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E d'ogni lato ne stringea lo stremo ;
E piedi e man voleva il suol di sotto.
Quando noi fummo in su l'orlo supremo
Dell'alta ripa alla scoverta piaggia,
Maestro mio, diss'io, che via faremo?
Ed egli a me : Nessun tuo passo caggia :
Pur su al monte dietro a me acquista,
Fin che ne appaia alcuna scorta saggia.
Lo sommo era alto, che vincea la vista,
E la costa superba più assai,

Che da mezzo quadrante a centro lista.
lo era lasso; quando io cominciai :
O dolce padre, volgiti, e rimira
Com'io rimango sol, se non ristai.
O figliuol, disse, insin quivi ti tira,

Additandomi un balzo poco in sue,
Che da quel lato il poggio tutto gira.
Si mi spronaron le parole sue,

Ch'io mi sforzai, carpando appresso lui,

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52. Ald. E d'ogni parte. Bar. estremo.-34. Ros. Bar. Poichè.

- 35. Ros. Bar. Nid. scoperta.

43. Ros. Nid. quando cominciai.

38. Nid. Pur suso al monte.—

46. Ros. Nid. Figliuol mio,

disse, fin quivi. Bar. Figliuol, mi disse, insin quivi. Vat. Cr. Ald. O figlio. 47. Nid. Bar. un poco in sue. - 48. Ros. tutto agira.

-

49. Ald. Ros. Si mi spronavan.

- 50. Ros. carpendo.

Tanto che il cinghio sotto i piè mi fue. A seder ci ponemmo ivi amendui

Volti a levante, ond'eravam saliti,

Che suole a riguardar giovare altrui.
Gli occhi prima drizzai ai bassi liti,
Poscia li alzai al sole, e ammirava,
Che da sinistra n'eravam feriti.
Ben s'avvide il Poeta che io stava
Stupido tutto al carro della luce,
Ove tra noi e Aquilone entrava.

Ond'egli a me : Se Castore e Polluce

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Fossero in compagnia di quello specchio,

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Che su e giù del suo lume conduce,

Tu vedresti il Zodiaco rubecchio

Ancora all' Orse più stretto rotare,

Se non uscisse fuor del cammin vecchio.
Come ciò sia, se il vuoi poter pensare,
Dentro raccolto immagina Sion

Con questo monte in su la terra stare,
Si che amendue hanno un solo orizzon,
E diversi emisperi, onde la strada,

52. Ros. Bar. Ambedui. — 55. Nid. pria dirizzai.

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58. Nid.

restava.-63. Ros. Che giù e su.-65. Bar. più presso. -70. Ros. ambedue, Bar. ambidue. 71. Nid. Ros. Bar. Altri ond' è la

strada.

La qual non seppe carreggiar Feton,
Vedrai come a costui convien che vada

Dall'un, quando a colui dall' altro fianco,
Se lo intelletto tuo ben chiaro bada.
Certo, Maestro mio, diss' io, unquanco

Non vidi io chiaro, sì com' io discerno
Là dove mio ingegno parea manco :
Che il mezzo cerchio del moto superno,

Che si chiama Equatore in alcuna arte,
E che sempre riman tra il Sole e il verno,
Per la ragion che di', quinci si parte
Verso Settentrion, quando gli Ebrei
Vedevan lui verso la calda parte.
Ma, se a te piace, volentier saprei
Quanto avemo ad andar, chè il poggio sale
Più che salir non posson gli occhi miei.
Ed egli a me : Questa montagna è tale,
al cominciar di sotto è grave :

Che

sempre

E quanto uom più va su, e men fa male.

Però quando ella ti parrà soave

Tanto, che il su andar ti sia leggiero,

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72. Bar. Cr. Che mal ne. Che mal la. La qual non. I più che

mal non.

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-75. Ros. abada. — 78.Ros. il mio. 82. Ald. cagion.

85. Antald. Ma se ti piace.

Nid. fia. Pog. Tanto che 'n su.

92. Ros. Tanto che su l' andar.

Come a seconda giù l'andar per nave, Allor sarai al fin d'esto sentiero :

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Quivi di riposar l'affanno aspetta :

Più non rispondo, e questo so per vero.

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E come egli ebbe sua parola detta,

Una voce di presso sonò : Forse

Che di sedere in prima avrai distretta.

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Al suon di lei ciascun di noi si torse,

E vedemmo a mancina un gran petrone,

Del qual nè io, nè ei prima s'accorse.

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Là ci traemmo: e ivi eran persone,

Che si stavano all'ombra dietro al sasso,

Come l' uom per negghienza a star si pone: 105

E un di lor, che mi sembrava lasso,

Sedeva e abbracciava le ginocchia, Tenendo il viso giù tra esse basso. O dolce signor mio, diss' io, adocchia Colui che mostra sè più negligente, Che se pigrizia fosse sua sirocchia. Allor si volse a noi, e pose mente,

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93. Ros. a seconda giuso. Nid. Bar. a seconda in giuso. Ros. in

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nè io nè elli pria. Ald, Nid. nè io ned ei. Bar. nè io nè el.

103. Ros. e quivi. — 103. Nid. Bar. Com'uom per negligenza. 106. Ald. semblava.

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Movendo il viso pur su per la coscia,

E disse: Va su tu che sei valente.

Conobbi allor chi era; e quell'angoscia

Che m'avacciava un poco ancor la lena,
Non m'impedi l'andare a lui; e poscia,
Che a lui fui giunto, alzò la testa appena,
Dicendo: Hai ben veduto come il Sole
Dall'omero sinistro il carro mena.

Gli atti suoi pigri e le corte parole
Mosson le labbra mie un poco a riso :
Poi cominciai: Belacqua, a me non duole
Di te omai; ma dimmi, perchè assiso
Qui ritto sei? attendi tu iscorta,

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pur

lo modo usato t'hai ripriso?

E ei Frate, l'andare in su che porta?
Che non mi lascerebbe ire ai martiri
L'uscier di Dio, che siede in su la porta.
Prima convien che tanto il Ciel m'aggiri
Di fuor da essa, quanto fece in vita,

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114. Ros. E disse: Or va tu, che se'. Cr. Or va su tu. Nid. Or ra tu su.- 116. Bar. Antald. m' avanzava.-121. Bar, e le poche parole. 125. Vol. Nid. Bar. Quiritta.-127. Ros. Nid. Ed egli : O frate. Caet. Ed egli a me : l'andare in su che porta ?-129. Ald. Ros. L'uccel di Dio. Cr. Bar. L'angel di Dio. - 151. Bar. Nid. quant' io feci.

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