenza di questa società, descritta sommamente pericolosa, pure la sud

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