Opere edite e postume, 9. ciltFelice Le Monnier, 1856 - 476 sayfa |
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Sayfa 183 - E me che i tempi ed il desio d'onore fan per diversa gente ir fuggitivo, me ad evocar gli eroi chiamin le Muse del mortale pensiero animatrici. Siedon custodi de...
Sayfa 181 - A egregie cose il forte animo accendono l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta. Io, quando il monumento vidi ove posa il corpo di quel grande che temprando lo scettro a...
Sayfa 181 - Ghibellin fuggiasco, e tu i cari parenti e l'idioma desti a quel dolce di Calliope labbro che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma d'un velo candidissimo adornando, rendea nel grembo a Venere Celeste...
Sayfa 178 - Contende. E senza tomba giace il tuo Sacerdote, o Talia, che a te cantando Nel suo povero tetto educò un lauro Con lungo amore, e t'appendea corone ; E tu gli ornavi del tuo riso i canti Che il lombardo pungean Sardanapalo, Cui solo è dolce il muggito de' buoi Che dagli antri abduani e dal Ticino Lo fan d'ozi beato e di vivande.
Sayfa 178 - Pur nuova legge impone oggi i sepolcri fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti contende. E senza tomba giace il tuo sacerdote, o Talia, che a te cantando nel suo povero tetto educò un lauro con lungo amore, e t'appendea corone; e tu gli ornavi del tuo riso i canti che il lombardo pungean Sardanapalo, cui solo è dolce il muggito de' buoi che dagli antri abduani e dal Ticino lo fan d'ozi beato e di vivande.
Sayfa 233 - Gioia insieme e pietà ; poiché sonanti Rimembran come il ciel l'uomo concesse Al diletto e agli affanni, onde gli sia Librato e vario di sua vita il volo, E come alla virtù guidi il dolore, E il sorriso e il sospiro errin sul labbro Delle Grazie; ea chi son fauste e presenti, Dolce in core ei s'allegri, e dolce gema.
Sayfa 159 - JNon son chi fui; perì di noi gran parte: questo che avanza è sol languore e pianto. E secco è il mirto, e son le foglie sparte del lauro, speme al giovenil mio canto.
Sayfa 294 - Genio che sovrasta tutti gli altri dell'età nostra, siamo in dovere 23. di invocarti, e tu in dovere di soccorrerci, non solo perché partecipi del sangue italiano, e la rivoluzione d'Italia è opera tua, ma per fare che i secoli tacciano di quel Trattato che trafficò la mia patria, insospettì le nazioni e scemò dignità al tuo nome. E...
Sayfa 181 - ... suoi gioghi a te versa Apennino! Lieta dell'aer tuo veste la Luna di luce limpidissima i tuoi colli per vendemmia festanti, e le convalli popolate di case e d'oliveti mille di fiori al ciel mandano incensi : e tu prima, Firenze, udivi il carme che...
Sayfa 170 - Ebbi in quel mar la culla: Ivi erra, ignudo spirito, Di Faon la fanciulla; E se il notturno zeffiro Blando sui flutti spira, Suonano i liti un lamentar di lira ! Ond...