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GIACOMO ZANELLA

E L'OPERA SUA POETICA

Discorso letto all'Accademia de' Filedoni in Perugia il 26 maggio 1889.

Dicio

I.

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iciott'anni sono, nell'autunno del 71, Giacomo Zanella visitava l'Umbria, e ne partiva invaghito. Me ne scriveva poco dopo: “Già l' Umbria mi ha innamorato. Assisi, Perugia, il Clitunno, la Nera mi stanno sempre nell'anima. Mi pare che l'Italia in quei luoghi sia più sacra„. L'illustre poeta vicentino è morto da un anno testè compiuto; e fu dolore di tutti gli animi colti ed elevati in Italia. Parlò di lui all'Accademia della Crusca, con parola piana, meditata e soave, Cesare Guasti, due mesi innanzi che morisse egli stesso. Parlò di lui a Torino Antonio Fogazzaro, suo concittadino ed alunno, scrittore di spiriti alti e delicati, e di fulgida eleganza. Non più tardi della scorsa domenica, il Vicepresidente del Senato, Marco Tabarrini, ne parlava al Teatro Olimpico di Vicenza, con quell'agile larghezza di concetto e sopraffina di

gnità di forma, che sono prerogative invidiate della sua mente. Sicchè, tacendo anche del critico e dello storico, e discorrendo solo del poeta, sarei certa di non aggiunger nulla di nuovo alle cose già nobilmente e squisitamente dette da loro. Tuttavia credo non vi sia discaro che parli anch'io a Perugia di Giacomo Zanella e dell'opera sua poetica, narrandovi, con brevità e con sincerità modesta, quale m'apparve nella conversazione, nella corrispondenza e ne' libri; giacchè alla vostra cultura e alla vostra gentilezza non è straniero mai ciò che commove od esalta il sentimento artistico della nazione.

II.

Fu nel 69 che mi vennero alle mani la prima volta le poesie dello Zanella. Non assuefatta alle facili ammirazioni, per indole e più per gl'insegnamenti austeri dell'ottimo padre mio, ricordo d'aver opposto una certa resistenza a quell'onda di piena, nuova e tranquilla bellezza di canto, che voleva invadere e conquistare l'anima mia. Mi chiesi anche se, per caso, la grande rettitudine dell'intelletto nello scrittore, quello splendore di sapienza civile fatta scopo del verso, quell'importanza d'argomenti audaci si ma tanto vitali e presenti al nostro spirito, quel passo celere e alato vagante sui campi delle scienze come fossero i naturali pos

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