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Essersi il Dolce valuto d'un esemplare scritto della propria mano di Pietro Figlio di Dante (Biblioteca Italiana Vol. I. pag. 299. Venezia 1758.) Apostolo Zeno gli appose d'avere falsificato le parole del Dolce; d'avere chiamato esemplare originale una copia trascritta chi sa quando, o da chi; e d'avere tentato di dar colore alla falsità asseverando che quel figliuolo di Dante accennato generalmente dal Dolce, fosse per l'appunto Pietro Alighieri (annot. loco cit.) Come uno scrittore che compilava di lungo, e pieno proposito un catalogo di libri sotto il nome magnifico di Biblioteca dell' Eloquenza Italiana, cadesse in si fatti errori da cieco, e non temesse le opposizioni d'uomini da più di lui ch'ei pur provocava, è un degli enigmi facili a lasciarsi snodare da chiunque tanto quanto conosce quel misero individuo, e que' tempi, e l'Italia. Vaneggiava a parer di sapere cose ignote agli ignoranti ed a' dotti; e sì fatta passioncella acciecavalo. Acciecavalo anche la passioncella municipale; essendo egli del Friuli, ch' era, ed è onorato dalla fama, e dal genio degli Amaltei, voleva che inoltre que' suoi antichi concittadini e la sua terra possedessero il privilegio in perpetuo di produrre manoscritti miracolosi. Ma più ch'altro acciecavalo l'abborrimento suo contro a tutti i suoi celebri contemporanei, e accusavali d'invidiarlo, mentre che ad essi per avventura bastava di disprezzarlo fra cuore. Il Volpi non esaltando a cielo l'edizione corretta sopra l'esemplare Friulano « scritto di propria mano di Pietro Alighieri » e avendo riferito le parole del Dolce senza negarle, o esagerarle, nè crederle, diede nuovo appiglio alla rabbia del Fontanini, che gli aveva imputato calvinismo, e luteranismo, perchè aveva ristampati i sonetti del Petrarca contro la corte di Roma. (Bibliot. Vol. II. p. 5. 14. Ivi, Zeno, annot. Volpi, Petr. Rime, nota a pag. 434.) Aveva anche dato il titolo di DIVINA alla Commedia : onde al prelato persecu tore pedante sotto zelo di religione non parve vero di disacerbarsi, e rinnovare le accuse, sermoneggiando contro chiunque aveva imitato l'eresia del Dolce, che « per la prima volta profanò la divinità assegnandola ad un poema.

(Bib. Ital. Vol. I. pag. 300.) » Or il Volpi professava di ristampare puntualmente l' Edizione della Crusca; e il povero Dolce non che essere stato il primo a profanare la divinità, era giustificato dall' esempio d' un altro Editore anteriore di quarant' anni. (V. il frontispicio della Ed. an. 1516.)

A non uscire dalla critica per entrare in sagrestia, importava di dire, doversi stampare COMMEDIA schietta, e starsi al titolo scritto dall' autore (Lett. a Cane della Scala). La vanità pedantesca, e il fanatismo del Fontanini vanno derisi, e smentiti a tutto potere, poscia che l' Italia è tuttavia genitrice, e nudrice di Scrittori si fatti: nè il discernimento acutissimo, nè la dottrina, e le lunghe vigilie; nè la fama meritata d'Apostolo Zeno hanno valuto a far ch' altri si vergogni oggimai di citare gli oracoli di quell' ignorante fastoso, ed ipocrita. Fosc.

Abbiamo avuto la soddisfazione di vedere qui in Roma un assai pregevole esemplare di questa stessa edizione in carta turchina presso l'eruditissimo Signor Avvocato Alberghini. ED. ROM.

1564. Dante con l'Espositione Di Christoforo Landino, ET DI ALESSANDRO VELLUTELLO ec. riformato, riveduto, et ridotto alla sua vera lettura PER FRANCESCO SANSOVINO FIORENTINO. In Venetia, appresso Giouambattista, Marchiò Sessa, et fratelli, 1564.

In fine: IN VENETIA, Appresso Domenico Nicolino, Per Giovambattista, Marchiò Sessa, et fratelli M. D. LXIIII. In-fol. VOLPI.

Edizione di qualche pregio, dedicata dal Sansovino al S. P. Pio IV., arricchita di molte figure incise in legno, e particolarmente del ritratto di Dante, con gran naso, sul frontespizio. ED. ROM. -

1568. Dante CON L'ESPOSITIONE DI M. Bernardino DaNIELLO DA LUCCA sopra la sua Comedia dell' Inferno, del Purgatorio, et del Paradiso; nuouamente stampato, et posto in luce. In VENETIA, appresso Pietro da Fino, M. D. LXVIII. in-4°.

Si pretende che il vero autore di tale esposizione sia il celebre

Trifone Gabriello. L'edizione sarebbe elegante, col testo in corsivo, ed il comento in carattere tondo; ma è notabile la negligenza dello stampatore di aver tralasciato quattro terzine nel canto VI. del Purgatorio, a carte 273, mentre vi si legge il comento anche di questi dodici versi. VOLPI. ED. ROM.

1568. DANTE coll' Espositione del Vellutello. Venetia (catalogo Pinelli) ED. PAD.

1569. LA DIVINA COMEDIA DI DANTE. DI NUOVO ALLA SUA vera lettione ridotta con lo aiuto di molti antichissimi esemplari. Con Argomenti, et Allegorie per ciascun canto, et Apostille nel margine, ET INDICE COPIOSISSIMO di Vocaboli più importanti, usati dal Poeta, con la sposition loro. In VINEGIA APPRESSO DOMENICO FARRI MDLXIX. In-12.

Edizione eseguita sopra quella di Giolito, 1555. VOLPI. ED. ROM.

1571. DANTE ec. In Lione appresso Gugl. Rovillio. In-16o. Ristampa dell' edizione fatta dallo stesso Rovillio l'anno 1551. Volpi.

1572. DANTE ec. In Venetia per Domenico Farri. In-12o. Ristampa dell' edizione di Lione, fatta da Gio: de Tournes l'anno 1547. In-16°. VOLPI.

1572. DISCORSO di Vincenzo Buonanni sopra la prima Cantica del divinissimo Teologo Dante d'Alighieri del Bello nobilissimo Fiorentino intitolata Commnedia. In Fiorenza nella Stamperia di Bartolomeo Sermartelli. M. D. LXXII. In-4°.

Questo Discorso si pone fra l' edizioni di Dante perchè contiene tutta intera la prima cantica dell' Inferno. Il testo è stampato in carattere tondo, ed il Discorso in corsivo. VOLPI. ED. ROM.

1575. DANTE ec. In Venetia per Domenico Farri in-12o. VOLPI.

Altra ristampa conforme a quella del 1572. ED. ROM.

1575. DANTE ec. In Lione appresso Gugl. Rovillio. In-16o. Nuova ristampa delle edizioni Rovilliane 1551. e 1571. ED.

Roм.

1578. LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE con la dichiarazione

DANTE. 4.

8

de' vocaboli più importanti usati dal poeta, di M. Lodovico Dolce. In Venezia. In-8°. Volpi.

Riportiamo quest' edizione, senz' averla mai veduta, sull' autorità di Haym, e di Volpi. ED. ROM.

1578. DANTE con l'espositione di Christoforo Landino, et d'Alessandro Vellutello, riformato ec. da Fr. Sansovino. Venetia. Appresso Gio: Batt. Marchiò Sessa, et fratelli. In-fol.

Ristampa conforme a quella del 1564. per il Nicolino, se non che in fine si legge : In VENETIA appresso gli Heredi di Francesco Rampazzetto. Ad istantia di Giovambattista Marchio Sessa, et fratelli. ED. ROM.

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ETÀ TERZA

VOLGATA DELL' ACCADEMIA

DELLA CRUSCA

DALL'ANNO 1595 AL 1791.

1595. La DivinA COMMEDIA di Dante Alighieri, Nobile Fiorentino ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca. Con privilegio. In Firenze per Domenico Manzani. In-8°.

Immense furono le cure dei Signori Accademici per rettificare il testo di questo celebratissimo poema; ed a tal uopo per opera principalmente dell' Inferigno ( Bastiano de' Rossi) Segretario dell' Accademia, furono consultati circa Cento Codici MSS. di grande riputazione. L'esecuzione della Stampa fù affidata al Manzani, il quale non corrispose alla laboriosa diligenza degl' illustri collaboratori, e l'edizione riusci non molto elegante, e ricolma d' errori. La riputazione però che ha sempre goduto per essere il primo monumento di cosi penoso lavoro, c' impegna a darne un più minuto ragguaglio.

In principio vi sono 8. carte l'ultima delle quali è bianca, e vi si leggono la dedica di Bastiano de' Rossi al Sig. Luca Torrigiani, una lettera del medesimo ai Lettori sotto nome dell' Inferigno, e l'Opinione intorno al tempo del viaggio di Dante segue una tavola in rame col profilo dell' Inferno. Comincia quindi il poema con iniziali incise in legno al principio d'ogni canto e con registro seguito da A sino a N", ove

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