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alcune delle noterelle, che andai ponendo sotto i paragrafi o nella Tavola anzidetta. Ciò per altro che accresce valore a molte lezioni della stampa di Pesaro, e che in più occasioni mi persuase di preferirle a quelle della volgata, si è la conformità di essa con un codice prezioso della Corsiniana di Roma n.o 1085, che il cultissimo giovine sig. Francesco Cerroti, addetto alla medesima in qualità d'ajuto, raffrontò colla edizione primitiva del Sermartelli, notandovi in margine tutte le differenze, e trascrivendone le divisioni onde questa è mancante (V. Alleg. Lett. D.): del cui lavoro diligentissimo potei profiltare per la gentile concessione che me ne fece fin da quando ebbi, nel principio del 1842, la fortuna di stringere in Roma stessa amichevoli relazioni con lui. Potranno i lettori vedere, quasi ad ogni pagina, come il suddetto codice concorda colla stampa surriferita.

Ne dai soli codici Martelli e Corsini trassi giovamento per questa mia edizione, ma d' altri due mi venne opportuna la notizia per alcune delle Rime; uno della ducale Parmense per le varianti a quattro Sonetti favoritemi dal benemerito Prefetto di essa il ch. Cav. Angelo Pezzana, ed altro della Vaticana n.o 3973 per le varianti alla Canzone - Donne, che avete intelletto d'Amore desunte dal ragguaglio pubblicatone nel Giornale Arcadico di Roma (fascicolo di Settembre 1842) dal ch. Prof. Betti, che per la benevola parzialità, onde mi onora, volle farmi dono d'una copia di quell' articolo pregevolissimo. (V. Appendice, pag. 158).

XIII. Mentre dalle sopraddette fonti aveva io tratta e già messa in ordine la mia letteraria suppellettile, fu propizia ventura che mi ponessi in relazione col nob. sig. conte Alessandro Mortara, soggetto ornato d'ogni coltura, come diedesi a conoscere pubblicando più saggi di retto sentire nelle amene discipline e nel particolare della nostra lingua. To, mercè di lui, venni in grado di poter consultare un prezioso codice contenente tutte le Rime di DANTE riscontrate con altri più antichi, le cui varianti da me fedelmente trascritte per quanto riguarda le poesie della Vita Nuova, vengon' ora, grazie alla con

discendenza di quel cortese signore, fatte di comune diritto, e segnate nel modo che si accenna nell' Indice Bibliografico summentovato. Nè a ciò solo si rimase la compiacenza di lui, poichè volle altresì farmi grazioso dono d'una Ballata tuttora inedita, nella quale a più contrassegni appare il genio, lo stile, il pensare di DANTE, e che come dettato veramente suo, anche per l'autorevole credere del celebre Vincenzio Borghini, riporto nell' Appendice sotto il N.° VII. Forse questo leggiadro componimento era destinato a far parte della V. N., siccome alcune altre delle poesie liriche, le quali l'Autore stesso dice in due o tre luoghi della medesima di aver espressamente composte, comunque poi non ve le abbia comprese.

Io nutro fiducia, che di tale presente saranno per avermene grado gli studiosi, i quali pur volentieri troveranno inserita nella stessa Appendice (N.° XX) una bella Lezione del ch. sig. Luigi Cibrario di Torino sopra il migliore forse dei Sonetti di DANTE - Tanto gentile e tanto onesta pare, che trassi da un libro venutomi di fresco alle mani, ove altri pregevoli scritti si contengono di quell' egregio Autore - 21), degnatosi di acconsentire ch' io ne facessi quest'uso.

E se a questi, non men dotti uomini che gentili, io debbo e rendo qui solenne azione di grazie pei compartitimi segnalati favori, uguale obbligo mi corre verso l'illustre sig. professore Melchiorre Missirini, per una nota piena d' erudizione che gli piacque concedermi (V. Appendice N.° IX.) a giustificazione di DANTE, per essersi da lui frammischiati nella Vita Nuova del pari che nel Convito i versi alle prose.

XIV. A questa Introduzione ho fatto seguire le Prefazioni dei precedenti editori con qualche mia annotazione, cominciando dal primo, il Sermartelli, fino al più recente, il Carrer; e ciò sull'esempio di quanto hanno lodevolmente usato nelle pregevoli loro edizioni degli antichi autori li celebri Volpi di Padova: esempio a torto

21) Milano, da Placido Maria Visai, 1835 in-12.°

trascurato generalmente; perocchè tali scritti, oltre al porgere, a così dire, la storia bibliografica dell'opera che si ristampa, danno anche lume sull' indole della stessa e sulle cure via via usate, onde ridurre a buona condizione il testo. E quantunque il Biscioni abbia nella sua Prefazione compreso anche ciò che parvegli opportuno di dire riguardo al Convito; tuttavia non era possibile lo staccarne la sola parte che concerne alla Vita Nuova, pel collegamento che hanno fra loro i suoi ragionamenti intorno a queste due opere; ritenendo egli, come si disse, essere affatto identico e allegorico nell'una e nell'altra il per-. sonaggio, che n'è il protagonista.

Credo poi che non sarà mal gradito l'Indice Bibliografico di tutte l'edizioni della V. N. finora eseguitesi, non che dei codici e d'altri scritti relativi; il quale accenna i segni d' abbreviatura, con cui sono contraddistinti nelle note a piè del testo o altrove li rispettivi editori od autori (pag. CI-IV). Questa Bibliografia chiude i Preliminari storico-critici al primo anello della presente collezione, quello con che DANTE aperse la sua luminosa letteraria carriera.

All'Appendice (pagg. 97 a 136) seguono alcune Tavole confacevoli all'uso del libro, comprese le due citate di sopra nei §§. XI e XII, le quali pei cultori della bellissima lingua nostra confido che dovranno riuscire non meno accette che utili si per sè stesse, e si per le osservazioni che mano a mano le accompagnano. E profittevole altresì per l'intelligenza storica della Vita Nuova tornerà l' Indice delle materie in essa contenute (Tav. VII), il quale cogli Argomenti dei Paragrafi (Tav. 1) che debbo alla cortesía amichevole del cavaliere De' Scolari, e colle annotazioni insieme congiunte dello Zotti alle Rime che ne fanno parte (V. pagg. 93 a 96), porge intera l'analisi di questa cara operetta.

XV. Se la riunione di tanti ragguardevoli ornamenti contribuirà per avventura a mettere in maggior evidenza la povertà delle cose mie sparse per entro il volume; varrà tuttavolta, se male non mi lusingo, il merito di quelli ad ottenermi indulgenza dal pubblico, se non altro per l'opera laboriosa da me impiegata con intenso studio, nella

vista di render meno indegna del sommo Autore la pubblicazione di questa e delle altre sue Prose. Per esse io seguirò, come già annunziai, l'ordine cronologico nel quale furon composte, indicato non tanto dalla ragione, ma dalla necessità pur anco di ajutare la spiegazione di una colle dottrine dell' altra, pel vincolo strettissimo che hanno fra loro, comechè dettate co' medesimi sentimenti e principi, li quali veggonsi più ampiamente sviluppati e ridotti a perfetto sistema nella Divina Commedia, lumeggiandosi tutte scambievol22).

mente

XVI. Quanto alle Poesie Liriche di DANTE, delle quali in addietro io non pensava di occuparmi, avvegnachè lavoro troppo scabroso per la dubbiezza che si solleva circa la legittimità d'una gran parte di quelle - 23); ho poi riflettuto che avendo già riprodotto il principale Poema dell' ALLIGHIERI unitamente all' Ottimo Comento dell'Anonimo suo contemporaneo - 24), era convenevole ch' io non tralasciassi anche questa parte non poco interessante degli scritti del mio Autore, dando così compiuta l'edizione delle sue Opere Minori.

Pisa, nell' Ottobre del 1843.

ALESSANDRO TORRI.

22) A dare in luce innanzi tutti il volume dell' Epistole ecc. fui determinato dalla vista di non tardare al pubblico la conoscenza di scritti o inediti o rari, cotanto interessanti e desiderati. Esso però tiene in serie il quinto posto nel Manifesto 1.° Dicembre 1842 destinatogli, perchè non si sarebbe potuto frapporlo alle opere dianzi citate.

23) « Le Rime legittime di DANTE eziandío terra incognita sono alla repubblica delle lettere ». DIONISI. Non negherò tuttavia, che da lungo tempo io aveva in animo di ripubblicare, dopo le Prose, anche le Ri

me

a malgrado della tanta difficoltà di sceverare dalle genuine le spurie: ed ora viepiù a ciò fare mi sospinge l'egregio mio amico sig. PIETRO FRATICELLI di Firenze che me ne appianò la strada colle assennate sue critiche osservazioni intorno all' autenticità o illegittimità di esse Rime da lui edite

nell'anno 1834. (V. Ragionamento filologico-critico ecc., di cui alla seguente nota 25). Cosi, col riprodurle, avrò saziata la più che ventenne sete di dare in luce colle mie cure tutte le opere di quel Grande, nello studio delle quali trovarono qualche conforto le incresciose vicende della mia vita; avendomi egli insegnato ad esser tetragono ai colpi di sventura, ed a soffrire con dignitosa rassegnazione.

24) Pisa, per Niccolò Capurro, 1827-2829, vol. 3 in-8.o Se non paresse forse immodesto vanto il citare i nomi de' cospicui letterati che mi scrissero in modo lusinghevole oltre a quanto io sapessi aspettarmi, potrei con ambizione metterne in mostra una bella schiera, alcuni de'quali da me conosciuti soltanto di fama. Apprezzando essi umanamente il mio lavoro, vollero anche compartirmi degli elogi, i quali, trattane la parte che può avervi la cortesía d'animo di

chi li ha profferiti, mi rendon tuttavia certo, non esser quello affatto vuoto di merito. Non pubblicandosi qui per l'addotto motivo i loro nomi, abbian essi in questi pochi versi una solenne manifestazione dei grati sentimenti che serbo semprevivi nel cuore. E senza ricordare le onorevoli parole già fattene spontaneamente dai principali giornali letterarii d'Italia e in altre opere *), mi basterà riferir qui la lettera di soddisfazioue che si degnò dirigermi l'augusto Consesso, il quale presiede alla conservazione ed al lustro della nostra lingua:

« Firenze 24 Novembre 1829,

<< IL SEGRETARIO

« DELL'ACCADEMIA DELLA CRUSCA

CAL SIG. ALESSANDRO TORRI

« Ornatissimo Signore,

<< a Pisa.

<< Nell'adunanza di questa mattina, prima « dopo le ferie autunnali, ho presentato al<<< l'Accademia l' esemplare dell'Ottimo Co«mento della Divina Commedia, ond'ella <<< ha voluto esserle cortese.

<< Se colla pubblicazione di quest' opera, <<< utile tauto alla retta interpretazione della « Divina Commedia e alla lingua, ha Ella << meritato la riconoscenza di tutti i lette« raţi italiani, ha con più forte ragione di« ritto a quella dell' Accademia, la quale <<< ardentemente desidera (e i suoi vi danno <<< opera continua ), che dei testi già citati « in manoscritto il più che possasi venga a << stampa, riputando giusto e giovevole il « dar modo ad ognuno di riscontrare gli « esempii che allega il Vocabolario su gli « scrittori, cui essi appartengono.

« L'Accademia pertanto le rende grazie « di sì bel dono; ed io, cui si dà l'incarico « di far lei di ciò consapevole, sono lieto « di potermi insieme dichiarare con stima e << molto ossequio,

« Di lei, onorevolissimo Signore,
« Devot. Obbligatiss. Servidore
G. B. ZANNONI >>.

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Memorie della Vita e degli scritti di Giuseppe Montani. Cupolago, pag. 199.

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1839

4840

1843

25) Presso Allegrini e Mazzoni, in-12 ° Di questa molto giudiziosa operetta fu reso meritato elogio all' Autore con ragionata analisi nel Giornale Pisano de Letterati N.o 84 (Novembre e Dicembre 1835), pag. 206. In essa è provato, che di 138 lirici componimenti che vanno col nome di DANTE, 60 per lo meno sonogli stati indebitamente attribuiti. Il march. G. G. TRIVULZIO, di onorata memoria, aveva già intrapreso, in concorso col ch. sig. Gio. ANT. MAGGI, un consimile lavoro sopra le Rime dell' ALLIGHIERI ; ma per la morte del primo rimase interrotto e senza fine. Vedi pag. CXLVI-VII del citato Ragionamento ecc.

26) Vedi alla pag. XII la nota 11). Non sarà fuor di proposito, ch' io pubblichi in questo luogo una lettera dal FONTANA direttami pochi mesi prima di morire, nella quale scusandosi di non poter prestarsi alle mie preghiere, rammentava ancora con rincrescimento le avverse circostanze che gli impedirono di attendere alla progettata edizione: e ciò fu forse grave danno; perocchè, oltre agli appunti lasciati da Monsign. DIONISI, egli era per sè ricco d'ogni maniera di sapere, e consumatissimo negli studii sopra DANTE, che solea spiegare con applauso dalla cattedra di Belle Lettere da lui coperta più anni nel cessato Collegio di S. Zeno in Monte. Colla memoria che qui consegno, intendo tributare un omaggio doveroso a quel mio degno maestro ed amico. Ecco la lettera : Carissimo Sig. Alessandro,

« E vero verissimo, ch'io promisi, perchè l'animo mio era al tutto disposto di secondare le onorate sue istanze. A questo fine aveva già raccolto più memorie, e ne ho già steso alcune in quel modo che all'opera si richiede. Ma più cose, e tutte più gravi, ine ne fecero interrompere il lavoro; e la giunta per me amarissima si è, di trovarmi nella dura necessità di vivere in un luogo lontano · da'miei libri, de' quali molti opportuni per l'argomento Dionisiano. Dormire in un luogo, praticare in un altro ; l'essere avvolto in inille brighe domestiche; sentirmi oppresso

D

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